di Serena Sartini
LA VALLETTA, giovedì, 15 aprile 2010 (ZENIT.org). Sono attesi 10mila pellegrini all’incontro che il Papa terrà con i giovani maltesi, a Waterfront, nel grande porto della Valletta domenica pomeriggio. Un incontro voluto fortemente dall’intera chiesa dell’Isola e che chiuderà la due giorni di Benedetto XVI a Malta sabato e domenica.
I giovani maltesi si attendono parole di speranza, di sostegno, di guida, dal Successore di Pietro. Nathanael è un ragazzo di 26 anni di Zabar, una piccola cittadina vicino Valletta. Studia scienze delle comunicazioni, ma lavora in un call center per mantenersi agli studi.
“Da mesi mi sto preparando a questo incontro con il Papa – dice a ZENIT -. Non volevamo che l’incontro fosse un concerto, o che fosse ridotto solamente all’evento in sé, all’incontro con lui. Ma volevamo creare un cammino di preparazione per giungere all’evento con un certo spirito”.
“La sfida grande – continua – è quella di conoscere la figura del Papa non come celebrità, ma per quello che è veramente, cioè come persona. In questi mesi, si sono unite le forze di tante realtà, di tanti movimenti, di diverse organizzazioni e abbiamo visto una Chiesa che è unita”.
“È un passo di maturità per la Chiesa giovane, qui a Malta – commenta –. E questo con il Papa è un evento che ci fa sentire più uniti. Sono contento di attenderlo qua a Valletta”.
Padre Savio Vella è il responsabile della pastorale giovanile e da mesi si sta occupando dell’evento. “Da novembre scorso – racconta a ZENIT – quando è stato ufficializzato l’incontro del Papa, abbiamo invitato i giovani a essere loro i protagonisti e a organizzare l’evento”.
“Abbiamo così chiesto cosa avrebbero voluto che venisse fuori dall’incontro – spiega –. Oltre 100 giovani hanno accettato l’invito e si sono messi a preparare l’evento di domenica pomeriggio rimboccandosi le maniche, volontariamente e spendendo le loro energie e il loro tempo. È stato molto bello vedere questi giovani mettersi in discussione”.
Padre Savio spiega dunque il significato di questo incontro. “La prima cosa che i giovani hanno messo in evidenza in modo chiaro è che la Chiesa abbraccia tutti senza distinzioni. La Chiesa non esclude nessuno”.
“La seconda cosa – aggiunge – è che la Chiesa è una Chiesa che ascolta, specialmente ascolta i più giovani. Per questo abbiamo pensato a una serata che coinvolgesse sia i giovani già integrati nelle realtà della Chiesa, ma anche e soprattutto che chiamasse in causa gli emarginati, coloro che stanno alla periferia, che sono lontani dalla fede. Abbiamo così coinvolto coloro che hanno problemi con la droga e l’alcool, giovani detenuti, immigrati, senza-tetto”.
La serata-incontro sarà così strutturata. Dalle due del pomeriggio inizierà un momento di musica e animazione. La band è composta da 10 persone, 198 sono invece gli artisti tra ballerini, cantanti, musicisti. Tutti non professionisti. Ci saranno cinque ore di concerto, dalle 14 alle 19, interrotte solamente dall’incontro con il Papa.
Nel grande porto di Waterfront saranno presenti la tenda dell’adorazione, la tenda della confessione con 40 giovani sacerdoti, la tenda del dialogo con alcuni esperti psicologi.
“Quattro giovani hanno preparato il saluto che verrà letto a Benedetto XVI – afferma padre Savio -. Il centro di tutto è riprendere il brano del Vangelo ‘Signore, che cosa devo fare per avere la vita eterna?’. I giovani porranno domande sul futuro, esprimendo le loro preoccupazioni lavorative, di studio, di fede”.
“I quattro giovani leggeranno il saluto – prosegue poi – in rappresentanza di quattro rispettive categorie: detenuti e gay, giovani già coinvolti nella Chiesa per essere protagonisti, giovani che si preparano al matrimonio che quindi porteranno domande e interrogativi sulla vita di coppia e sul ruolo dei genitori, e giovani che stanno vivendo un periodo di discernimento vocazionale. Ci si attende, dunque, che il Papa tratti questi temi: l’emarginazione, la famiglia, il ruolo dei giovani nella Chiesa, le vocazioni”.
Un evento che è stato preparato da molti mesi. “Sì, i giovani si sono preparati tanto – conclude padre Savio – c’è stata una vera e propria maratona nelle parrocchie di tutta Malta, con la Croce della Gmg e l’Icona di Maria. Un pellegrinaggio ininterrotto. D’accordo con l’arcivescovo, abbiamo voluto che fossero i giovani i protagonisti di questo evento, che lo preparassero e lo realizzassero loro in prima persona. E proprio loro, i giovani, hanno voluto che gli emarginati, gli esclusi, gli ultimi fossero i privilegiati. Siederanno nelle prime file e potranno incontrare il Papa e salutarlo”.