di Carmen Elena Villa
ROMA, lunedì, 17 maggio 2010 (ZENIT.org).- Il Primo Ministro canadese Stephen Harper e il suo Governo hanno ricevuto forti critiche per aver rifiutato di introdurre il tema dell’aborto nel dibattito del vertice del G8 in programma per la fine di giugno.
Il vertice convoca i leader di otto delle principali economie del mondo: Stati Uniti, Canada, Germania, Francia, Gran Bretagna, Italia, Giappone e Russia. Tradizionalmente, il Paese ospite (quest’anno il Canada) ha la libertà e la potestà di stabilire l’agenda con i temi da trattare.
Un’agenda che includa la difesa della vita
Nel gennaio scorso, il Governo canadese, presieduto dal Primo Ministro, ha annunciato la sua intenzione di rendere la salute materno-infantile una delle priorità dello sviluppo nel vertice di quest’anno.
Per questo, si è deciso di non includere nelle discussioni del G8 il tema dell’aborto e della pianificazione familiare, concentrandosi sul rafforzamento dei sistemi sanitari nei Paesi in via di sviluppo.
“Vogliamo essere sicuri che i nostri fondi siano impiegati per salvare la vita delle donne e dei bambini e che siano utilizzati nelle molte, molte cose che sono a nostra disposizione e che non dividono la popolazione canadese”, ha dichiarato nei giorni scorsi Stephen Harper, citato da Terréense Mckeegan J.D. sulla pagina del Catholic family and human rights Institute (Istituto cattolico per la famiglia e i diritti umani, ndt.), http://www.c-fam.org/.
Di fronte a questa decisione, l’Arcivescovo di Québec, il Cardinale Marc Ouellet, ha affermato in alcune dichiarazioni alla stampa che il Governo canadese ha mostrato “coraggio nel fare qualcosa di più in Canada in difesa dei concepiti”.
Stephen Harper, cristiano evangelico, ha espresso in varie occasioni la sua posizione contraria all’aborto e alla legalizzazione dei matrimoni omosessuali. Nel luglio dello scorso anno è stato ricevuto in udienza privata da Benedetto XVI. In quell’occasione, si è parlato di temi come la difesa della vita, l’etica e la famiglia.
Lo scorso anno, l’Agenzia Canadese per lo Sviluppo Internazionale ha rifiutato di rinnovare i contratti di finanziamento a due dei maggiori promotori dell’aborto: la Federazione Internazionale per la Pianificazione della Famiglia e Marie Stopes International.
Rifiuto della decisione
Varie ONG e diversi gruppi abortisti del Canada e delle Nazioni che partecipano al vertice hanno respinto la proposta di Harper.
L’opposizione è stata guidata da Maureen McTeer, moglie dell’ex Primo Ministro Joe Clark e rappresentante canadese della White Ribbon Alliance for Safe Motherhood (Alleanza del Nastro Bianco per la Maternità Sicura, ndt), che ha esercitato pressioni sui funzionari del Governo del Canada perché si servano di un rapporto pubblicato da Action Canada for Population Development (Azione Canada per la Popolazione e lo Sviluppo, ndt).
Alla fine di marzo, durante la Riunione dei Ministri degli Esteri del G8 svoltasi a Québec, il Segretario di Stato statunitense Hillary Clinton ha affermato che non ci può essere salute materna senza salute riproduttiva, e che “la salute riproduttiva include la contraccezione e la pianificazione familiare, e l’accesso all’aborto legale e sicuro”.
Viste le forti critiche, il Governo canadese ha deciso di includere il tema della pianificazione familiare nel G8: “La definizione della pianificazione familiare alla quale tutti lavoriamo è la capacità delle donne di distanziare e limitare le gravidanze, e di essere sicure di avere il controllo della propria famiglia”, ha detto Bev Oda, Ministro canadese per la cooperazione internazionale.
La Oda ha ad ogni modo sottolineato che questa misura “non include l’aborto”.
Il Cardinal Ouellet ha dichiarato che il Governo del Canada (Paese in cui l’aborto è stato depenalizzato nel 1988) dovrebbe fare qualcosa di più “per andare avanti e riaprire la discussione in Canada sulla situazione legale dei concepiti, che non hanno alcuna protezione”.