In Africa la Chiesa ha grande futuro per la “fame di Dio”

ROMA, lunedì, 8 novembre 2010 (ZENIT.org).- La Chiesa in Africa ha un grande futuro grazie alla “fame di Dio” che si vive nel continente e all’impegno ecclesiale nei programmi di sviluppo.

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Lo ha affermato il Vescovo di Kitui, monsignor Anthony Muheria, sottolineando che l’Africa è oggi cristiana soprattutto grazie alla fede e ai “grandi santi” dell’Europa.

Il presule ha partecipato nei giorni scorsi a Roma agli incontri organizzati da Harambee Africa International onlus, sottolineando che la Chiesa in Kenya non solo realizza la sua missione di evangelizzare, predicare e catechizzare, ma si impegna per migliorare le condizioni umane.

“Abbiamo più di 120 scuole primarie e 80 secondarie, e cerchiamo di promuovere la formazione integrale dei giovani, che rappresenta il vero futuro”, ha spiegato.

Mentre in Africa Dio è “al centro”, ha osservato il presule, nel continente europeo la pratica della religione “è molto diminuita”, con le statistiche che riflettono “uno svuotamento interiore dell’anima dell’Europa”.

Tale mancanza di pratica religiosa, ha rilevato, è dovuta soprattutto alla mancanza di “connessione” con Dio, perché mentre nel continente africano si è “molto giovani nella fede, con meno di cent’anni”, gli europei “sanno meno di Dio rispetto a vent’anni fa”.

“Del tutto cristiani”

Credere in Dio, ha  ricordato il Vescovo Muheria, “non è solo dichiararsi cristiani”, ma “essere del tutto” cristiani, il che implica il mettere in pratica la carità e la solidarietà e avere una condotta retta.

Allo stesso modo, praticare il cattolicesimo “non è solo andare a Messa, ma partecipare ad essa”, e considerare la religione un “aspetto importante della vita”.

Visto che la popolazione del Kenya è per la maggior parte giovane, ha proseguito, alle Messe si vedono molti bambini, che è necessario “formare bene e accompagnare” per allontanarli dai “pericoli” che li circondano.

In quest’opera sono fondamentali i sacerdoti, che a volte percorrono fino a 70 chilometri in moto nello stesso giorno per celebrare la Messa in vari punti di Kitui. Se non riescono ad arrivare in tempo, i cattolici si riuniscono e pregano insieme.

Fertilità spirituale

Malgrado le difficoltà che si affrontano in questa zona del Kenya, “arida, con poca piogga e scarsa produzione agricola”, la “fertilità spirituale” è “immensa” e spiccano “la generosità della gente, la sua tenacia e la sua voglia di imparare”, ha rilevato il Vescovo.

Tra i principali ostacoli per la popolazione, monsignor Muheria ha sottolineato in particolare la mancanza di acqua, che fa sì che gli abitanti debbano percorrere fino a 10 chilometri per trovarne un po’, e spesso “non è così pulita”.

Altre sfide sono le visioni “non morali”, come “alcune parti importanti della nuova Costituzione del Paese”.

Il presule ha anche parlato della Giornata Mondiale della Gioventù (GMG) di Madrid 2011, affermando che gli piacerebbe assistere, anche se ha confessato che il costo della partecipazione va “al di là delle risorse familiari della gente di Kitui”.

“Costerà più di 1.600 euro, che è la quota di un anno per 16 studenti. Vedremo se riusciremo a mandare qualcuno, ma è difficile, visto che la Diocesi non ha risorse”, ha concluso.

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ZENIT Staff

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