Cristiani e musulmani a Beirut per la sfida dell'educazione

Convocati dalla Fondazione Oasis

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BEIRUT, venerdì, 18 aprile 2010 (ZENIT.org).- Una settantina tra ricercatori, professori, Vescovi cattolici ed esponenti musulmani di tutto il mondo si riuniranno il 21 giugno a Beirut, in Libano, per riflettere sul tema “L’educazione fra fede e cultura. Esperienze cristiane e musulmane in dialogo”.

Si tratta dell’incontro annuale del Comitato scientifico della Fondazione Oasis, creata nel 2004 dal Patriarca di Venezia, il Cardinale Angelo Scola, allo scopo di promuovere il dialogo e la conoscenza reciproca tra cristiani e musulmani, ponendo l’accento sulle diversità interne all’Islam.

Un incontro di importanza decisiva, dunque, se si pensa al prossimo Sinodo dei Vescovi sul Medio Oriente, in programma per ottobre in Vaticano.

Tra i relatori, tanti i nomi di spicco: oltre al Patriarca di Venezia, figurano il Cardinale Nasrallah Sfeïr, Patriarca di Antiochia dei Maroniti, e il Cardinale Jean-Louis Tauran, Presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo interreligioso. Con loro anche Hani Fahs, membro dell’Alto consiglio sciita del Libano, e Mohammed Samaha, segretario generale della Lega per l’insegnamento religioso musulmano.

L’incontro a Beirut si inserisce nella scia dell’appuntamento dello scorso anno a Venezia, quando si è riflettuto su come interpretare le tradizioni al tempo del “meticciato di civiltà e culture”, categoria utilizzata per spiegare e descrivere l’inedito processo in atto di incontro di uomini e civiltà che fa appello a una sintesi nuova, senza però confondere le identità.

“Ogni tradizione viene trasmessa attraverso una educazione e quindi è venuto un po’ naturale, come un passaggio molto logico, quello di fare questo passo: cioè dopo aver lavorato tanto sul tema delle tradizioni e su come interpretare le tradizioni, oggi un po’ l’interrogativo o l’argomento di ricerca, se vogliamo, è dedicato a come si trasmettono queste tradizioni. Come si passano da una generazione all’altra”, ha affermato Roberto Fontolan, direttore della rivista “Oasis”.

“Il tema dell’educazione è molto forte perché l’educazione, che spesso anche storicamente è nata da un’esigenza della fede, cioè la trasmissione del valore profondo della fede alle nuove generazioni, agli altri, è appunto inserita in questo passaggio, in questa dinamica naturale a ogni uomo”, ha aggiunto.

Come diceva don Giussani, ha sottolineato Fontolan, l’educazione “è introduzione al rapporto con la realtà, è introduzione al rapporto con la realtà totale”. “Vuol dire che è un modo, che è il modo con cui ciascuno di noi si rapporta a ciò che è altro da sé”.

In questo contesto, “la grande sfida di questi anni è che le religioni da un lato e le culture, anche le culture laiche, dall’altro, non possono più dare per scontato questo passaggio, questo bisogno di costruire il ponte tra una generazione e l’altra”.

“Che cosa vuol dire questo ponte? Semplicemente, il modo con cui da una generazione all’altra ci si interroga sul rapporto con il reale, che in fondo è il rapporto con il destino”.

Per ulteriori informazioni, www.oasiscenter.eu e www.h2onews.org.

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ZENIT Staff

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