Il Papa: lo sport può essere scuola di “valori umani e cristiani”

Ringrazia Frattini per l’accoglienza dell’Italia ai cattolici feriti a Baghdad

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ROMA, lunedì, 15 novembre 2010 (ZENIT.org).- Lo sport può diventare una scuola di “valori umani e cristiani”. Lo ha detto questo lunedì Benedetto XVI ricevendo in udienza in Vaticano una rappresentanza dei Maestri di sci italiani, accompagnata dal Ministro degli Esteri Franco Frattini. 

“Oggi sono qui in qualità di ambasciatore dei maestri di sci – ha spiegato nel suo indirizzo di saluto il Ministro Frattini – rappresentando la categoria degli educatori sportivi che insegna i valori umani e spirituali utili per affrontare i temi della vita, ancor prima della tecnica per discendere da un pendio”.

“Sono quei valori – ha aggiunto – che sono impegnato a difendere, questa volta da Ministro degli Esteri, nei Paesi del mondo in cui i cristiani sono vittime di discriminazioni, di persecuzioni per la loro fede”.

“Santità – ha continuato –, il sostegno suo e della Chiesa alla formazione sportiva ci fa ritornare con gioia a solcare le piste di sci e ad accostarci con fede al nostro imprescindibile compagno di disciplina: la natura, il cui incanto ci aiuta a meglio cogliere la dimensione divina del creato”.

Nel suo discorso il Papa ha espresso “viva gratitudine” per l’intervento del Governo italiano nel dare ospitalità a 26 cattolici iracheni feriti durante l’attentato del 31 ottobre scorso nella Cattedrale siro-cattolica di Baghdad.

Il Pontefice ha quindi spiegato che “praticato con passione e senso etico, lo sport, oltre che esercitare ad un sano agonismo, diventa scuola per apprendere e approfondire valori umani e cristiani”.

“Mediante l’attività sportiva – ha proseguito – la persona comprende meglio che il suo corpo non può essere considerato un oggetto, ma che, attraverso la corporeità, esprime se stessa ed entra in relazione con gli altri”.

“In tal modo – ha sottolineato ancora –, l’equilibrio tra la dimensione fisica e quella spirituale porta a non idolatrare il corpo, ma a rispettarlo, a non farne uno strumento da potenziare a tutti i costi, utilizzando magari anche mezzi non leciti”.

In particolare, lo sci ci permette “di interrogarci sul senso del creato, di guardare in alto, di aprirci al Creatore” e ci ricorda la responsabilità dell’uomo “nel conservare e coltivare l’opera di Dio” con “gratitudine e riconoscenza”.

Perché se da una parte “i progressi nell’ambito scientifico e tecnologico danno all’uomo la possibilità di intervenire e manipolare la natura”, dall’altra c’è sempre il rischio “di volersi sostituire al Creatore e di ridurre il creato quasi a un prodotto da usare e consumare”.</p>

Da qui, rivolgendosi ai maestri di sci, il Papa ha ricordato il loro ruolo volto a “una sana formazione sportiva” e a “un’educazione al rispetto dell’ambiente”, “da attuare in modo non isolato, ma d’intesa con le famiglie, specialmente quando i vostri allievi sono minori, e in collaborazione con la scuola e le altre realtà educative”.

“Importante è anche la vostra testimonianza di fedeli laici che, pur nel contesto dell’attività sportiva, sanno dare la giusta centralità ai momenti fondamentali per la vita di fede, specialmente alla santificazione della domenica come giorno del Signore”, ha quindi concluso.

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ZENIT Staff

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