BRASILIA, venerdì, 16 aprile 2010 (ZENIT.org).- Il fazendeiro Vitalmiro Bastos de Moura, conosciuto come Bida, è stato condannato questo lunedì a Belém (Pará, nord del Brasile), a 30 anni di reclusione per aver fatto uccidere cinque anni fa suor Dorothy Stang, una missionaria nordamericana naturalizzata brasiliana.
Secondo quanto reso noto dalla Conferenza Nazionale dei Vescovi del Brasile, dopo più di 14 ore di giudizio, Bida è stato considerato dalla maggioranza dei giurati autore dell’omicidio, con l’aggravante dell’età avanzata di suor Dorothy (allora aveva 73 anni).
Il giudice Raimundo Moisés Flexa ha affermato nella sentenza che la personalità di Bida è “perversa e codarda” e che la religiosa era “un’anziana indifesa”.
Le azioni del fazendeiro “negano la stessa razionalità umana”, ha affermato il magistrato a un pubblico di sostenitori di suor Dorothy, che pregavano dandosi la mano.
Bida è attualmente l’unico mandante del delitto ad essere in carcere nel Pará.
“Giustizia è stata fatta. Mia sorella sarebbe molto felice. Credeva nel sistema giudiziario brasiliano”, ha detto David Stang, fratello di suor Dorothy che vive negli Stati Uniti e si era recato a Belém per il processo.
Alla fine del mese, Regivaldo Pereira Galvão, l’altro accusato di essere il mandante dell’omicidio della religiosa in collaborazione con Bida, dovrà presentarsi davanti al giudice per la prima volta.
Morta nel febbraio 2005, Dorothy Stang era una delle principali leader dei piccoli produttori rurali dell’Amazzonia. Lottava per la riforma agraria e denunciava i crimini commessi contro l’ambiente e contro i lavoratori.
Il suo omicidio, uno dei principali nel contesto del conflitto agrario amazzonico, ha provocato ripercussioni internazionali e ha dato origine a un documentario, “Hanno ucciso suor Dorothy”, del nordamericano Daniel Junge, pre-selezionato per gli Oscar dello scorso anno.