di Nieves San Martín
WASHINGTON, venerdì, 18 giugno 2010 (ZENIT.org).- I Vescovi partecipanti alla Consulta Regionale sulle Migrazioni delle Conferenze Episcopali d’America, svoltasi a Washington, hanno emesso un comunicato congiunto in cui hanno rivolto un appello alla difesa, all’ospitalità, al servizio e alla giustizia per gli immigrati in tutto l’emisfero, ha reso noto questo martedì la Conferenze Episcopale degli Stati Uniti.
I Vescovi riuniti hanno sottolineato vari aspetti che ritengono dovrebbero essere trattati a livello regionale, come la promozione dello sviluppo sostenibile nell’emisfero, la violenza, il traffico di droghe e di esseri umani, la difesa degli immigrati, dei rifugiati e di altre popolazioni vulnerabili, l’aiuto speciale ad Haiti.
Hanno anche rivolto un appello al Congresso statunitense e all’Amministrazione del Presidente Obama perché facciano valere la tradizione degli Stati Uniti come Nazione di immigrati e “riformino la legge sull’immigrazione degli USA permettendo in questo modo che i migranti che lavorano duramente nell’economia degli Stati Uniti godano di protezione legale”.
L’incontro ha riunito Vescovi di Stati Uniti, Messico, Canada, Guatemala, Honduras, Panama, Nicaragua, Costa Rica, Cuba, Repubblica Dominicana e Haiti. Ha contato anche sulla presenza di monsignor Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, e di rappresentanti del Consiglio Episcopale Latinoamericano (CELAM) e del Segretariato Latinoamericano e Caraibico della Caritas (SELACC).
Nella loro dichiarazione del 4 giugno, i Vescovi partecipanti dicono di farsi “portatori dell’appello del Santo Padre a organismi internazionali e nazionali per risolvere i problemi cruciali della sicurezza e dello sviluppo a beneficio di tutti. La mancanza di sicurezza e di sviluppo sono proprio alcuni dei fattori che contribuiscono alla decisione di emigrare”.
“E’ una realtà che in questo emisfero la dignità umana dei migranti continui ad essere violata da sistemi governativi e non governativi nelle Nazioni d’origine, transito, arrivo e ritorno”, riconoscono.
“Persone migranti, rifugiate e in cerca di asilo affrontano un calvario; sono maltrattate e sfruttate sia da funzionari governativi e dalle autorità di polizia che dai contrabbandieri e dai delinquenti, fatto che risulta paradossale se consideriamo che questi fratelli e queste sorelle fuggono da povertà, disastri naturali, violenza o persecuzione”.
“L’aumento della tratta di esseri umani in questa regione è un male terribile che sta aumentando, trasformando in vittime uomini, donne, bambini e adolescenti”.
In questo contesto, “è importante riconoscere che allo stesso tempo molti membri della Chiesa e altre persone di buona volontà lavorano duramente per difendere i diritti dei migranti e si dedicano a incidere sul cambiamento delle leggi per assicurare la difesa dei diritti umani più elementari”.
“Come pastori, uniti a loro, cerchiamo di sensibilizzare i Governi, la società civile e i fedeli sulla dura realtà della migrazione e sulla necessità di mostrare compassione e giustizia nei confronti dei meno fortunati”, affermano i presuli americani.
Allo stesso modo, riconoscono e difendono “il diritto dei nostri Governi di assicurare l’integrità delle loro frontiere e il benessere comune dei loro cittadini”. Ad ogni modo, credono “fermamente che sia possibile raggiungere questi obiettivi e mantenere lo Stato di diritto senza attentare contro i diritti umani fondamentali della persona. I Governi possono e debbono collaborare in modo efficace e coordinato per raggiungere lo sviluppo e la stabilità regionale”.
Tenendo conto di tutto ciò, i Vescovi sottolineano temi da affrontare a livello regionale con la cooperazione di tutti i Governi: la promozione dello sviluppo economico sostenibile in questo emisfero; i fattori economici che favoriscono la violenza; la difesa dei migranti, dei rifugiati e di altre persone vulnerabili in transito; la piaga della tratta di esseri umani; gli aiuti ad Haiti.
“Come pastori di milioni di cattolici di questo emisfero, abbiamo il dovere di difendere i diritti di tutti i membri del nostro gregge, soprattutto i più indifesi”, sottolineano.
“Esortiamo tutti i fedeli della comunità cattolica delle nostre Nazioni a solidarizzare con i migranti e a lavorare per un loro trattamento più giusto e umano”, concludono.
[Traduzione dallo spagnolo di Roberta Sciamplicotti]