Epifania: il Bambino che dona la Luce eterna

di padre Angelo del Favero*

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ROMA, giovedì, 6 gennaio 2011 (ZENIT.org).-  “Alzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilli su di te. Poiché, ecco, la tenebra ricopre la terra, nebbia fitta avvolge i popoli; ma su di te risplende il Signore, la sua gloria appare su di te. Cammineranno le genti alla tua luce, i re allo splendore del tuo sorgere. Alza gli occhi intorno e guarda: tutti costoro si sono radunati, vengono a te. I tuoi figli vengono da lontano, le tue figlie sono portate in braccio. Allora guarderai e sarai raggiante, palpiterà e si dilaterà il tuo cuore, perché l’abbondanza del mare si riverserà su di te, verrà a te la ricchezza della genti” (Is 60,1-6).

 “Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: “Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo”. All’udire questo il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme.(…)

Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: “Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo”.

Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria, sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese” (Mt 2,1-12).

Su Avvenire del 30 dicembre 2010 leggo una testimonianza luminosa, che mi colpisce anche quale concreto messaggio sul significato dell’“Epifania”, la “manifestazione” del Figlio di Dio, Luce del mondo, nella carne dell’uomo.

La notizia riguarda la missione “Ridare la Luce”, promossa dall’AFMaL (Associazione con i Fatebenefratelli per i Malati Lontani) nelle popolazioni povere dell’Africa, per restituire la vista soprattutto ai bambini ciechi a causa di cataratte o altre malattie dell’occhio. Ecco una sintesi del servizio:

E’ stato sicuramente un Natale diverso quello di Theresa, 8 anni. Il primo Natale a colori. E’ arrivata da un villaggio vicino Asafo, al confine del Ghana con la Costa d’Avorio. Era cieca. Completamente cieca da entrambi gli occhi. Teneva per mano la mamma incinta del quinto figlio. Impaurita continuava a guardare in basso e  fissare il vuoto. La diagnosi? Cataratta bilaterale. Nell’Africa sub-sahariana colpisce oltre duemilioni di persone, che non hanno la possibilità di ricorrere alle cure mediche e chirurgiche. Gli oculisti italiani hanno deciso di operare la bambina a entrambi gli occhi. Un intervento delicato. Ma ora Theresa ci vede, per la prima volta nella sua vita. Sorride, comincia a guardarsi intorno, si orienta e cammina da sola, gioca con gli altri bambini. Per i medici è stata un’emozione fortissima. La mamma non sapeva come trattenere la gioia.”

Credo che la gioia della piccola Theresa, aggiunta a quella della sua mamma e dei medici, rappresenti efficacemente la “grandissima gioia” provata oggi dai Magi, quando, ormai giunti sul luogo indicato dalla stella, poterono vedere ed adorare il Re dei Giudei.

Il racconto di questo “miracolo” della solidarietà umana e della scienza medica, si presta bene ad introdurci nel mistero e nel messaggio della Solennità dell’Epifania del Signore, caratterizzata da una straordinaria abbondanza di Luce.

E’ anzitutto la Luce intravista secoli prima da Isaia: “Alzati, rivestiti di luce, poiché viene la tua luce..Cammineranno le genti alla tua luce.. Allora guarderai e sarai raggiante..” (Is 60,1-3).

Il profeta si rivolge alla Città santa personificata, immersa in una Luce “propria” grazie alla presenza del Signore nel suo Tempio, con un annunzio stupefacente: essa vedrà arrivare tutti i popoli della terra, attirati dal fulgore che promana dalle sue mura. Tutti i suoi figli dispersi ritorneranno e moltiplicheranno in lei la vita, la prosperità e la felicità, dopo la desolazione ed il buio dell’esilio.

 “Il sole non sarà più la tua luce di giorno, né ti illuminerà più lo splendore della luna. Ma il Signore sarà per te luce eterna, il tuo Dio sarà il tuo splendore” (Is 60,19).

E’ questa la stessa Luce divina che rifulge nella Notte santa, la medesima che scaturisce dalla mangiatoia della grotta e che l’arte pittorica ha rappresentato con il corpo incandescente del Bambino Gesù, Luce di Dio fatta persona.

Nella liturgia dell’Epifania, la Luce e la gioia si accompagnano, si generano, si equivalgono: tutto scaturisce dall’evento dell’incarnazione del Signore.

In effetti ogni bambino che nasce per se stesso comunica questa radiosa felicità, ma la fonte e la verità profonda della gioia di tutte le nascite del mondo va cercata e trovata proprio nella “grande gioia” annunciata dagli angeli a tutti i popoli della terra per la nascita del Bambino Gesù, Luce del mondo intero.

Lo abbiamo sentito proclamare più volte in questi giorni, anche dall’apostolo Giovanni: “Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini” (Gv 1,9.4).

Ma torniamo al racconto di Matteo, all’ultima scena dei Magi: “Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese” (Mt 2,12).

E’ un ritorno che potrebbe sembrare alquanto triste.

Tutto è ora finito, come in un bel sogno che svanisce al risveglio. Certo la stella ed il Bambino erano fatti e persone reali, ma…ora si torna a casa. E’ stato un bel viaggio, racconteremo tante cose. Ma forse qualcuno non crederà alla storia della stella, che noi stessi vedremo svanire a poco a poco nel ricordo. Così potrebbe andarsene anche la gioia del cuore, soffocata dal “tran tran” quotidiano, dagli affanni e dalla tristezza della solita vita.

Ma la piccola Theresa ci illumina: la luce che è stata restituita ai suoi occhi, non le sarà più tolta! Continuerà a gioire per il dono della vista! Continuerà a vedere realmente tutte le cose attorno a sé, non ci sarà più notte per lei, ed anche se si abituerà al fatto di poter vedere il volto della sua mamma, non mancherà mai la gratitudine per la guarigione ottenuta.

Ecco dunque il messaggio nascosto dell’Epifania: lo annuncia anche Giovanni nella sua prima Lettera: “Vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente!” (1 Gv 3,1).

La nostra fede in Gesù è fede in qualcosa di assolutamente reale, e non solamente come fatto accaduto, ma come verità personale presente, definitiva, irreversibile.

E la realtà è questa: che Gesù non solo “venne ad abitare in mezzo a noi” (Gv 1,14) per trentatre anni venti secoli fa, ma vive ed abita in mezzo a noi, oggi, adesso, giorno per giorno, per sempre: realmente!

Egli è “Colui che era, che è e che viene!” (Ap 4,8).

Viene nella Chiesa, viene nell’Eucaristia, viene nella sua Parola, viene nel volto del fratello, viene e si manifesta nell’intimo del mio cuore, ove con il Padre e lo Spirito Santo ha preso stabile dimora il giorno del Battesimo.

Gesù risorto è una persona vicina, è il “Dio-con-me” che mi guarda con amore, mi ascolta con pazienza, condivide tutto ciò che mi accade e gliene da’ il senso, mi comprende più di me stesso, soffre e gioisce con me, ed io pos
so comunicare con Lui quando voglio, giorno e notte, “in tempo reale”, cioè nella contemporaneità di questa sua presenza costante, fedele, reale come la vita che c’è in me e come la luce del sole in cui sto, Uno che da un momento all’altro potrebbe entrare dalla porta e posare la sua mano sulla mia spalla.

Questa è la sua Luce, la Luce della fede e dell’amore, nella quale i miei occhi Lo vedono realmente, come la piccola Theresa ormai guarita dalla sua cecità.

———

* Padre Angelo del Favero, cardiologo, nel 1978 ha co-fondato uno dei primi Centri di Aiuto alla Vita nei pressi del Duomo di Trento. E’ diventato carmelitano nel 1987. E’ stato ordinato sacerdote nel 1991 ed è stato Consigliere spirituale nel santuario di Tombetta, vicino a Verona. Attualmente si dedica alla spiritualità della vita nel convento Carmelitano di Bolzano, presso la parrocchia Madonna del Carmine.

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ZENIT Staff

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