ROMA, domenica, 28 novembre 2010 (ZENIT.org).- “La vita, una volta concepita, deve essere protetta con la massima cura”. Lo ha detto Benedetto XVI presiedendo sabato sera nella Basilica Vaticana la celebrazione dei primi Vespri della prima domenica di Avvento.
La liturgia è stata preceduta da una “veglia per la vita nascente”, promossa dal Papa lo scorso 14 novembre e alla quale hanno aderito in comunione di preghiera e con analoghe celebrazioni in tutto il mondo parrocchie, comunità, movimenti e associazioni.
“L’esperienza e la retta ragione – ha detto Benedetto XVI – attestano che l’essere umano è un soggetto capace di intendere e volere, autocosciente e libero, irripetibile e insostituibile, vertice di tutte le realtà terrene, che esige di essere riconosciuto come valore in se stesso e merita di essere accolto sempre con rispetto e amore”.
“Egli – ha continuato il Pontefice – ha il diritto di non essere trattato come un oggetto da possedere o come una cosa che si può manipolare a piacimento, di non essere ridotto a puro strumento a vantaggio di altri e dei loro interessi. La persona è un bene in se stessa e occorre cercare sempre il suo sviluppo integrale”.
Inoltre, ha osservato, “l’amore verso tutti se sincero tende a diventare attenzione preferenziale per i più deboli e i più poveri”.
“Riguardo all’embrione nel grembo materno, la scienza stessa ne mette in evidenza l’autonomia capace d’interazione con la madre, il coordinamento dei processi biologici, la continuità dello sviluppo, la crescente complessità dell’organismo”.
“Non si tratta – ha detto il Papa – di un cumulo di materiale biologico, ma di un nuovo essere vivente, dinamico e meravigliosamente ordinato, un nuovo individuo della specie umana. Così è stato Gesù nel grembo di Maria; così è stato per ognuno di noi, nel grembo della madre”.
L’incarnazione del Signore e l’inizio della vita umana, infatti, sono intimamente connessi. La prima rivela che ogni vita umana ha una “dignità incomparabile”, a cui è legata la “grande responsabilità che abbiamo verso tutti”.
Purtroppo però, ha notato il Pontefice, anche dopo la nascita la vita dei bambini continua ad essere esposta all’abbandono, alla fame, alla miseria, alla malattia, agli abusi, alla violenza, allo sfruttamento.
Da qui l’esortazione alla politica, all’economia, ai mass media perché promuovano una cultura sempre più rispettosa della vita: “Signore Gesù, sorgente e amante della vita Ridesta in noi il rispetto per ogni vita umana nascente”.
Recitando la preghiera della vita a conclusione della celebrazione, il Papa ha invocato la protezione del Creatore sui bambini, gli sposi, su coloro che soffrono dell’impossibilità di avere figli, sugli orfani; ha quindi chiesto la luce dello Spirito sulle scelte delle assemblee legislative e sull’opera di scienziati e medici perché il progresso contribuisca al bene integrale della persona.