Benedetto XVI: la croce, vero trono di Cristo

Intervento in occasione dell’Angelus domenicale

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CITTA’ DEL VATICANO, domenica, 21 novembre 2010 (ZENIT.org).- La croce è il vero trono di Cristo, ha ricordato Papa Benedetto XVI questa domenica in occasione della recita della preghiera mariana dell’Angelus con i fedeli e i pellegrini giunti per l’occasione in Piazza San Pietro in Vaticano.

Il Pontefice si è affacciato alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano al termine della Concelebrazione eucaristica con i 24 nuovi Cardinali creati nel Concistoro di questo sabato, ai quali ha consegnato l’Anello cardinalizio.

Questa domenica la Chiesa celebrava la Solennità di Cristo Re, istituita dal Papa Pio XI nel 1925 e in seguito, dopo il Concilio Vaticano II, collocata a conclusione dell’anno liturgico.

Il brano del Vangelo di San Luca dell’occasione (Lc 23, 35-43), ha spiegato il Papa, “presenta, come in un grande quadro, la regalità di Gesù nel momento della crocifissione”.

“I capi del popolo e i soldati deridono il primogenito di tutta la creazione e lo mettono alla prova per vedere se Egli ha il potere di salvare se stesso dalla morte”.

“Eppure, proprio sulla croce Gesù è all’’altezza’ di Dio, che è Amore. Lì si può ‘conoscerlo’”.

“Gesù ci dà la ‘vita’ perché ci dà Dio. Ce lo può dare perché è Egli stesso una cosa sola con Dio”, ha aggiunto il Papa citando il proprio testo “Gesù di Nazaret”.

Ha poi richiamato le parole che Cristo dice al buon ladrone, che riconosce la sua regalità e lo prega di ricordarsi di lui quando entrerà nel suo regno: “In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso”.

“Il cosiddetto ‘buon ladrone’ riceve immediatamente il perdono e la gioia di entrare nel Regno dei Cieli”, ha constatato il Vescovo di Roma.

Con le sue parole, “Gesù, dal trono della croce, accoglie ogni uomo con infinita misericordia”.

Il Papa ha quindi concluso il suo intervento affidando alla Vergine Maria, nella ricorrenza della sua Presentazione al Tempio, “i neo-Porporati del Collegio Cardinalizio e il nostro pellegrinaggio terreno verso l’eternità”.

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ZENIT Staff

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