CITTA’ DEL VATICANO, sabato, 1° gennaio 2011 (ZENIT.org).- Quella della libertà religiosa è una sfida prioritaria, ha affermato Benedetto XVI questo sabato recitando l’Angelus con i fedeli e i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro in Vaticano nella Solennità di Maria Santissima Madre di Dio.
Nel giorno in cui si celebrava la Giornata Mondiale della Pace, il Papa ha ricordato che questo evento rappresenta un’“occasione propizia per riflettere insieme sulle grandi sfide che la nostra epoca pone all’umanità”.
Tra queste, “drammaticamente urgente ai nostri giorni” è proprio la sfida rappresentata dalla libertà religiosa, fulcro del Messaggio che ha voluto dedicare quest’anno alla Giornata, sul tema “Libertà religiosa, via per la pace”.
Il Vescovo di Roma ha riconosciuto che oggi si assiste “a due tendenze opposte, due estremi entrambi negativi”: “da una parte il laicismo, che, in modo spesso subdolo, emargina la religione per confinarla nella sfera privata; dall’altra il fondamentalismo, che invece vorrebbe imporla a tutti con la forza”.
Dove invece “si riconosce effettivamente la libertà religiosa”, ha constatato, “la dignità della persona umana è rispettata nella sua radice e, attraverso una sincera ricerca del vero e del bene, si consolida la coscienza morale e si rafforzano le stesse istituzioni e la convivenza civile”.
“Per questo la libertà religiosa è via privilegiata per costruire la pace”, ha indicato, sottolineando che quest’ultima “non si raggiunge con le armi, né con il potere economico, politico, culturale e mediatico”, ma “è opera di coscienze che si aprono alla verità e all’amore”.
“Gesù Cristo è la nostra pace – ha aggiunto –. Egli ha portato nel mondo il seme dell’amore e della pace, più forte del seme dell’odio e della violenza”.
Nei suoi saluti dopo la recita dell’Angelus, sottolineando “come le grandi religioni possano costituire un importante fattore di unità e di pace per la famiglia umana”, Benedetto XVI ha poi ricordato che nel 2011 ricorrerà il 25° anniversario della Giornata Mondiale di Preghiera per la Pace che Papa Giovanni Paolo II convocò ad Assisi nel 1986.
“Per questo, nel prossimo mese di ottobre, mi recherò pellegrino nella città di San Francesco, invitando ad unirsi a questo cammino i fratelli cristiani delle diverse confessioni, gli esponenti delle tradizioni religiose del mondo e, idealmente, tutti gli uomini di buona volontà”, ha confessato.
In questo modo, il Pontefice desidera “fare memoria di quel gesto storico” voluto dal suo predecessore e “rinnovare solennemente l’impegno dei credenti di ogni religione a vivere la propria fede religiosa come servizio per la causa della pace”.
“Chi è in cammino verso Dio non può non trasmettere pace, chi costruisce pace non può non avvicinarsi a Dio”, ha concluso, invitando tutti i fedeli ad accompagnare fin d’ora con le loro preghiere questa iniziativa.