CITTA’ DEL VATICANO, venerdì, 23 aprile 2010 (ZENIT.org).- Non ha giuridicamente alcun fondamento la denuncia contro la Santa Sede presentata presso il Tribunale Federale di Milwaukee per i crimini commessi da un sacerdote statunitense.
E’ la conclusione alla quale è giunto l’avvocato Jeffrey Lena, incaricato di difendere la Santa Sede negli Stati Uniti, in un comunicato emesso questo venerdì dalla Sala Stampa vaticana.
Dietro la denuncia si trova il noto avvocato Jeff Anderson, che questo giovedì ha annunciato durante una conferenza stampa un’azione legale contro l’allora Cardinale Joseph Ratzinger, in quanto prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, e contro i Cardinali Tarcisio Bertone, in quanto segretario della stessa Congregazione vaticana, e Angelo Sodano, ex Segretario di Stato.
L’accusa fa riferimento al trattamento riservato a padre Lawrence Murphy, sacerdote che secondo i suoi accusatori abusò di circa 200 bambini in un istituto per sordi tra il 1950 e il 1974. Il chierico, che era stato assolto dalla giustizia statunitense, venne processato canonicamente per essere dimesso dallo stato clericale.
In realtà, la Congregazione per la Dottrina della Fede venne interpellata per una questione legata al delitto di violazione del sacramento della confessione da parte di padre Murphy, tra il 1996 e il 1997, e diede indicazione di procedere contro di lui nonostante la lontananza temporale dei fatti rappresentasse un impedimento canonico.
Visto che i crimini si erano verificati 35 anni prima, la Congregazione chiese che il sacerdote rimanesse nel regime di isolamento in cui viveva (in parte a causa della sua malattia) e un’azione decisa per ottenere il suo pentimento. Il chierico è morto quattro mesi dopo la decisione vaticana, presa alla fine del maggio 1998.
Secondo quanto ha spiegato l’avvocato Lena, “innanzitutto – ed è la cosa più importante – solidarietà è dovuta alle vittime degli atti criminali commessi da don Lawrence Murphy. Abusando sessualmente di bambini, Murphy ha violato sia la legge sia la fiducia che le sue vittime avevano riposto in lui”.
La nota dell’avvocato spiega che, “sebbene legittime azioni legali siano state intentate da vittime di abusi, questa non è una di esse. Piuttosto, questa azione legale è un tentativo di utilizzare eventi tragici come piattaforma per un attacco più ampio, che dipende dalla volontà di descrivere la Chiesa cattolica come un”impresa commerciale’ mondiale”.
Per Lena, “l’azione legale di John Doe contro la Santa Sede e i suoi funzionari è assolutamente priva di fondamento. La maggior parte delle accuse rimastica vecchie teorie già rifiutate dai tribunali statunitensi. A proposito di Murphy stesso, la Santa Sede e i suoi funzionari non hanno saputo nulla dei suoi crimini se non decenni dopo il loro verificarsi e non hanno avuto assolutamente alcun ruolo nel provocare danni alla parte civile”.
“Data la mancanza di merito, l’azione legale insieme con la conferenza stampa e i comunicati rituali, è semplicemente il tentativo più recente da parte di certi avvocati statunitensi di utilizzare un processo come strumento per i rapporti con i media. Se necessario, risponderemo a questa azione legale in tribunale in modo più esaustivo e al momento opportuno”, ha concluso il rappresentante legale della Santa Sede.