Quella natura umana e divina che spinge a desiderare cose grandi

Intervista alla presidente del Meeting di Rimini, Emilia Guarnieri

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ROMA, mercoledì, 9 giugno 2010 (ZENIT.org).- La presentazione ufficiale dell’edizione 2010 del Meeting per l’Amicizia fra i popoli si svolgerà a Roma giovedì 10 giugno all’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede (Piazzale delle Belle Arti n.2).

Interverranno il ministro degli Affari Esteri, Franco Frattini, il professor Joseph H. H. Weiler, della School of Law della New York University, e il presidente del Meeting Emilia Guarnieri.

Il Meeting di Rimini è diventata con gli anni la manifestazione culturale cattolica più grande, più partecipata e più significativa nel mondo intero.

Per comprenderne le origini, le ragioni e le finalità, ZENIT ha intervistato Emilia Guarnieri.

«Quella natura che ci spinge a desiderare cose grandi è il cuore» Perché questo tema?

Guarnieri: Quando scegliamo il tema del Meeting, lo facciamo lanciando una provocazione rispetto alle urgenze che vediamo nella società. Ora in pericolo è la stessa concezione di uomo, di persona: cos’è l’uomo? Che cosa lo caratterizza? Qual è la sua vera natura? È una questione fondamentale, perché dal tipo di concezione che si ha, deriva tutto: il rapporto con l’altro, il dialogo, le grandi scelte internazionali, le grandi decisioni della politica e dell’economia fino all’educazione e alle espressioni culturali. La questione che poniamo è se si guarda all’uomo come il risultato di un caso e dei suoi antecedenti biologici oppure, innanzitutto, come il desiderio di cose grandi, di qualcosa di infinito. Un desiderio che nessuno gli può estirpare. Questo desiderio è il motore di qualsiasi azione umana. Questa edizione cercherà di documentarlo.

Un tema particolarmente impegnativo. Come si fa a riaccendere il desiderio delle cose grandi e convertire i cuori in un mondo che sembra oppresso da decadenza, cattive notizie e morbosità per il brutto?

Guarnieri: Decadenza, cattive notizie, morbosità, tutte cose che ci sono, è vero, ma per fortuna c’è la bellezza che risveglia il cuore dell’uomo. Infatti, il problema fondamentale è che questo desiderio deve essere risuscitato, riacceso, perché nell’uomo già c’è. Ciò che lo riaccende è innanzitutto il vedere questo desiderio in un altro uomo, in azione, preso sul serio e non considerato come una pura illusione o un inganno. Tantissime storie, le cosiddette testimonianze, che portiamo al Meeting da ogni parte del mondo, saranno proprio l’occasione di incontrare uomini che raccontano come la vita rinasce quando, nell’esperienza del quotidiano o in circostanze estreme, il desiderio di felicità si scopre irriducibile e incontra un’ipotesi positiva di risposta: la vedova Coletta, alcuni ragazzi del Meeting Point International in Uganda, Mireille Yoga, educatrice al Centro Sociale Edimar in Camerun (Yaoundé, Camerun), Maria Teresa Landi, ricercatrice al National Institute of Health, il cuore della ricerca scientifica americana. Questi sono alcuni esempi di uomini che si potrà incontrare venendo al Meeting quest’anno.

Ci vuole l’incontro con un’ipotesi positiva di risposta perché altrimenti può accadere la stessa cosa che accade al Caligola di Camus, spettacolo inaugurale di quest’anno. All’inizio del dramma Camus fa recitare al protagonista: “Ho provato semplicemente un’improvvisa sete di impossibile. Le cose, così come sono, non mi sembrano di tutto riposo”. Il rischio è che il desiderio di infinito, non trovando una risposta, impazzisca.

Riaccendere il cuore fa pensare subito all’amore, l’unico sentimento che riesce a nutrire speranze, suscitare sogni e motivare l’umanità a uscire dalla sua piccolezza. In che modo il Meeting cercherà di accendere i cuori?

Guarnieri: È vero: è l’amore che è capace di accendere il cuore e di fare sperimentare a chi si incontra che la vita ha un senso positivo, che vale la pena costruire, intraprendere, rischiare.

Il primo gesto di amore che si incontra al Meeting è la gratuità degli oltre 3000 volontari che, per amore all’ideale e alla propria vita, spendono le proprie ferie per collaborare alla costruzione della settimana del Meeting. Questo gesto di amore contribuisce a creare quel clima umano, quel tessuto di convivenza tra uomini di ogni provenienza che, quasi per contagio, possono sentire risvegliato nel proprio cuore quel desiderio di cose grandi che appunto accende l’anima. 

Quali sono gli eventi culturali particolarmente significativi e quali gli ospiti del prossimo Meeting?

Guarnieri: Abbiamo già anticipato da tempo sul sito del Meeting (www.meetingrimini.org) alcuni dei personaggi più significativi: apriremo con il presidente d’Irlanda Mary McAleese, ci sarà il cardinale Angelo Scola sul tema “desiderare Dio”, il ministro Frattini con alcuni ministri degli esteri sul tema “libertà religiosa e responsabilità politica”, Joaquin Allende-Luco, Presidente dell’Associazione Aiuto alla Chiesa che Soffre, il primate di Dublino Martin su Newman, giuristi del calibro di Joseph Weiler, Paolo Carozza, Giuliano Amato, Carter Snead, l’ambasciatore americano presso la Santa Sede Miguel Diaz, il filosofo francese Hadjadj.

Inoltre tanti altri che renderemo ufficiali nella presentazione del 10 giugno a Roma all’Ambasciata Italiana presso la Santa Sede.

Il Meeting ha sempre di più un carattere internazionale. In quante città lo avete già presentato? Quanti i personaggi e gli invitati agli incontri? Quanti i volontari e da quali paesi? Quanti visitatori vi aspettate?

 Guarnieri: Quest’anno lo abbiamo presentato a New York e a Madrid, il 22 andremo a Budapest e altre presentazioni sono in fase di preparazione per l’autunno. Il Meeting non si ferma mai. È vero che ha sempre di più un carattere internazionale, a testimonianza di questo sono i tanti gruppi che ormai si organizzano durante l’anno per venire alla manifestazione da paesi esteri: dall’Irlanda avremo circa 60 persone, dagli Usa un gruppo di studenti di varie università americane, dalla Lituania un altro gruppo, altre persone arriveranno dalla Francia e dal Senegal da città gemellate con Rimini, una ventina di persone da Taiwan. E questi sono solo alcuni, sono oltre 70 le nazionalità presenti al Meeting.

I numeri sono in fase di evoluzione, sia rispetto agli incontri che ai volontari. Riguardo al pubblico, speriamo di confermare lo straordinario risultato dell’anno scorso di quasi 800.000 presenze.

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ZENIT Staff

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