I responsabili dello IOR ribadiscono la volontà di trasparenza

Per il Tribunale del riesame di Roma deve agire come ”una banca estera extracomunitaria”

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ROMA, venerdì, 22 ottobre 2010 (ZENIT.org).- Questo venerdì i responsabili dell’Istituto per le Opere di Religione (IOR) hanno ribadito la loro volontà di trasparenza, dopo che il Tribunale del riesame di Roma ha presentato le ragioni formali per un sequestro di 23 milioni di euro.

E’ quanto si legge in un comunicato a firma del direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, in risposta alle dichiarazioni dei giudici secondo cui lo IOR deve essere considerato ”una banca estera extracomunitaria”: “ciò comporta la necessità per lo IOR di uniformarsi ai criteri di trasparenza e ‘tracciabilita’ delle operazioni con banche italiane”.

“I responsabili dello IOR – afferma la nota – prendono atto delle motivazioni addotte dal Tribunale del Riesame per la conferma del sequestro preventivo di un deposito IOR su un conto del Credito Artigiano e le approfondiscono con i loro legali”.

“In ogni caso – conclude il portavoce vaticano –, i responsabili dello IOR confermano la volontà di proseguire sulla linea di trasparenza di tutte le operazioni finanziarie già indicata nel Comunicato della Segreteria di Stato del 21 settembre scorso e confidano di poter offrire al più presto tutti i chiarimenti richiesti nelle sedi e agli organismi competenti”.

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ZENIT Staff

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