ROMA, domenica, 28 novembre 2010 (ZENIT.org).- Per migliorare le condizioni di vita ad Haiti occorre coordinare in maniera più efficace gli aiuti giunti dall’estero. E’ quanto si sottolinea nel comunicato stampa diffuso al termine della quindicesima riunione del Consiglio speciale per l’America della Segreteria generale del Sinodo dei Vescovi, svoltasi dal 16 al 17 novembre scorsi in Vaticano.
Tra i segni di preoccupazione emersi nel corso dell’incontro incentrato sui temi di maggiore attualità legati al continente americano, l’allarmante situazione sociale di Haiti, conseguenza del terremoto del 12 gennaio scorso che ha ucciso almeno 250.000, aggravata ora dall’epidemia di colera.
Finora, stando agli ultimi dati aggiornati al 22 novembre e riferiti dall’agenzia Fides, l’epidemia scoppiata a metà ottobre ad Haiti ha causato 1.344 morti e oltre 23.377 persone ricoverate. Il dipartimento di Artibonite, dove è scoppiata l’epidemia, è il più colpito, con la metà dei decessi in tutto il paese (701) e quasi 13.000 ricoveri ospedalieri. Nella capitale Port-au-Prince, il bilancio delle vittime è salito a 77.
Mentre 1.500.000 profughi, molti dei quali nelle vicinanze della capitale Port au Prince, vivono attualmente in 1300 campi.
“La solidarietà manifestata concretamente da governi stranieri e da organismi ecclesiali – si legge nel comunicato finale – produrrebbe migliori frutti se gli enti locali fossero più capaci di predisporre organicamente gli aiuti ricevuti”.
Tra gli altri aspetti di maggiore preoccupazione anche “l’emigrazione dai Paesi più poveri verso i più ricchi, con conseguenze di diverso tipo: da un impoverimento delle risorse umane dei Paesi che subiscono l’emigrazione, alla problematica sociale generata negli Stati che ricevono l’immigrazione. Gravi difficoltà incontrano gli immigrati in situazione irregolare e spesso rimpatriati con la forza nei Paesi di origine”.
“Ulteriori preoccupazioni – si legge ancora – provengono dalla produzione e dal traffico della droga, dal traffico delle armi, dalla violenza e dalla corruzione politica, che restano grandi sfide per numerosi Stati, nonostante alcuni successi nella lotta contro tali mali sociali”.
“Particolare attenzione merita la promozione di una serie di leggi contrarie alle norme etiche (leggi sull’aborto, sull’eutanasia e sui matrimoni tra persone dello stesso sesso), e l’infiltrarsi di uno spirito non conforme ai valori cristiani nel campo dell’educazione dei giovani e della comunicazione”.
“Non mancano – continua il comunicato – tentativi ideologici di rivedere gli ordinamenti costituzionali e legislativi, provocando tensioni interne, anche con le Chiese locali, con ripercussioni nei rapporti internazionali”.
Per quanto riguarda l’ambito ecclesiale, si osserva invece “l’aumento delle vocazioni al sacerdozio, anche se assai diversificato sia nei Paesi sia nelle diocesi” e la forte speranza e il dinamico impulso evangelizzatore suscitati dalla V Conferenza generale dell’episcopato latinoamericano e dei Caraibi (svoltasi dal 13 al 31 maggio 2007 ad Aparecida).
Tra gli altri aspetti positivi riscontrati l’accresciuta devozione e la vita spirituale della gente, soprattutto per quanto riguarda la lectio divina, e la partecipazione dei giovani ai gruppi biblici, mentre si auspica un nuovo slancio biblico-pastorale a partire dal documento post-sinodale Verbum Domini.
I partecipanti hanno poi espresso il vivo interesse suscitato nelle Chiese locali dalla scelta del tema – “La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana” – per la prossima Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi, che avrà luogo dal 7 al 28 ottobre 2012 a Roma.
“In effetti – si legge nel comunicato –, l’annuncio del Vangelo con rinnovato fervore, con nuovi metodi ed espressioni, è già una costante preoccupazione dei pastori e per questo motivo esso trova un luogo privilegiato nei programmi pastorali, a livello locale, nazionale e continentale, della Chiesa in America”.
La prossima riunione del Consiglio speciale per l’America si terrà dal 27 al 28 ottobre 2011.