Anche ferita, la Chiesa rimane un richiamo indispensabile alla moralità

Un Arcivescovo sottolinea la sua presenza indispensabile nella vita della società

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di Alexandre Ribeiro

BELO HORIZONTE, martedì, 27 aprile 2010 (ZENIT.org).- L’Arcivescovo di Belo Horizonte (Brasile), monsignor Walmor Oliveira de Azevedo, ha affermato che la Chiesa, anche se ferita, “è un richiamo indispensabile alla moralità”.

In un articolo inviato a ZENIT, monsignor Azevedo ricorda l’insegnamento dell’apostolo Paolo per cui la Chiesa è un corpo. “Paolo sottolinea che ogni membro è diverso e importante. La sua condizione, se ferita, echeggia in tutta la sua estensione, in ragione dell’insostituibile articolazione tra le membra di questo stesso corpo”.

“Quando Papa Benedetto XVI parla di una Chiesa ferita, in questo primo decennio del terzo millennio, sta riconoscendo che ci sono membra ferite, con ripercussioni su tutto il corpo che è la Chiesa”, afferma l’Arcivescovo.

A suo avviso, “ le piaghe che colpiscono il corpo che è la Chiesa si configurano in molti modi. Ogni rottura dell’unità, ingiustizia, disputa, sfruttamento, mancanza di rispetto e irriverenza che ferisce la nobiltà della dignità umana compone la lista che può fare della Chiesa un corpo ferito”.

“La pedofilia, crimine orribile, condotta abominevole, è una ferita che interessa tutto il corpo. Si aggrava quando membri servitori consacrati di questo corpo sono strumenti di questi avvenimenti nefasti”.

Per l’Arcivescovo di Belo Horizonte, “questo primo decennio della vita della Chiesa nel terzo millennio, preconizzato come quello della mistica e della spiritualità, sfida la Chiesa cattolica a tornare ancor di più alle sue fonti”.

“La Chiesa cattolica ha delle fonti e queste sono ritratte in memorie ricche, consegnate in esperienze, monumenti, servizi, tradizione immateriale, cultura generata nei valori evangelici”.

“La Chiesa – anche se ferita in questi o quei membri, e anche dalle ingiunzioni della storia di ogni tempo, con i suoi cambiamenti – contabilizza esperienze, servizi, persone, molti sacerdoti, alimentando e garantendo la sua presenza indispensabile nella vita della società, un tesoro inestimabile”, ha affermato monsignor Azevedo.

Se il suo corpo è ferito, prosegue il presule, “ha nel suo cuore l’amore di Dio rivelato nel suo Maestro e Signore, Gesù Cristo, che garantisce un’incontestabile carattere morale, credibilità e forza propria per rinascere e portare avanti la sua missione”.

“Anche ferita, la Chiesa è un memoriale di referenze e moralità, indispensabile per la vita di popoli e culture”, conclude il presule.

[Traduzione dal portoghese di Roberta Sciamplicotti]

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ZENIT Staff

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