Che gli scandali portino ad autentiche conversioni!

di padre Piero Gheddo*

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ROMA, giovedì, 3 giugno 2010 (ZENIT.org).- Caro don Piero, sono veramente disgustata e anche amareggiata. Non è possibile che a qualunque ora e su qualunque canale su tutti i telegiornali, non si parli che di pedofilia e di preti pedofili. Mi sembra ieri, guardavo una trasmissione su Rai tre, non si è parlato d’altro che di pedofilia. Oggi, sempre su Rai tre c’era una trasmissione tutta contro l’otto per mille alla chiesa cattolica e interviste varie dove anche sacerdoti si dichiaravano quasi contro questo sistema dell’otto per mille. Che forse e, dico forse, non sempre l’uso sia stato fatto bene, potrei anche discutere, ma questo accanimento mi dà proprio fastidio. Si cerca di trovare su tutti gli argomenti possibili qualcosa che sia contro la Chiesa, qualcosa che infanghi la Chiesa. Mi ha fatto sorridere, ma non troppo la risposta di un cardinale (non ricordo il nome) che ha detto che anche tra gli apostoli, chi amministrava era Giuda, quasi a giustificare che in fondo nulla è cambiato. Certe volte anche i sacerdoti dovrebbero imparare a tacere o a non dare rinforzo a certe notizie, che potrebbero anche non essere vere. E i media godono!!! E il popolo… li segue. Non c’è più religione, non c’è più fede, non c’è più umiltà. Lei cosa ne pensa? Grazie per la sua risposta. Che il Signore La protegga sempre. Ora ci avviamo al mese di Giugno, dedicato al Sacro Cuore di Gesù. Affidiamoci a quel Sacro e Buon Cuore. Vicina a Lei nella preghiera. Ardea Zoli, Trieste

Cara signora Ardea, grazie della lettera. Non seguo molto la televisione, ma immagino leggendo i giornali. Comunque sono perfettamente d’accordo con lei. Ma è inutile che ci meravigliamo. I preti pedofili sono uno dei tanti spunti che la “lobby” anticlericale usa e abusa per attaccare la Chiesa e il Papa. Quando questo tema si sarà esaurito, vedrà che ne spunterà un altro.

Il cristianesimo e i cristiani danno fastidio. Non si capisce perché, ma è così. Comunque credo che anche questa è un’opportunità che la storia, lo Spirito ci offrono, come Chiesa, per dirci che per noi la via per testimoniare bene il Signore nel mondo moderno è ancora lunga e ardua.   

Ed è bene che sia così. In un popolo più semplice e meno istruito, com’era il nostro italiano mezzo secolo fa, il prete dava la sua testimonianza predicando la Parola di Dio, esercitando il ministero sacerdotale con  fedeltà e puntualità.  La sua vita privata, personale era più nascosta, meno sotto gli occhi di tutti. Se aveva difetti o peccati nascosti nessuno o quasi veniva a saperlo. E quei pochi che sapevano, tacevano. Era forse sufficiente davanti agli uomini, assolutamente deficiente davanti a Dio.   

Oggi ci rendiamo conto, noi preti dico, ma questo vale per tutti i credenti in Cristo, che se la mia vita personale, intima, profonda, non corrisponde alla volontà di Dio, sono un prete fallito ed è inutile che mi appelli alla mia scienza teologica e alle mie capacità di trasmettere il Vangelo: bisogna che mi converta davvero a Cristo. Una norma morale del passato diceva: “Bonum ex integra causa, malum ex quacumque defectu”. Che tradotto in termini attuali suona così: la tua vita di prete (di cristiano) è positiva agli occhi degli uomini (oltre che di Dio) se quel che vivi corrisponde a quel che predichi. Altrimenti scandalizzi e sei giudicato in modo negativo e la tua vita diventa una contro-testimonianza, nonostante tutte le cose buone che hai fatto e che fai.

Per cui sono convinto, come il Papa e il cardinale Angelo Bagnasco ripetono in questi giorni, che questi scandali, di per sé negativi, possono però diventare per noi positivi se ci stimolano alla conversione autentica della nostra vita. Lo stesso vale anche per l’uso del denaro che la Provvidenza e la buona gente che ha fede e stima la Chiesa ci danno. Anche in questo campo, come Chiesa e come preti, dobbiamo non avere nulla da nascondere, dare resoconto di tutto quel che spendiamo e di come lo spendiamo. Cioè essere trasparenti in tutto. Grazie ancora e preghiamo per i “preti pedofili”: solo Dio può giudicarli. La giustizia dello Stato deve fare il suo corso, ma noi sappiamo che l’unico e vero Giudice è Dio. Per cui preghiamo anche per i confratelli che sbagliano. Ricordiamoci nelle preghiere. Grazie ancora e cordiali saluti dal suo padre Gheddo. 

——

*Padre Piero Gheddo (www.gheddopiero.it), già direttore di Mondo e Missione e di Italia Missionaria, è stato tra i fondatori della Emi (1955), di Mani Tese (1973) e Asia News (1986). Da Missionario ha viaggiato nelle missioni di ogni continente scrivendo oltre 80 libri. Ha diretto a Roma l’Ufficio storico del Pime e postulatore di cause di canonizzazione. Oggi risiede a Milano.

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ZENIT Staff

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