Benedetto XVI visita una mostra sulle icone di Cipro

Riunite nel Museo Bizantino di Nicosia numerose opere trafugate all’estero

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di Mirko Testa

ROMA, sabato, 5 giugno 2010 (ZENIT.org).- Questo sabato Benedetto XVI ha potuto toccare con mano il dramma culturale che Cipro sta vivendo da più di trent’anni, da quando cioè nel 1974 l’esercito turco, per reazione ad un tentativo di colpo di Stato dei greco-ciprioti, ha invaso la parte nord dell’isola causando la distruzione e il trafugamento di importanti tesori artistici.

L’occasione è stata la visita al Museo Bizantino di Nicosia, fondato nel 1982 e che custodisce la più grande e rappresentativa collezione dell’arte bizantina dell’isola. Nelle sale del Museo, inoltre, si trova allestita in questi giorni la mostra “Cipro e l’Italia al tempo di Bisanzio”.

Guidato dal direttore del Museo Bizantino, Ioannis A. Eliades, il Papa ha potuto ammirare una piccola parte delle circa 230 icone, datate tra il IX e il XIX sec., spesso recuperate all’estero o frutto di donazione, che sono conservate in questo spazio espositivo a fianco ad altri prodotti tipici dell’arte minore bizantina provenienti da Cipro, come vasi sacri, paramenti e libri.

Un posto d’onore nella raccolta è ricoperto da 7 frammenti di mosaico del VI secolo provenienti dall’abside della chiesa di Panagia Kanakaria a Lythrankomi e da 36 frammenti di affreschi del tardo XV secolo, un tempo appartenuti alla chiesa di Gesù Cristo Antiphonitis a Kalogrea.

Di grande rilievo storico e artistico anche un’icona che ritrae il Cristo insieme alla Vergine e che rappresenta la prima testimonianza iconografica della Madonna Odigitria o Theotókos.

Il direttore del Museo Bizantino ha spiegato che dopo l’invasione turca all’irca 20.000 icone sono andate perdute o sono finite sui mercati neri di tutto il mondo. Decine di collezioni private sono state saccheggiate, mentre numerosi siti archeologici sono stati distrutti a causa degli scavi illegali.

550 chiese nel Nord di Cipro sono state rase al suolo, abbandonate, trasformate in moschee, circoli sportivi, teatri, ma anche fienili e stalle, quando non riutilizzate dalle milizie d’occupazione turca come depositi di armi. Inoltre quasi tutte queste chiese cristiane si trovano sotto la giurisdizione di una Federazione musulmana e le autorità turche non danno il permesso di ristrutturarle.

In questo tentativo di spazzare via ogni traccia cristiana dalla parte turca di Cipro e di cancellare il retaggio culturale di un paese, sono finiti anche diversi cimiteri ebraici.

“La maggior parte dei ritrovamenti – ha spiegato Eliades al Papa – era in possesso di un trafficante turco, che viveva in Germania, a Monaco. La Chiesa di Cipro ha dovuto spendere dei soldi per poter individuare dove si trovavano gli appartamenti del trafficante turco e in questo modo siamo riusciti a ritrovare anche diversi tesori in Germania”.

In tutto son state rinvenute in Germania 300 opere d’arte tra cui diversi manoscritti oltre ad affreschi, icone, mosaici, tutti pezzi datati tra il V e il XIX secolo.

“Purtroppo però – ha continuato Eliades – a 13 anni dal loro ritrovamento sono ancora ostaggio della polizia tedesca e crediamo che lei, che è stato anche Arcivescovo di Monaco, potrebbe fare qualcosa e magari aiutarci”.

“Mi lasci una nota scritta – ha risposto prontamente il Papa – e parlerò con l’Arcivescovo”.

[E’ possibile vedere un video sul Museo Bizantino di Nicosia]

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ZENIT Staff

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