La Chiesa in Colombia assiste le vittime de “La Niña”

Porta aiuto alle comunità che vivono nei luoghi più remoti

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di Nieves San Martín

BOGOTÁ, venerdì, 26 novembre 2010 (ZENIT.org).- Domenica scorsa, Benedetto XVI ha inviato un messaggio alle vittime delle fortissime piogge in Colombia, auspicando “che gli appelli alla solidarietà vengano ascoltati” e unendosi a quanti pregano per le vittime e chi sta vivendo “ore di angoscia e tribolazione”.

La Chiesa in Colombia collabora con altri organismi nazionali e internazionali per raggiungere le comunità più remote colpite dai temporali.

Le piogge torrenziali che la Colombia registra dall’inizio del 2010 a causa de “La Niña” (il raffreddamento delle acque dell’Oceano Pacifico) hanno provocato fino a metà della settimana scorsa 136 morti, coinvolgendo 1,3 milioni di persone. E’ la peggiore stagione delle piogge degli ultimi trent’anni.

Una delle regioni più colpite è la cosiddetta “mojana sucreña”, nel dipartimento di Sucre, dove i 250.000 abitanti vivono in mezzo all’acqua. Il parroco di Sucre, Eduardo Arce, che ha celebrato l’Eucaristia su un altare improvvisato in una mensa comunitaria, ha dichiarato che per uscire dalla tremenda situazione si può solo chiedere aiuto direttamente al Presidente Juan Manuel Santos.

Le piogge hanno colpito più di 500 comuni in 28 dipartimenti. La regione Caribe è stata la più devastata, e la maggior parte delle vittime si è registrata nei dipartimenti di Bolívar, Magdalena, Córdoba e Sucre. Negli ultimi giorni, le piogge hanno provocato danni anche nei dipartimenti di Chocó, Antioquia e Cundinamarca, coinvolgendo più di 10.000 persone.

Caritas Colombia (CC), integrata nel Segretariato Nazionale di Pastorale Sociale (SNPS) della Chiesa in Colombia, come altri organismi di aiuto umanitario, avvertiva da tempo dell’arrivo della stagione delle piogge e della necessità di avviare servizi d’emergenza. Le previsioni sono state superate da “La Niña”, i cui effetti continueranno fino al 2011.

Il rapporto della Chiesa in Colombia segnala che il totale delle famiglie coinvolte è di oltre 300.000, cioè più di 1,6 milioni di persone. Ci sono poi più di 2.000 case distrutte, circa 200.000 danneggiate, più di 300 strade colpite e oltre 67.000 ettari di coltivazioni inondati.

Alla Chiesa si chiedono ora, in collaborazione con gli organismi ufficiali, assistenza umanitaria d’emergenza con aiuti alimentari e non, materiali per la riparazione delle abitazioni, sostegno con materiale educativo e agropecuario e utensili da lavoro di base.

[Traduzione dallo spagnolo di Roberta Sciamplicotti]

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ZENIT Staff

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