di Tünde Lisztovszki
ESZTERGOM, giovedì, 13 maggio 2010 (ZENIT.org).- Il 1° maggio scorso con un incontro nelle città di Esztergom (Ungheria) e Sturovo (Slovacchia) si è aperta la Settimana del Mondo Unito 2010, l’appuntamento dei giovani del Movimento dei Focolari, che da oltre 10 anni promuove iniziative di questo genere. </i>
Dopo le tensioni politiche tra i due Paesi i giovani slovacchi ed ungheresi hanno sentito la necessità di dare un segno di pace.
Per saperne di più abbiamo intervistato Maria Guaita e Andrew Camilleri, responsabili del Movimento internazionale “Giovani per un Mondo Unito”, presenti all’inaugurazione.
“I giovani di oggi…” si dice spesso, soprattutto in un’epoca come questa di grandi cambiamenti. Può sembrare poco visibile, ma i giovani portano in se stessi tanti valori e in modo esemplare…
Andrew Camilleri: Questo evento qui al confine dell’Ungheria con la Slovacchia, è stato un evento molto speciale per noi. Siamo stati invitati dai Giovani per un Mondo Unito. Sono persone normali, giovani di tutti i tipi che si incontrano per strada. Magari sono cattolici praticanti, ma anche di altre denominazioni, praticanti e non, oppure persone di religioni diverse e che non hanno un riferimento religioso particolare, ma credono nei valori più alti dell’umanità.
Hanno a cuore una finalità, che nasce dalla spiritualità di Chiara Lubich, dal Movimento dei Focolari: è questo il Mondo Unito. Si sono riuniti per vivere e testimoniare una giornata dal profondo significato storico, perché è il momento che slovacchi e ungheresi stiano insieme. Sono persone che vogliono guardarsi negli occhi con tanta semplicità e vogliono costruire insieme. Certo, è una cosa che va molto controcorrente. Nei pochi giorni in cui siamo stati a Budapest e in giro anche per l’Ungheria, abbiamo visto che ci sono delle situazioni che hanno creato attriti, sia nel passato che recentemente, a causa di alcuni articoli dei mass-media.
Noi abbiamo la fortuna di lavorare nella segreteria dei Giovani per un Mondo Unito, e notiamo che hanno tutta una vita davanti e tutto un futuro. Hanno anche grandi ideali, vorebbero spendere bene questa vita. Sono molto sensibili ai dolori della società, in questo caso qui – ungheresi e slovacchi – hanno messo il dito nella piaga che per loro è molto importante per dare una soluzione per un futuro più bello. Ed hanno preso in mano questa giornata per dare un segno di speranza, di fraternità. Tante volte non basta la solidarietà, la tolleranza, l’accettarsi gli uni gli altri. Qui hanno voluto entrare nella pelle dell’altro, capire cosa vede l’uno, che idee ha l’altro, per capirsi più profondamente, per essere veri fratelli. Spesso si sente dire, che i giovani sono il futuro, e questo è vero. Ma i giovani sono anche il presente. Voglio dire, i giovani di oggi sono quelli che preparano il futuro di domani. Noi come adulti vogliamo stargli accanto, per prestare il nostro servizio. Vogliamo che sentano la nostra fiducia, vogliamo aiutarli a portare avanti le loro idee, l’ideale che hanno nel cuore.
Tante volte quando ci troviamo insieme a persone che si dedicano ai giovani cerchiamo di sottolineare questo spirito di servizio, che non vuol dire far fare quello che hai in testa, o magari far fare quello che tu hai sperimantato. No. Significa piuttosto scoprire con i giovani, sulla base dell’amore reciproco, il loro punto di vista sulle cose, e aiutarli, dargli continuità, sostegno. Per esempio, anche qui a Esztergom e a Sturovo, i giovani sono stati aiutati da parroci, genitori, famiglie, insomma da tante persone adulte. E questo servizio gli dà il coraggio di andare avanti e quindi di preparare un futuro migliore.
Maria Guaita: La Settimana del Mondo Unito è un’intuizione profetica di Chiara Lubich. La finalità di questa settimana è quella di mostrare a tutti i giovani e istituzioni del mondo come sarebbe il mondo se tutti vivessimo la fraternità. E quindi ha lo scopo proprio anche di incidere sulle istituzioni, sull’opinione pubblica dicendo con i fatti, con le testimonianze che il mondo unito è possibile. La scelta di fare questa giornata qui in Ungheria è stata una scelta dei Giovani per un Mondo Unito ungheresi e slovacchi, per vivere insieme questa esperienza di fraternità. E noi abbiamo visto proprio l’amore scambievole tra di loro e questo è giá mondo unito. Non è solo la possibilità, la speranza di un futuro migliore. È già un seme, certo che si dovrà far crescere, sviluppare, ma è già presente.
Quali sono stati i frutti della Settimana del Mondo Unito? E cosa resta nella vita dei giovani e nel loro futuro da adulti di un evento del genere?
Maria Guaita: Penso che chi ha vissuto un’esperienza come questa, venga su ben costruito dentro, e quindi è un’esperienza destinata a portare molti frutti nella vita di chi l’ha vissuta. Adesso sono giovani, domani saranno adulti, ma è un’esperienza incancellabile e che continuerà a portare dei frutti. Abbiamo visto che questi giovani credono fermamente nella possibilità della fraternità e che danno tutto per raggiungere l’ideale in cui credono: danno la loro intelligenza, la loro creatività, e soprattutto sono disposti anche a considerare la storia passata come la possibilità per un amore maggiore. Non come un’opposizione tra un popolo e l’altro.
Andrew Camilleri: I giovani sono sempre radicali, totalitari. Quello che notiamo in questi giovani è che, quando si fa un’esperienza forte, si arriva a toccare anche la croce, a sperimentare la morte e la risurrezione dentro. Quando si fa l’esperienza di morire a se stessi per amare gli altri, allora sicuramente si avrà un futuro. L’esperienza di morte e rissurrezione non è un’esperienza che si dimentica. La porti dentro finché non darà frutto. Si può essere sposati, sacerdoti, madri o padri di famiglia, ma la si porta sempre dentro. Possiamo testimoniare che i giovani che hanno messo su questa bellissima giornata insieme sono riusciti a compiere questo passo. Quando si ama Gesù sulla croce e ci si abbandona a lui, allora tutto va per il verso giusto. Io sento che in questo modo il futuro è garantito.