Il Papa auspica un nuovo dialogo tra Vangelo e cultura cinese

Udienza alle diocesi marchigiane per il IV centenario della morte di padre Ricci

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CITTA’ DEL VATICANO, domenica, 30 maggio 2010 (ZENIT.org).- Possa l’esempio di padre Matteo Ricci stimolare un nuovo dialogo tra il Vangelo e la “cultura millenaria” della Cina: è quanto ha auspicato questo sabato Benedetto XVI nel ricevere in udienza i partecipanti al pellegrinaggio organizzato a 400 anni dalla morte del gesuita originario di Macerata.

Rivolgendosi alle circa ottomila persone, provenienti per lo più dalla Regione delle Marche, che hanno partecipato all’udienza in Aula Paolo VI, il Papa ha indicato in padre Ricci “un caso singolare di felice sintesi fra l’annuncio del Vangelo e il dialogo con la cultura del popolo a cui lo si porta, un esempio di equilibrio tra chiarezza dottrinale e prudente azione pastorale”.

“Non solo l’apprendimento profondo della lingua, ma anche l’assunzione dello stile di vita e degli usi delle classi colte cinesi, frutto di studio e di esercizio paziente e lungimirante, fecero sì che padre Ricci venisse accettato dai cinesi con rispetto e stima, non più come uno straniero, ma come il ‘Maestro del grande Occidente’”, ha ricordato.

Il gesuita, ha continuato il Papa, fu in grado di inculturare l’annuncio evangelico nel contesto cinese non solo grazie al suo “profondo amore” per la Cina, alla sua intelligenza e alla sua fedeltà a Cristo ma anche perché fece ricorso all’umanesimo cristiano.

Un umanesimo, ha spiegato, “che considera la persona inserita nel suo contesto, ne coltiva i valori morali e spirituali, cogliendo tutto ciò che di positivo si trova nella tradizione cinese e offrendo di arricchirlo con il contributo della cultura occidentale ma, soprattutto, con la sapienza e la verità di Cristo”.

“Padre Ricci non si reca in Cina per portarvi la scienza e la cultura dell’Occidente, ma per portarvi il Vangelo, per far conoscere Dio”, ha sottolineato ancora.

“Le scelte da lui compiute – ha proseguito il Papa – non dipendevano da una strategia astratta di inculturazione della fede, ma dall’insieme degli eventi, degli incontri e delle esperienze che andava facendo, per cui ciò che ha potuto realizzare è stato grazie anche all’incontro con i cinesi”.

“Un incontro vissuto in molti modi, ma approfonditosi attraverso il rapporto con alcuni amici e discepoli, specie i quattro celebri convertiti, ‘pilastri della nascente Chiesa cinese’”, ha detto il Papa ricordando le figure di Xu Guangqi, letterato e scienziato che aiutò padre Ricci a tradurre in cinese gli “Elementi” di Euclide, e di Li Zhizao che insieme al gesuita realizzò delle edizioni più moderne del mappamondo.

Il ricordo di padre Ricci e degli uomini che collaborarono con lui sia, ha auspicano, siano “di stimolo ed incoraggiamento a vivere con intensità la fede cristiana, nel dialogo con le diverse culture, ma nella certezza che in Cristo si realizza il vero umanesimo, aperto a Dio, ricco di valori morali e spirituali e capace di rispondere ai desideri più profondi dell’animo umano”.

“Anch’io, come padre Matteo Ricci – ha quindi concluso –, esprimo oggi la mia profonda stima al nobile popolo cinese e alla sua cultura millenaria, convinto che un loro rinnovato incontro con il Cristianesimo apporterà frutti abbondanti di bene, come allora favorì una pacifica convivenza tra i popoli”.

All’inizio dell’incontro il Vescovo di Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia, monsignor Claudio Giuliodori, ha ricordato le numerose iniziative promosse a livello locale, nazionale e internazionale per questo anniversario ed ha sottolineato come “una conoscenza sempre più approfondita del modo davvero geniale con cui ha saputo affrontare complesse e delicate questioni teologiche, pastorali e culturali, possa aiutare gli uomini ad affrontare le sfide del nostro tempo”.

Al termine dell’udienza Benedetto XVI ha acceso e benedetto la fiaccola della marcia Macerata-Loreto, che si svolgerà il 12 giugno prossimo, salutando il gruppo di quattro atleti che erano saliti sul palco, guidati dal marciatore del Gruppo Sportivo Fiamme Gialle, Giorgio Rubino.

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ZENIT Staff

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