di Carmen Elena Villa
CITTA’ DEL VATICANO, lunedì, 19 aprile 2010 (ZENIT.org).- “Dopo il grande Papa Giovanni Paolo II, i signori cardinali hanno eletto me, un semplice e umile lavoratore nella vigna del Signore”, sono state le prime parole dell’appena eletto Benedetto XVI dopo che, il 19 aprile 2005, dalla Cappella Sistina si è levata la fumata bianca che ha fatto sì che il Cardinale cileno Jorge Arturo Medina Estévez pronunciasse le due parole più attese in quel momento dall’opinione pubblica: “Habeamus papam“.
Era il terzo Conclave a cui partecipava Joseph Ratzinger, creato Cardinale da Paolo VI nel 1977. Per 24 anni è stato prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede.
Questo grande umanista ha il record tra tutti i Pontefici come colui che ha scritto più libri prima di diventare Papa: sono 142 le opere pubblicate che presentano la sua ricca teologia e spiritualità, caratterizzata dallo spiegare in un linguaggio molto semplice i grandi misteri della fede che possono essere compresi in un interessante dialogo con la luce naturale della ragione.
Benedetto XVI ama i gatti, suona il piano e il suo compositore preferito è Mozart. Anche suo fratello Georg è sacerdote. Sono stati ordinati insieme nel 1951.
I suoi insegnamenti
Dopo aver terminato il tema dei Salmi, che Papa Giovanni Paolo II aveva iniziato nelle catechesi dell’Udienza generale del mercoledì, Benedetto XVI ha cominciato a parlare di un tema che per lui è sempre stato fondamentale: la tradizione del cristianesimo e il pensiero dei primi secoli. Per questo, ha dedicato varie udienze a parlare di ciascuno degli apostoli, secondo la Sacra Scrittura e la tradizione. Ha poi voluto approfondire i Padri della Chiesa, lasciando capire quanto sia attuale il loro insegnamento.
Ha anche istituito due anni tematici per sottolineare alcuni personaggi e aspetti particolari del cristianesimo, a cominciare dall’Anno Paolino per commemorare i duemila anni della nascita di San Paolo. La sua inaugurazione e la chiusura sono avvenute nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, dove secondo la tradizione giacciono i resti dell’Apostolo delle Genti. Ha inoltre dedicato varie catechesi a questo apostolo, convertitosi al cristianesimo dopo aver perseguitato al Chiesa.
Il Papa ha voluto dedicare un anno anche ai sacerdoti, evento che si chiuderà a giugno. In questo modo, ha commemorato i 150 anni dalla morte di San Giovanni Maria Vianney, il Curato d’Ars, patrono dei parroci.
In qualità di teologo e non di Papa, durante il suo pontificato ha scritto il libro “Gesù di Nazaret”, in cui mostra Gesù Cristo come Figlio di Dio, totalmente obbediente al Padre senza perdere un solo tratto di umanità. La pubblicazione della seconda parte di questa importante opera cristologica è attesa per la fine dell’anno.
Tre Encicliche hanno mostrato il suo incredibile talento intellettuale al servizio della fede. La Deus Caritas Est (febbraio 2006) è divisa in due parti: nella prima ricorda alcuni punti essenziali dell’amore che Dio, “in modo misterioso e gratuito, offre all’uomo, insieme all’intrinseco legame di quell’Amore con la realtà dell’amore umano”. La seconda parte del testo cerca di concretizzare questo amore nei confronti del prossimo.
Nell’Enciclica Spe Salvi (novembre 2007) assicura che grazie alla speranza l’uomo può affrontare il presente per quanto possa essere difficile, ed esorta gli uomini ad avere sempre l’eterno come meta.
La Caritas in Veritate (luglio 2009) parla della carità cristiana basata sulla verità, che porterà al vero sviluppo. Benedetto XVI ha voluto così rendere omaggio al suo predecessore Paolo VI e all’Enciclica Populorum Progressio, pubblicata nel 1967.
Canonizzazioni
In questi cinque anni di pontificato, Benedetto XVI ha proclamato 516 beati. Grazie a una proposta del prefetto emerito della Congregazione per le Cause dei Santi, il Cardinale José Saraiva Martins, le beatificazioni hanno iniziato ad essere celebrate nelle Diocesi del nuovo beato e sono presiedute da un Arcivescovo in rappresentanza del Papa. In generale le presiede monsignor Angelo Amato, prefetto di questo dicastero vaticano.
Sotto il pontificato si è realizzata la cerimonia di beatificazione più numerosa della storia. Nell’ottobre 2007 sono stati elevati agli altari 498 martiri morti durante la Guerra Civile Spagnola. La cerimonia è stata presieduta dal Cardinale Saraiva Martins. Tra gli altri beati approvati da questo Papa figurano Luis Martin e Zélie Guerin, i genitori di Santa Teresina del Bambin Gesù.
Benedetto XVI ha canonizzato 28 nuovi Santi, tra cui il sacerdote belga Damian de Veuster (1840-1889), l’Apostolo dei Lebbrosi, che a 33 anni si recò nell’isola di Molokai, nell’arcipelago delle Hawaii, per curare a livello fisico e spirituale i lebbrosi isolati in quel luogo. A ottobre canonizzerà la prima australiana: madre Mary MacKillop (1842-1909), cofondatrice delle Suore di San Giuseppe, serva dei poveri e degli analfabeti, che ha svolto una straordinaria opera educativa nel suo Paese.
Alcune pubblicazioni e dei pronunciamenti di Benedetto XVI hanno fatto storia, come la Costituzione Apostolica Anglicanorum coetibus, pubblicata nel novembre 2009. Per la prima volta nella storia della Chiesa, un Pontefice istituisce ordinariati personali per permettere a un gruppo di un altro credo di entrare in piena comunione con la Chiesa cattolica. Avverrà con i circa 500.000 anglicani che per questioni come il sacerdozio e l’episcopato femminile e l’ammissione a questo ministero di persone omosessuali hanno chiesto la comunione con la fede cattolica.
Durante il suo pontificato, il Papa ha visitato tre sinagoghe: a Colonia, New York e Roma. Ha anche visitato tre moschee: nel 2006 la moschea blu di Istanbul, nel 2009 la moschea Hussein ad Amman (Giordania) e la moschea della Roccia a Gerusalemme. Nel novembre 2008 ha anche incontrato la comunità islamica di Roma al termine del forum islamo-cattolico svoltosi nella città.
Un’altra pubblicazione senza precedenti è la Lettera ai cattolici d’Irlanda per i casi di abusi sessuali sui minori da parte di membri del clero. Il documento è il frutto di una riunione che il Pontefice ha avuto con i Vescovi irlandesi per esaminare questi casi e le loro cause, proporre una penitenza nelle Diocesi e stabilire alcune misure perché tali crimini non si ripetano.
Pellegrino
Il suo primo viaggio fuori dall’Italia è stato nel suo Paese natale, la Germania, dove ha presieduto la Giornata Mondiale della Gioventù a Colonia, la cui riflessione si è concentrata sui Re Magi che dall’Oriente si recarono a Betlemme per adorare Gesù.
Nel maggio 2006 è andato in Polonia, dove ha pregato nel campo di concentramento di Auschwitz: “Questo silenzio diventa poi domanda ad alta voce di perdono e di riconciliazione, un grido al Dio vivente di non permettere mai più una simile cosa”, ha detto nel suo discorso.
Nel luglio 2006 ha partecipato a Valencia (Spagna) all’Incontro Mondiale delle Famiglie, e nel settembre dello stesso anno è tornato nel suo Paese per visitare le città di Monaco, Altötting e Ratisbona. A dicembre è andato in Turchia per incontrare il Patriarca ortodosso di Costantinopoli, Bartolomeo I, con cui ha firmato una dichiarazione comune.
Il suo primo viaggio in America Latina è stato in Brasile ne
l maggio 2007, dove ha inaugurato la V Conferenza generale dell’Episcopato latinoamericano e del Caribe ad Aparecida. Nel settembre dello stesso anno si è recato in Austria per celebrare gli 850 anni della fondazione del Santuario di Mariazell.
Nell’aprile 2008 è andato negli Stati Uniti per celebrare i 200 anni dell’Arcidiocesi metropolitana di Baltimora, da cui sono nate altre quattro Diocesi: New York, Phildelphia, Boston e Louisville. Durante la visita si sono svolti un incontro interreligioso con gli ebrei e uno con le diverse denominazioni cristiane del Paese.
Nel suo viaggio a Sydney, in Australia, nel luglio 2008 ha celebrato la Giornata Mondiale della Gioventù. Decine di migliaia di giovani, molti dei quali provenienti dalle Diocesi di Asia e Oceania, si sono riuniti per meditare sul tema centrale dell’evento, ricevere la forza dello Spirito Santo per essere testimoni di Cristo. A settembre si è recato in Francia per commemorare i 150 anni delle apprizioni della Madonna a Lourdes.
Nel marzo 2009 il Papa è andato in Africa, dove ha consegnato l’Instrumentum laboris del Sinodo realizzato sulla Chiesa in questo continente.
Nel maggio dello stesso anno si è recato in Terra Santa, dove ha voluto compiere un pellegrinaggio alle fonti della fede e ha visitato e incoraggiato la Chiesa locale.
Nel settembre 2009 si è recato nella Repubblica Ceca, visitando l’immagine del Bambin Gesù di Praga e ricordando la figura di San Venceslao, duca di Boemia e martire del Paese nell’VIII secolo.
Il suo ultimo viaggio fuori dall’Italia è stato, sabato e domenica, nella Repubblica di Malta per celebrare i 1950 anni del naufragio di San Paolo nell’arcipelago. “Dal naufragio, per Malta è nata la fortuna di avere la fede; così possiamo pensare anche noi che i naufragi della vita possono fare il progetto di Dio per noi e possono anche essere utili per nuovi inizi nella nostra vita”, ha affermato.
Quello che si festeggia questo lunedì è un lustro in cui Benedetto XVI ha saputo imprimere alla Chiesa le sue migliori qualità personali: intelligenza, sensibilità, umanesimo, fermezza e disciplina. “Mi consola il fatto che il Signore sa lavorare ed agire anche con strumenti insufficienti e soprattutto mi affido alle vostre preghiere”, ha detto cinque anni fa venendo eletto.
“Nella gioia del Signore risorto, fiduciosi nel suo aiuto permanente, andiamo avanti. Il Signore ci aiuterà e Maria sua Santissima Madre starà dalla nostra parte”, aveva concluso.
[Traduzione dallo spagnolo di Roberta Sciamplicotti]