DUBLINO, giugno 2010 (ZENIT.org).- Un periodo di “notte oscura” ma anche un momento in cui Dio “non ci abbandona”: così ha definito quello attuale il Cardinale Cormac Murphy O’ Connor, Arcivescovo emerito di Westminster e attuale visitatore apostolico per l’Arcidiocesi irlandese di Armagh.
Il porporato si è riferito a questo tema martedì scorso nel seminario di Maynooth, in un intervento in occasione della chiusura dell’Anno Sacerdotale.
Riferendosi alla lettera di Papa Benedetto XVI alle Diocesi d’Irlanda per via degli scandali per gli abusi sessuali in cui sono stati coinvolti vari membri del clero del Paese, il Cardinale O’Connor ha detto che questo è anche “un tempo di pentimento, di purificazione e di fede”.
“Sentiamo non solo la crudezza del nostro peccato, ma anche la nostra povertà”, ha dichiarato. Ad ogni modo, ha detto che bisogna far fronte a questa realtà, che “ci porta alla fonte della nostra vita, della nostra identità e della nostra chiamata”.
“Ho iniziato a comprendere in modo nuovo parlando con le vittime del dolore e del grave danno che hanno subito”, ha detto il porporato, che si è detto “non esente da colpa”.
Ha anche esortato la Chiesa in Irlanda a un semplice esercizio di pentimento, invitando a una “valutazione onesta di dove le strutture e le procedure ecclesiali hanno fallito, a livello non solo giuridico, ma anche umano”.
Il Cardinale ha poi citato la Lettera di Benedetto XVI alla Chiesa in Irlanda, in cui ha rivolto un appello a un “pentimento sincero” che “apre la porta al perdono di Dio e alla grazia del vero emendamento”.
Per recuperare la fede e ristabilire il legame con il popolo irlandese, il Cardinale O’ Connor ha detto che “fede e coraggio” devono essere i valori che devono giudare la Chiesa nel Paese. “Quando la fede nell’istituzione si indebolisce, possiamo solo tornare alla persona e inizare da lì la ricostruzione”, ha concluso.