LISBONA, martedì, 11 maggio 2010 (ZENIT.org).- Davanti a una folla di circa 200.000 persone, Benedetto XVI ha messo in guardia contro il pericolo di confidare troppo in strutture e programmi ecclesiali, in cui conta il potere ma la fede smette di essere protagonista.

In un pomeriggio assolato, il Pontefice ha presieduto questo martedì nel Terreiro do Paço di Lisbona una celebrazione eucaristica diventata una delle espressioni di fede più importanti suscitate dalla sua prima visita in Portogallo, che terminerà questo venerdì.

“Spesso ci preoccupiamo affannosamente delle conseguenze sociali, culturali e politiche della fede, dando per scontato che questa fede ci sia, ciò che purtroppo è sempre meno realista”, ha riconosciuto il Santo Padre vicino allo sbocco del fiume Tejo, punto di partenza di migliaia di missionari portoghesi e di famiglie alla ricerca di una vita migliore.

“Si è messa una fiducia forse eccessiva nelle strutture e nei programmi ecclesiali, nella distribuzione di poteri e funzioni; ma cosa accadrà se il sale diventa insipido?”, ha chiesto.

Perché ciò non accada, secondo il Papa, “bisogna annunziare di nuovo con vigore e gioia l’evento della morte e risurrezione di Cristo, cuore del cristianesimo, fulcro e sostegno della nostra fede, leva potente delle nostre certezze, vento impetuoso che spazza via qualsiasi paura e indecisione, qualsiasi dubbio e calcolo umano”.

“La risurrezione di Cristo ci assicura che nessuna potenza avversa potrà mai distruggere la Chiesa – ha dichiarato –. Quindi la nostra fede ha fondamento, ma c’è bisogno che questa fede diventi vita in ognuno di noi”.

Il successore di Pietro ha poi chiesto “un vasto sforzo capillare da compiere affinché ogni cristiano si trasformi in un testimone in grado di rendere conto a tutti e sempre della speranza che lo anima (cfr 1Pt 3,15): soltanto Cristo può soddisfare pienamente i profondi aneliti di ogni cuore umano e dare risposte ai suoi interrogativi più inquietanti circa la sofferenza, l’ingiustizia e il male, sulla morte e la vita nell’Aldilà”.

Allo stesso modo, ha riconosciuto che alla Chiesa non mancano “figli riottosi e persino ribelli”. Nei Santi, ha aggiunto, “riconosce i propri tratti caratteristici e, proprio in loro, assapora la sua gioia più profonda. Li accomuna tutti la volontà di incarnare il Vangelo nella propria esistenza, sotto la spinta dell’eterno animatore del Popolo di Dio che è lo Spirito Santo”.

Per questo motivo, ha concordato con i Vescovi del Paese sul fatto che la priorità pastorale per la Chiesa in Portogallo “è quella di fare di ogni donna e uomo cristiani una presenza raggiante della prospettiva evangelica in mezzo al mondo, nella famiglia, nella cultura, nell’economia, nella politica”.

All'inizio della Messa, il Cardinale José da Cruz Policarpo, Patriarca di Lisbona, ha ricordato che il popolo portoghese “ha sempre nutrito un grande amore per il Papa, che si è manifestato anche nei tempi più difficili della nostra storia”, e ha segnalato che la presenza di Benedetto XVI è “un invito ad approfondire e a prendere più sul serio la sua fedeltà”.

Tra gli applausi, il Cardinale ha consegnato al Santo Padre una reliquia di San Vincenzo, patrono di Lisbona, mentre il Pontefice ha lasciato come ricordo di questa Messa un calice.

Nel suo secondo giorno di visita in Portogallo, questo mercoledì, Benedetto XVI, dopo aver incontrato il Primo Ministro José Sócrates Carvalho Pinto de Sousa e il mondo della cultura, si recherà a Fatima per una giornata che culminerà con l'atto di Affidamento e Consacrazione dei Sacerdoti al Cuore Immacolato di Maria.