Discorso di Benedetto XVI a una delegazione del Circolo San Pietro

CITTA’ DEL VATICANO, domenica, 27 giugno 2010 (ZENIT.org).- Pubblichiamo le parole che Benedetto XVI ha pronunciato questo sabato nel ricevere in udienza in Vaticano una delegazione del Circolo San Pietro.

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Cari Soci del Circolo San Pietro!

Sono lieto di accogliervi in occasione di questo gradito incontro, che mi offre l’opportunità di rinnovarvi la mia riconoscenza per la vostra generosa opera al servizio della Santa Sede. Questo momento si svolge nell’imminenza della Solennità liturgica dei santi Pietro e Paolo e ci consente, in certo modo, di pregustare la gioia di tale ricorrenza così significativa per il vostro benemerito Sodalizio e per la Chiesa intera. Vi saluto tutti con affetto, ad iniziare dal vostro Presidente Generale, Duca Leopoldo Torlonia, che ringrazio per le gentili parole che mi ha rivolto a nome di tutti, e dal vostro Assistente spirituale.

Abbiamo da poco concluso l’Anno Sacerdotale, tempo di grazia, durante il quale la Chiesa ha riflettuto con speciale attenzione sulla figura di san Giovanni Maria Vianney, il Santo Curato d’Ars, ricordandone il 150° anniversario della morte. Egli è un modello di vita evangelica non solo per i sacerdoti, ma anche per i laici, specialmente per quanti, come voi, sono impegnati nel vasto campo della carità. Un aspetto peculiare della vita di questo umile prete fu infatti il distacco dai beni materiali. Egli non possedeva nulla, distribuiva tutto ai più bisognosi; per sé non sentiva necessità di niente: tutto considerava superfluo. L’amore ai poveri lo aveva imparato da fanciullo, vedendo come venivano accolti e assistiti dai suoi genitori, in casa. Questo amore lo portò, nel corso della sua vita sacerdotale, a distribuire agli altri tutto ciò che aveva. Diede vita anche ad una casa di accoglienza, che chiamò “La provvidenza”, per bambine e ragazze povere: ad esse dedicava ogni sforzo perché ricevessero una sana educazione cristiana. Il suo esempio costituisca per voi, cari soci del Circolo San Pietro, un costante invito a spalancare le braccia ad ogni persona che ha bisogno di un segno tangibile di solidarietà. Continuate ad essere questo segno concreto della carità del Papa verso quanti si trovano nel bisogno sia in senso materiale che in senso spirituale, come pure verso i pellegrini che giungono a Roma da ogni parte del mondo per visitare le tombe degli Apostoli e per incontrare il Successore di Pietro.

Com’è stato poc’anzi ricordato, voi oggi siete qui convenuti per consegnarmi l’Obolo di San Pietro raccolto nelle chiese di Roma. Desidero esprimervi la mia viva gratitudine per questo attestato di partecipazione alla mia sollecitudine per le persone più bisognose. Esso rappresenta come un punto di convergenza fra due azioni complementari, che si stringono in un’unica eloquente testimonianza di carità evangelica, poiché, da un lato, manifesta l’affetto degli abitanti di questa Città e dei pellegrini nei confronti del Successore di Pietro e, dall’altro, esprime la concreta solidarietà della Santa Sede verso le tante realtà di disagio e di indigenza che, purtroppo, permangono a Roma e in tante parti del mondo. Avvicinando le parrocchie romane e gestendo centri di assistenza e di accoglienza nella Capitale, voi avete la possibilità di cogliere direttamente le molteplici situazioni di povertà ancora presenti; al tempo stesso, potete anche constatare quanto sia intenso nella gente il desiderio di conoscere Cristo e di amarlo nei fratelli.

Mediante questo vostro impegno di andare incontro alle necessità dei meno fortunati, voi diffondete un messaggio di speranza, che scaturisce dalla fede e dall’adesione al Signore, facendovi così araldi del suo Vangelo. Carità e testimonianza continuino ad essere dunque le linee guida del vostro apostolato. Vi incoraggio a proseguire con gioia in questa vostra azione, ispirandovi incessantemente agli indefettibili principi cristiani e traendo sempre nuovo vigore dalla preghiera e dallo spirito di sacrificio – come recita il vostro motto -, per portare copiosi frutti di bene sia nella Comunità cristiana che nella società civile.

Affido le vostre aspirazioni, i propositi ed ogni attività alla materna protezione della Vergine Santa, Salus Populi Romani, perché guidi i vostri passi, rendendovi sempre più convinti operatori di solidarietà e costruttori di pace in tutti gli ambiti dove si svolge la vostra meritevole azione associativa. Con tali voti, invoco la celeste intercessione dei Santi Pietro e Paolo e volentieri imparto a ciascuno di voi, alle vostre famiglie e a quanti incontrate nel vostro quotidiano servizio una speciale Benedizione Apostolica.

[© Copyright 2010 – Libreria Editrice Vaticana]

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ZENIT Staff

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