di Mariaelena Finessi
ROMA, venerdì, 12 novembre 2010 (ZENIT.org).- È necessario connotare di significato etico ogni programma di ricerca scientifica. È quanto il segretario di Stato Vaticano, cardinale Tarcisio Bertone, chiede alle strutture medico-ospedaliere.
Intervenendo il 10 novembre al convegno “Le nuove frontiere di Casa Sollievo della Sofferenza e gli ultimi sviluppi scientifici sulle staminali cerebrali”, organizzato a Roma dall’istituto di cura pugliese, il porporato sottolinea – così come auspicava Padre Pio, suo fondatore – che l’obiettivo primario di qualsiasi struttura sanitaria pubblica o privata che aspiri all’eccellenza è trasferire i risultati della ricerca scientifica direttamente al letto del malato.
Una impostazione che deve però trovare solide basi nella visione integrale della persona, affinché ne vengano rispettate la dignità e le necessità spirituali e relazionali. Tanto più che è la dimensione spirituale a determinare, spiega Bertone, non solo l’orientamento strategico, ma anche l’etica e le virtù che devono essere esercitate da quanti si fanno carico, direttamente o indirettamente, della persona sofferente.
La cura dei malati deve insomma essere espressione dell’amore di Dio e la carità, conclude Bertone facendo sue le parole del frate, deve orientare le scelte degli enti di ispirazione cristiana. Pertanto anche la Casa Sollievo della Sofferenza è chiamata a connotare di significato etico ogni processo di sviluppo delle sue strutture e dei suoi programmi di ricerca.
Programmi, specie quelli sullo studio delle cellule staminali adulte, che hanno fatto dell’istituto garganico un ente «all’avanguardia nella ricerca mondiale». A dirlo è il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, che intervenendo all’incontro riconosce pubblicamente la bontà «della intuizione di Padre Pio» che vide nella ricerca e nella pratica clinica un legame «indissolubile».
Come è, appunto il caso della Casa del Sollievo della Sofferenza che, con l’Associazione Neurothon, lancia in questi giorni una singolare campagna: in poche parole sarà possibile “adottare”, con una piccola donazione (per le varie modalità consultare il sito: www.adottaunacellula.it), le cellule staminali cerebrali necessarie a sperimentare sui pazienti una cura per le malattie degenerative.
Il progetto nasce da un’idea di Angelo Vescovi, genetista e direttore scientifico dell’ospedale fondato nel 1956 da Padre Pio. Le cellule saranno prodotte dalla cell factory dell’ospedale di Terni, che ha ottenuto da poco dall’Aifa la certificazione necessaria. Manca solo l’autorizzazione finale dell’Istituto Superiore di Sanità per iniziare le prime sperimentazioni sull’uomo, relativamente alla Sla e al morbo di Tay-Sachs.
«Tutto è pronto per iniziare le cure sui malati – spiega Vescovi, già consulente della Commissione Britannica per le Cellule Staminali della Camera dei Lords – ma servono i fondi. In Usa una azienda privata ha destinato 40 milioni di euro a un test analogo, noi al momento abbiamo poco più di 1 milione e 200mila euro per la produzione delle cellule».
La campagna verrà supportata da uno spot in 3D, con testimonial Raul Bova, che verrà proiettato nei cinema prima dei film. «Sono molto contento che la Casa della Sofferenza abbia aderito a promuovere una ricerca innovativa – afferma Enrico Garaci, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità -, spero che sia un modello anche per altre istituzioni religiose».
Ad oggi non esistono terapie risolutive per le malattie neurodegenerative. La ricerca sviluppata da Angelo Vescovi mostra come il trapianto di cellule staminali cerebrali rappresenti però una delle poche terapie potenzialmente efficaci.
Nel 1999, infatti, Vescovi ha scoperto il metodo che permette di isolare cellule staminali dal cervello umano, moltiplicandole in modo virtualmente illimitato, spianando così la via all’allargamento della ricerca fino ad arrivare alla sperimentazione clinica sull’uomo.
Il progetto, sposato dalla Fondazione di San Pio di Pietrelcina, verrà infatti “provato” nell’ospedale pugliese, che con i suoi 964 posti letto e un’attività di ricerca che ha prodotto più di 200 articoli pubblicati dalle maggiori riviste scientifiche è uno tra i più rinomati policlinici d’Italia.
«Padre Pio ha rivoluzionato il concetto di ospedale, e anche il nome della struttura lo testimonia – così monsignor Michele Castoro, presidente della Fondazione Casa Sollievo della Sofferenza -. Non è più solo un ospedale ma una casa, dove il malato si può sentire in famiglia, e la parola sollievo rivoluziona il concetto di semplice cura».
Il ministro della Salute Ferruccio Fazio sottolinea l’importanza dell’istituto di San Giovanni Rotondo: «Si tratta di un’istituzione che punta sulla qualità – conclude –, in essa abbiamo insieme il passato e il presente, l’uomo e la ricerca, elementi fondamentali che ci piacerebbe mettere a sistema per l’intera sanità».