ROMA, giovedì, 4 novembre 2010 (ZENIT.org).- Uno dei pericoli della globalizzazione è il predominio di “gruppi economici e finanziari” che “dettano - ed intendono continuare a farlo - l'agenda della politica, a danno del bene comune universale”. La ha scritto Benedetto XVI nel messaggio letto questo giovedì mattina in apertura della plenaria del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, riunita fino a venerdì a Roma.
A presiedere l'incontro sul tema “Caritas in veritate: sfide e prospettive per il Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace”, il Presidente del Dicastero, il Cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson.
Nel messaggio il Papa ha denunciato la tendenza degli Stati a stabilire rapporti basati sulla “ricerca di un equilibrio di potere” piuttosto che sulla solidarietà, ed ha per questo incoraggiato la formazione, alla luce della dottrina sociale della Chiesa, di un laicato capace di promuovere “una retta configurazione della vita sociale, nel rispetto della legittima autonomia delle realtà terrene”.
Allo stesso modo, ha aggiunto, “è urgente avere pastori che, con il loro ministero e carisma, sappiano contribuire all'animazione e all'irradiazione, nella società e nelle istituzioni, di una vita buona secondo il Vangelo”, perché l’annuncio di Gesù Cristo costituisce “il primo e principale fattore di sviluppo”.
“Solo con la carità, sostenuta dalla speranza e illuminata dalla luce della fede e della ragione – ha affermato il Pontefice - è possibile conseguire obiettivi di liberazione integrale dell'uomo e di giustizia universale”.