ROMA, martedì, 16 novembre 2010 (ZENIT.org).- “Credenti e comunità religiose, sulla base della loro fede in Dio, hanno un ruolo specifico da svolgere nella società, su un piano di parità con gli altri cittadini”. E’ quanto si legge nel comunicato finale congiunto emesso al termine del settimo Colloquio promosso dal Centro per il Dialogo Interreligioso dell’Organizzazione per la Cultura e le Relazioni Islamiche di Teheran e il Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso.
L’incontro si è svolto nella capitale iraniana dal 9 all’11 novembre, sotto la presidenza congiunta del dott. Mohammad Baqer Khorramshad, presidente dell’Organizzazione per la Cultura e le Relazioni Islamiche, e del cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso.
“La religione – si afferma – ha un’intrinseca dimensione sociale che lo Stato ha l’obbligo di rispettare; perciò, anche nell’interesse della società, la religione non può essere confinata nella sfera privata”.
“I credenti – continua il comunicato – sono chiamati a cooperare alla ricerca del bene comune, sulla base di una solida relazione tra fede e ragione”. In questo contesto “è necessario che cristiani e musulmani, come pure tutti i credenti e le persone di buona volontà, cooperino nel rispondere alle sfide odierne promovendo i valori morali, la giustizia, la pace, e difendendo la famiglia, l’ambiente e le risorse naturali”.
Nel comunicato si sottolinea poi che “la fede, per la sua stessa natura, esige la libertà. Perciò la libertà religiosa, come diritto intrinseco alla dignità umana, deve essere sempre rispettata dagli individui, dagli agenti sociali e dallo Stato. Nell’applicazione di questo principio fondamentale dovrà essere preso in considerazione lo sfondo storico-culturale di ogni società che non sia in contraddizione con la dignità umana”.
Inoltre, “l’educazione delle giovani generazioni si deve basare sulla ricerca della verità, sui valori spirituali e sulla promozione della conoscenza”.
“I partecipanti – conclude il comunicato lieti del clima amichevole dell’incontro, riconoscendo le somiglianze e rispettando le legittime differenze, hanno sottolineato la necessità di continuare sulla via di un dialogo genuino e fruttuoso”.
Gli Atti dei Colloqui svolti dal 1994 saranno pubblicati in inglese e in farsi. Il prossimo Colloquio avrà luogo a Roma tra due anni e sarà preceduto da un incontro preparatorio.