Card. Tettamanzi: i giovani hanno bisogno di educatori appassionati

Per i 90 anni dalla fondazione dell’Istituto Toniolo

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di Chiara Santomiero

ROMA, venerdì, 26 novembre 2010 (ZENIT.org).- L’Università Cattolica è nata “dal cuore della Chiesa e dall’amore e dai sacrifici di tanti cattolici”: lo ha ricordato il card. Dionigi Tettamanzi, arcivescovo di Milano, intervenendo questo venerdì all’Università Cattolica di Milano al convegno “Un’idea di libertà”, in occasione dei 90 anni dalla fondazione dell’Istituto Toniolo di Studi Superiori, ente fondatore e promotore dell’ateneo.

Un accenno storico doveroso, secondo Tettamanzi, “se non altro per ricordare con gratitudine la passione educativa, culturale ed ecclesiale di quei cattolici lungimiranti e di quelle associazioni di laici che hanno fatto nascere nel nostro Paese un luogo di elaborazione, di ricerca e di formazione offerto ai giovani perché potessero crescere nella prospettiva di una cultura cristianamente ispirata e prepararsi così ad assumere in modo qualificato e competente il loro posto nella società e nella Chiesa”.

“In particolare l’Istituto Toniolo– ha affermato Tettamanzi, che dal 2003 ne è presidente – quale ente fondatore dell’Università Cattolica, è chiamato ad essere portatore di dinamismo e propulsore di prospettive, rivivendo lo slancio creativo che ha animato prima Giuseppe Toniolo, poi Padre Gemelli e Armida Barelli”. In stretta sintonia “con la Chiesa universale e attento alle esigenze delle Chiese locali, l’Ente perpetua oggi il ‘sogno’ dei fondatori contribuendo alla ‘restituzione’ dell’ateneo ai cattolici italiani”.

Come fare “in un tempo particolarmente movimentato per i molteplici e profondi cambiamenti in atto” affinché la Chiesa e la società possano continuare ad avere nell’Università Cattolica “un luogo di riferimento in cui l’esercizio della ragione e l’adesione di fede si incontrano armonicamente nei percorsi formativi offerti agli studenti?”.

L’arcivescovo di Milano ha lanciato un appello per “una conoscenza vera, adeguata, puntuale delle nuove generazioni”. Sta qui, per Tettamanzi, la sfida d’oggi: “poter disporre di educatori adulti che dedicano tempo e passione per accompagnare l’impegnativa ricerca di senso dei giovani, e dunque il loro modo di interrogarsi su Dio e sulle questioni fondamentali dell’esistenza, la loro fatica nell’unire spontaneità e valori, le loro paure e speranze in rapporto al futuro”.

“L’intelligenza dei giovani – ha affermato il cardinale – e la loro libertà, il loro corpo e le loro relazioni si devono oggi ricomporre in una soggettività veramente unificata nella fiducia in se stessi e in un grande amore per la verità e per il bene”.

Da qui anche la proposta dell’istituzione di un Osservatorio “promotore di analisi e riflessioni sulla percezione che i giovani, tutti i giovani cristiani, studenti  e docenti, hanno della Chiesa italiana e del suo rapporto con la società civile”.

“L’Università Cattolica – ha proseguito il cardinale – può fare molto per ripresentare alla cultura dominante di oggi un vero senso della Chiesa, che è prima di tutto legata al Vangelo e che senza la ricerca di interessi di parte è veramente preoccupata del bene comune”, di una Chiesa cioè “che ama l’intelligenza e la libertà e che è una grande risorsa per tutto il popolo italiano”.

A proposito dell’impegno scientifico e culturale dell’ateneo milanese, Tettamanzi ha sottolineato come “il rapporto tra la ragione e la fede è in grado di generare, alimentare e sostenere sia la ricerca che la docenza nell’ambito delle più varie discipline universitarie, e questo nel legittimo e pieno rispetto delle loro specificità”. La fede, infatti, “’abita’ la ragione, la converte e la abilita a realizzazioni di vero umanesimo plenario”.

In tal senso l’Università Cattolica “non può non accogliere l’invito degli Orientamenti Pastorali della Conferenza Episcopale Italiana per il decennio 2010-2020 a tendere alla formazione integrale della persona e a far maturare competenze per una comprensione viva del messaggio cristiano e a renderne ragione nel contesto odierno”.

Nell’accogliere la sfida educativa, secondo Tettamanzi “il dialogo cordiale e fiducioso con docenti che siano autentici maestri e testimoni è il servizio più prezioso che l’Università Cattolica è chiamata ad offrire ai giovani studenti, che così potranno scoprire il gusto del lavoro intellettuale, l’interesse per la ricerca, la libera e gioiosa responsabilità per la vita e lo sviluppo della società”.

Bisognerà di conseguenza “ripensare seriamente a superare la frammentazione delle frequenze, un certo anonimato nelle relazioni tra studente e docente e una più equa distribuzione degli impegni pubblici e privati dei docenti, cosicché il rapporto educativo sia più disteso e duraturo, quasi un’introduzione alla vita anche dopo la laurea”.

Del resto il nostro tempo, ha affermato il cardinale “esige la formazione di una classe dirigente in possesso di elevate competenze, animata da rigore e passione morale, preparata e disposta ad assumersi responsabilità importanti nella società di domani”. In questa prospettiva “il nostro Ateneo vuole essere luogo di formazione attento alla persona, capace di offrire a tutti una proposta qualificata ed esigente, pronta a riconoscere i talenti di ciascuno e a farli crescere in una logica di collaborazione per il bene comune”.

Un’ultima sottolineatura ha riguardato una “sorta di nuova missionarietà culturale”, parte integrante dei compiti dell’ateneo. “L’Università Cattolica – ha concluso Tettamanzi – ha la responsabilità di partecipare alla costruzione di una riflessione scientifica all’altezza delle sfide che l’umanità nel suo insieme si trova ad affrontare”. Per questo essa “offre collaborazione e sostegno alle Chiese, a cominciare dalle più povere, e alle realtà accademiche che operano nei Paesi in via di sviluppo”.

In questo senso si esprime la sua “cattolicità” che, però, “può intendersi anche in senso puramente umano e ‘laico’ come apertura al mondo intero”. Quest’ultima, ha concluso Tettamanzi “sollecita una singolare attenzione all’orizzonte europeistico, nonché a quello internazionale, anche alla luce dell’attuale fenomeno della globalizzazione, con tutte le problematiche e le opportunità connesse nei diversi ambiti della vita”.

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ZENIT Staff

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