Il santuario della Mentorella celebra 1500 anni

Intervista a padre Damian Korcz della Comunità dei Risurrezionisti

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di Antonio Gaspari e Maurizio Tripi

ROMA, mercoledì, 24 novembre 2010 (ZENIT.org).- Il 29 agosto scorso il Cardinale Giovanni Battista Re, in qualità di inviato speciale del Pontefice Benedetto XVI, è andato alla celebrazione dei 1500 anni del santuario mariano della Mentorella, che fu sempre tanto caro ai Papi.

Per meglio conoscerne storia e singolarità, ZENIT ha intervistato padre Damian Korcz della Comunità dei Risurrezionisti, addetto al santuario della Mentorella.

Qual è la storia del santuario? E’ vero che fu fondato nel IV secolo d.C. dall’imperatore Costantino in accordo con Papa Silvestro sul monte dove si dice fosse avvenuta la conversione del generale romano Placido poi conosciuto come sant’Eustachio?

Padre Korcz: A circa 55 chilometri da Roma, tra Palestrina e Tivoli, si stendono i monti Prenestini. Nel versante orientale su una rupe che cade quasi a picco sulla valle del Giovenzano, sorge come un castello rinchiuso tra aspre rupi, il santuario della Mentorella. Nell’antica tradizione popolare all’origine del nostro santuario compaiono quattro grandi figure: il martire S. Eustachio, l’imperatore Costantino, il Papa san Silvestro I e san Benedetto.

Sotto l’imperatore Traiano, un ufficiale pagano, Placido, proprietario di ville e terreni nelle valli che circondano i Prenestini, andava a caccia nei boschi. Durante la caccia avvistò un cervo in fuga. I cani e il cacciatore lo inseguirono finché l’animale giunse e salì su alcune rupi dove non vi era possibilità di scampo: l’ufficiale gioì nella certezza di aver già l’animale sotto il tiro delle sue frecce. Si avanza, ricerca un sentiero, sale ed osserva. Ed ecco la preda agognata gli balza davanti sicura e coraggiosa con la testa eretta quasi in atto di sfida.

Il cacciatore guarda sorpreso, gli sembra di sognare. Una tra le corna del cervo ha visto Gesù in persona. Una luce divina intanto illumina la sua anima e lo invita ad adorare il Dio dei Cristiani. Ritorna a Roma, riceve il Battesimo con tutta la sua famiglia e cambia il suo nome di Placido in Eustachio.

La cappella, eretta sulla sommità della rupe, vuole ricordare il luogo dell’apparizione di Gesù a sant’Eustachio (sec. I). Eustachio insieme alla sua famiglia subì il martirio a Roma durante le persecuzioni dei cristiani. Nel IV secolo l’imperatore Costantino inviò alla Mentorella il papa San Silvestro I a consacrare la chiesa in onore del santo martire. Questo piccolo santuario di sant’Eustachio é stato fondato sul luogo dove prima era venerata la dea fortuna.

Come è diventato un santuario mariano?

Padre Korcz: Il culto della Madonna è legato probabilmente alla persona di san Benedetto, che soggiornò nella grotta dietro la chiesa per circa due anni. Giovane e ricco patrizio romano ricevette tutto quello che il mondo potrebbe offrire, gli mancava solo la pace interiore. Allora prese la decisione di lasciare tutto e si recò alla Mentorella, dove ritrovò la pace tanto desiderata nell’incontro con Cristo. Dopo la sua conversione egli sostituì il culto della divinità pagana, la dea Fortuna, con il culto di Maria, Madre di Dio. Secondo la tradizione popolare trasmessa da secoli la Madonna apparve ai contadini di Pisoniano e di Ciciliano, concedendo loro i diversi doni e grazie. Poi i discepoli di san Benedetto, monaci Benedettini, ricevettero la chiesa sulla rupe in dono da parte di santa Silvia, madre di Papa Gregorio Magno, cugino di san Benedetto, diffondendo il culto mariano.

A che cosa si deve la sua fama?

Padre Korcz : Quest’anno festeggiamo i 1500 anni del culto mariano nel nostro santuario. E proprio la presenza di Maria, che si sente e si respira, la sua materna intercessione, il suo amore che porta la tranquillità, la sicurezza e riempie i cuori dei pellegrini del dono della pace è per noi più importante.

Tra i più noti pellegrini del santuario c’è Karol Wojtyla, che venne a visitarlo anche prima del suo ingresso nel Conclave dove sarebbe stato proclamato Papa. Ci racconta un po’ quella vicenda?

Padre Korcz: Uno dei più grandi e più devoti pellegrini del nostro santuario è stato Karol Wojtyła, che ha visitato la Mentorella almeno 40 volte. La prima uscita da Roma di Giovanni Paolo II è stata un pellegrinaggio. Il Papa si è recato proprio al santuario della Mentorella, dove già altre volte, affascinato dalla bellezza del luogo, era salito a piedi per raccogliersi in preghiera. Dopo la sua visita ufficiale il Papa Giovanni Paolo II tornava spesso, nei momenti particolari, quando sentiva forte il bisogno di preghiera e della riflessione tra le montagne e davanti alla Sua Madre delle Grazie della Mentorella. Il nostro santuario è anche molto caro al cuore di Papa Benedetto, che conoscendolo da molti anni si è recato nella casa di Maria nell’anno 2005, dopo che è stato eletto Sommo Pontefice della Chiesa Cattolica.

Santuario gestito all’inizio dai Benedettini, dal 1857 affidato ai monaci Resurrezionisti polacchi. Successivamente, dal maggio 1977, il santuario è passato alle dirette dipendenze della Provincia Polacca della stessa Congregazione. Può illustraci quali sono le virtù spirituali, storiche e culturali che lo rendono oggetto di pellegrinaggi e devozioni?

Padre Korcz : I benedettini lasciarono il santuario nel XV secolo. All’inizio del secolo XVII vennero i Gesuiti sotto la guida del padre Atanasio Kircher e si presero cura del luogo sacro, rinnovando il culto della Vergine Santa. Dal 1857 santuario è curato dalla comunità dei Resurrezionisti, che lo hanno ricevuto in dono da Papa Pio IX. Questa Congregazione di origine polacca naque a Parigi tra i convertiti polacchi sotto la guida di Bogdan Janski, un laico sposato convertito dall’ateismo. La Congregazione della Risurrezione annuncia e rende testimonianza del Mistero Pasquale di Cristo.

Il pellegrino che visita estatico le bellezze e grandezze naturali intorno al santuario, ne subisce una benefica influenza: pensieri alti e solenni occupano la sua mente e preparano il suo cuore all’incontro con la Madre di Dio. Chi vi giunge nei giorni feriali, quando non vi sono pellegrinaggi, trova il breve piazzale che si stende davanti alla chiesa, immerso in una pace eremitica. Quando entra, vede un’ampia chiesa a tre navate, con un bell’altare in marmo ed un baldacchino artistico. La pace poi e la penombra diffusa dappertutto, rotta soltanto dalla luce che piove dall’alto della cupola per illuminare la statua della Vergine, invitano al raccoglimento e a pensieri devoti. Il visitatore si trova solo con se stesso in un mondo insospettato, in un’atmosfera di pace, alla presenza di Gesù Eucaristico e della Vergine della Mentorella – Madre delle Grazie. Vi invitiamo, cari lettori, a venire nei maestosi boschi, dove il cervo convertì l’eroe dei Romani, Placido, per rafforzare la vostra fede e trovare la pace del cuore nella casa della Madonna. Vi invitiamo a venire e festeggiare con noi il giubileo dei 1500 anni della presenza di Maria, Madre delle Grazie sul monte sacro della Mentorella.

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ZENIT Staff

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