I Vescovi italiani fanno appello a uno stile di vita più sobrio

Nel messaggio per la prossima Giornata per la salvaguardia del creato

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ROMA, giovedì, 6 maggio 2010 (ZENIT.org).- I tempi attuali richiedono uno stile di vita più sobrio e una vera e propria “conversione ecologica”. E’ questo in sintesi quanto ermege dal messaggio della Conferenza Episcopale Italiana (CEI) per la quinta Giornata per la salvaguardia del creato che si celebrerà il 1° settembre.

Nel testo i presuli sottolineato come Benedetto XVI abbia segnalato più volte “quanti ostacoli incontrino oggi i poveri per accedere alle risorse ambientali, comprese quelle fondamentali come l’acqua, il cibo e le fonti energetiche”.

“Spesso, infatti, l’ambiente viene sottoposto a uno sfruttamento così intenso da determinare situazioni di forte degrado, che minacciano l’abitabilità della terra per la generazione presente e ancor più per quelle future”, si osserva nel messaggio.

Inoltre, come evidenziato in occasione della recente Assembla speciale del Sinodo dei Vescovi per l’Africa, si assiste oggi alla “grave sottrazione di beni necessari alla vita di molte popolazioni locali operata da imprese multinazionali, spesso col supporto di élites locali, al di fuori delle regole democratiche”.

“Questioni di apparente portata locale – affermano i Vescovi italiani – si rivelano connesse con dinamiche più ampie, quali per esempio il mutamento climatico, capaci di incidere sulla qualità della vita e sulla salute anche nei contesti più lontani”.

“Anche le guerre – come del resto la stessa produzione e diffusione di armamenti, con il costo economico e ambientale che comportano – contribuiscono pesantemente al degrado della terra, determinando altre vittime, che si aggiungono a quelle che causano in maniera dirett”a.

A questo proposito, osservano, “pace, giustizia e cura della terra possono crescere solo insieme e la minaccia a una di esse si riflette anche sulle altre”.

Da qui la necessità di rivedere i modelli di sviluppo per puntare a una vera e propria “conversione ecologica”.

“È impossibile, infatti, parlare oggi di bene comune senza considerarne la dimensione ambientale, come pure garantire il rispetto dei diritti fondamentali della persona trascurando quello di vivere in un ambiente sano”, si legge ancora nel messaggio.

“Si tratta di un impegno di vasta portata – ammettono –, che tocca le grandi scelte politiche e gli orientamenti macro-economici, ma che comporta anche una radicale dimensione morale: costruire la pace nella giustizia significa infatti orientarsi serenamente a stili di vita personali e comunitari più sobri, evitando i consumi superflui e privilegiando le energie rinnovabili”.

Tutte indicazioni che richiamano la logica di sussidiarietà: “ogni soggetto è invitato a farsi operatore di pace nella responsabilità per il creato, operando con coerenza negli ambiti che gli sono propri”.

“Tale impegno personale e comunitario per la giustizia ambientale potrà trovare consistenza […] contemplando la bellezza della creazione, spazio in cui possiamo cogliere Dio stesso che si prende cura delle sue creature”, concludono poi.

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ZENIT Staff

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