Si muove il fronte per la difesa dei cristiani nel mondo

Secondo il ministro degli Esteri Franco Frattini, servono “subito misure concrete”

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di Paul De Maeyer

ROMA, mercoledì, 12 gennaio 2011 (ZENIT.org).- “I cristiani sono attualmente il gruppo religioso che soffre il maggior numero di persecuzioni a motivo della propria fede”, aveva scritto Papa Benedetto XVI nel tradizionale messaggio per la Giornata Mondiale della Pace, celebratasi il 1 gennaio scorso. E purtroppo gli ultimi eventi confermano le parole e le preoccupazioni del Pontefice. Quasi ogni giorno infatti arrivano notizie di gravi episodi di intolleranza, di attacchi o di attentati contro i cristiani o contro chi li difende.

Non era neanche trascorsa la prima ora del nuovo anno 2011, quando in Egitto è stato perpetrato un attentato contro la chiesa copta dei Santi, nel quartiere di Sidi Bishr, ad Alessandria, causando 23 vittime. Alcuni giorni dopo, martedì 4 gennaio, è stato assassinato dalla propria guardia del corpo il governatore della provincia pachistana del Punjab, Salman Taseer, “reo” di aver visitato in carcere la donna cristiana condannata all’impiccagione per presunto oltraggio al profeta Maometto, Asia Bibi, e di essersi espresso pubblicamente favorevole alla revisione della discussa legge sulla blasfemia. Poi sempre in Egitto, è stato ucciso ieri, martedì 11 gennaio, un cristiano e sono rimasti feriti quattro altri, quando per motivi non ancora chiari un sottufficiale della polizia ha sparato con la sua arma di servizio contro i passeggeri di un treno in sosta alla stazione di Samalut, una località a maggioranza copta nella provincia o governatorato di Minya (Agence France-Press, 11 gennaio). Anche in Nigeria continua a scorrere il sangue. Come riferisce sempre l’AFP, nello Stato di Plateau è stato dispiegato l’esercito per riportare la calma dopo gli ultimi scontri fra cristiani e musulmani, che hanno provocato all’alba di martedì 13 vittime a Wareng, un villaggio a maggioranza cristiana.

Di norma le reazioni dei media e dei politici europei a queste ed altre espressioni di “cristianofobia” sono piuttosto blande. Al massimo questo tipo di notizia suscita qualche sussulto, ma spesso regna un silenzio imbarazzante, nonché “assordante”. Questa volta, la situazione sembra un po’ diversa, come ha suggerito L’Osservatore Romano (3-4 gennaio).

Nel suo messaggio inviato al Papa in occasione della Giornata Mondiale della Pace, il presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano, ha condiviso le preoccupazioni del Pontefice e ha assicurato l’impegno dell’Italia. “Non si può restare inerti” davanti alla drammatica e sistematica violazione delle libertà individuali e alla persecuzione dei cristiani nel mondo, così ha sottolineato. “L’Italia, convinta sostenitrice dei profondi valori sanciti dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo del 1948, non farà mancare la propria voce, in ambito internazionale, affinché la libertà di religione venga tutelata, in ogni possibile circostanza”, ha scritto Napolitano.

In una nota diffusa il 3 gennaio, il primo ministro italiano Silvio Berlusconi ha condannato a sua volta l’attentato di Capodanno contro “una pacifica assemblea di cristiani”. “L’immagine del volto di Cristo imbrattato di sangue innocente sulla parete della chiesa copta di Alessandria d’Egitto non può lasciare indifferente chi ha responsabilità di governo”, così si legge. “Tutti devono fare la loro parte per contrastare queste inaccettabili manifestazioni di intolleranza”.

E l’Italia si sta muovendo. Il ministro degli Esteri, Franco Frattini, ha mandato infatti la settimana scorsa assieme ai colleghi di Francia, Polonia ed Ungheria (quest’ultima ha assunto il 1° gennaio – per la prima volta – la presidenza del Consiglio dell’Unione Europea) – rispettivamente Michèle Alliot-Marie, Radosław Sikorski e János Martonyi – una lettera congiunta all’Alto Rappresentante per la Politica Estera dell’Unione Europea, Catherine Ashton, chiedendo di iscrivere la questione della persecuzione e della difesa dei cristiani nell’agenda del Consiglio dei ministri degli Esteri dell’UE, in programma il 31 gennaio prossimo a Bruxelles. Come si legge sul sito della Farnesina, l’obiettivo dell’iniziativa è discutere “misure concrete da mettere in atto per promuovere il rispetto della libertà di religione e di espressione”. Già all’indomani dell’attentato in Egitto, Frattini aveva dichiarato che era giunto “il momento di una risposta politica forte ed univoca da parte di tutti i governi che hanno a cuore i diritti dell’individuo, dei quali la libertà di fede è una componente fondamentale”.

In un’intervista concessa a Le Figaro Magazine (7 gennaio), uno dei cofirmatari della lettera, il ministro francese degli Esteri, Michèle Alliot-Marie, ha detto a sua volta basta. “Da qualche tempo, assistiamo allo svolgersi di una strategia del terrore che sembra voler cacciare i cristiani d’Oriente dai paesi nei quali vivono da sempre”, così osserva la Alliot-Marie. “Per noi l’anticristianesimo è intollerabile al pari dell’antisemitismo o dell’anti-islamismo”, continua la MAM (come viene soprannominata). “È ora di andare al di là dell’emozione e di azioni puntuali per definire una vera strategia e delle risposte globali”, sostiene la Alliot-Marie che, in occasione del “Forum per l’Avvenire”, che inizia questo mercoledì a Doha, nel Qatar, intende lanciare “un appello per la tolleranza e il reciproco rispetto tra le tre religioni monoteiste”.

Parole forti ha usato anche il presidente francese, Nicolas Sarkozy. In occasione della cerimonia di auguri per il Nuovo Anno alle autorità religiose, l’inquilino dell’Eliseo ha parlato anzi di “un piano particolarmente perverso di pulizia religiosa nel Medio Oriente”. “Se potessi, qui, utilizzare la parola martire, allora direi che i martiri di Alessandria o di Bagdad, non sono unicamente dei martiri copti, siriaci o maroniti. Sono collettivamente nostri martiri”, ha ribadito Sarkozy, che ha aggiunto che “la Francia non accetterà mai che si possa impunemente prendere degli innocenti in preghiera come bersaglio di un terrorismo delirante e barbaro” (Le Figaro, 7 gennaio).

Da parte tedesca, il capogruppo della CDU al Bundestag (Camera bassa federale), Volker Kauder, si è recato questo fine settimana con alcuni altri deputati in Egitto, dove è stato ricevuto in udienza dal capo della chiesa copta, Papa Shenouda III. In un’intervista all’agenzia cattolica KNA</i>, Kauder ha criticato la discriminazione dei cristiani in Egitto. Per il politico democristiano, che ha incontrato anche il grande imam di Al-Azhar, lo sceicco Ahmed El Tayeb, e il ministro egiziano degli Affari religiosi, Mahmoud Zaqzouq, nel paese non è in atto una persecuzione ma c’è invece “un clima che consente la discriminazione” della minoranza cristiana. Nel suo tradizionale messaggio settimanale in video-podcast, la cancelliera Angela Merkel (CDU) ha lanciato un appello a favore della difesa della libertà di religione nel mondo, definendola “uno dei grandi diritti umani”.

Alla fine, è da sperare che l’iniziativa di Frattini e colleghi andrà in porto e porterà frutti concreti, invece di rimanere lettera morta (in ogni senso).

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ZENIT Staff

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