Terrorismo: una novità dalla Norvegia

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di padre Piero Gheddo* 

ROMA, lunedì, 8 novembre 2010 (ZENIT.org).- Gli attentati e le stragi di cristiani in Iraq quasi “non fanno più notizia”. Sono talmente frequenti, quasi quotidiani. Solo “Avvenire” li riporta e dedica ancora la prima pagina al massacro di 58 cristiani (tre dei quali sacerdoti che stavano concelebrando la S. Messa) di domenica 31 ottobre nella cattedrale siro-cattolica di Baghdad. Ilfantomatico “Ministero della Guerra dello Stato islamico iraqeno” (affiliato ad Al Quaeda) dice in un comunicato: “Tutti i centri, le organizzazioni, le istituzioni, i dirigenti e i fedeli cristiani sono bersagli legittimi per i mujaheddin, ovunque possano colpirli”. Pare incredibile che nell’anno 2010 ci siano ancora queste condanne a morte generalizzate nei confronti di persone colpevoli solo di credere in Gesù Cristo e nel Vangelo: “Violenza assurda contro le persone inermi!”, ha detto Benedetto XVI.

Nella capitale iraqena ci sono 65 monasteri e chiese cristiane, una quarantina dei quali hanno subito uno o più attentati negli ultimi sette anni. E’ inevitabile che i cristiani fuggano: nel 2003 in Iraq erano 800.000,  il 3 per cento degli iraqeni (25 milioni), oggi si calcola ne rimangano 450.000, quasi dimezzati in pochi anni. Una migrazione di massa per motivi di odio religioso e non si ha notizia che, nel Paese “pacificato” da due guerre, possa migliorare la situazione. Gli iraqeni tutti, i cristiani più degli altri, sono ostaggi di un terrorismo terrificante che può colpire ovunque, purtroppo esercitato in nome di una religione, l’islam, che raduna circa un miliardo e 300 milioni di uomini e donne in tutti i Paesi del mondo. E nel mondo islamico pochi timidamente reagiscono e condannano.

Superfluo dire che oggi la pace nel mondo è soprattutto minacciata da questa ideologia di radice religiosa che ha generato “i martiri per l’islam” e il terrorismo contro persone inermi. “Oggi su centro persone che perdono la vita per crimini  d’odio legati alla religione, 75 appartengono a confessioni cristiane” ha dichiarato ad “Avvenire” (4 novembre) l’eurodeputato Mario Mauro, responsabile dell’Europarlamento per l’imminente accordo politico ed economico fra lraq e l’Unione Europea. Un tema da discutere dovrebbe essere questo: come far cessare questa guerra unilateralmente dichiarata dall’islamismo contro innocenti? Con la guerra no, ma quale altra soluzione è possibile? La speranza che un “islam moderato” riesca a contestare efficacemente, a discutere liberamente nella “umma” (comunità) islamica questi crimini contro l’uomo compiuti in nome dell’islam, è per il momento una pia illusione. Nei Paesi islamici e nelle stesse comunità di musulmani all’estero, ad esempio in Italia, non c’è spazio per questi dibattiti. I  musulmani moderati sono proprio le prime vittime dell’ideologia cieca e violenta che sta conquistando sempre più le masse islamiche, a partire dai testi scolastici e dai bambini educati nelle scole ad onorare i “martiri dell’islam” ed a vedere nell’Occidente cristiano il primo nemico della loro fede religiosa.   

E allora, cosa fare? Non c’è dubbio che bisogna pregare e aiutare i nostri fratelli che vivono nel Medio Oriente e protestare. Ma poi, cos’altro si può fare? Una novità viene dal governo norvegese. Come riferiscono i giornali, i musulmani di Oslo hanno chiesto il permesso di costruire una moschea nella capitale norvegese, finanziata dall’Arabia saudita. Il governo ha risposto negativamente: “I cristiani in Arabia saudita non hanno alcuna libertà religiosa, anzi vengono incarcerati se sorpresi col Vangelo o se si riuniscono per pregare. Quando il governo dell’Arabia darà ai cristiani il permesso di costruire la loro prima chiesa, anche noi permetteremo la costruzione di questa moschea ad Oslo”. E’ un fatto nuovo che, credo, meriterebbe almeno di essere discusso, acquistare rilievo in giornali e televisioni. Invece niente, nessuno ne parla. L’Europa non ha ancora preso coscienza che il terrorismo di matrice islamica non è rivolto solo contro i cristiani, ma contro l’Occidente cristiano, gli Stati Uniti e l’Europa cristiana.  

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*Padre Piero Gheddo (www.gheddopiero.it), già direttore di Mondo e Missione e di Italia Missionaria, è stato tra i fondatori della Emi (1955), di Mani Tese (1973) e Asia News (1986). Da Missionario ha viaggiato nelle missioni di ogni continente scrivendo oltre 80 libri. Ha diretto a Roma l’Ufficio storico del Pime e postulatore di cause di canonizzazione. Oggi risiede a Milano.

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ZENIT Staff

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