ROMA, martedì, 2 marzo 2010 (ZENIT.org).- I cattolici che vivono in condizioni di minoranza non vogliono “diritti speciali”, ma quelli che devono essere garantiti a ogni essere umano, a cominicare dal fondamentale “diritto di esistere”.

Monsignor Aldo Giordano, Osservatore Permanente della Santa Sede presso il Consiglio d’Europa, lo ha dichiarato in occasione del 10° Incontro dei presidenti delle Conferenze Episcopali del Sud-Est europeo, svoltosi nella capitale moldava Chişinău dal 25 al 28 febbraio.

“I cattolici che vivono in situazioni di minoranze non attendono diritti speciali, ma sentono la responsabilità di contribuire al bene comune”, ha affermato il presule.

Per questo, “sono coscienti di avere tutti i diritti propri della persona umana, quelli previsti dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo dell’ONU (1948): dalla dignità della persona umana, alla vita, alla uguaglianza, alla libertà di religione e di coscienza”.

Dall'altro lato, ha aggiunto, “i cattolici hanno i diritti propri della natura e missione della Chiesa: diritto di esistere, di organizzazione autonoma, di parola, di presenza nello spazio pubblico”.

All'Incontro di Chişinău, promosso dal Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (CCEE), sono state rappresentate le Conferenze Episcopali di Albania, Bosnia e Erzegovina, Bulgaria, Romania, la Conferenza Episcopale Internazionale SS. Cirillo e Metodio e la Turchia, insieme all’Arcivescovo di Cipro dei Maroniti e al Vescovo di Chişinău, monsignor Anton Cosa, che ha ospitato l'evento.

Ha partecipato anche il Nunzio Apostolico in Romania e in Repubblica Moldova, monsignor Francisco-Javier Lozano, che ha ricordato come “ogni Stato ha il dovere primario di proteggere la propria popolazione dalla violazione dei diritti umani”.

La Chiesa, ha spiegato, “non si sente estranea ad alcun problema dell’uomo contemporaneo e, con umiltà e convinzione, sa di mettere in primo piano i più alti valori umani”.

Per il rappresentante della Santa Sede, la Chiesa cattolica, ovunque si trovi, si fa vicina alle vicissitudini delle comunità locali attraverso la forza della preghiera, ma anche il sollecito sostegno spirituale e materiale.

Essa, inoltre, crede sempre e comunque nel dialogo con le istituzioni civili, le altre confessioni cristiane e le varie religioni come via preferenziale per raggiungere e mantenere la pace.

Secondo monsignor Lozano, infatti, il dialogo tra le culture “è un antidoto efficace contro la chiusura etnica”.

“I contatti interreligiosi e interculturali, accanto al dialogo ecumenico, sono strade obbligate perché le dolorose lacerazioni del passato non accadano più e quelle residue siano presto risanate”, ha sottolineato.

Al Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa appartengono quali membri le attuali 33 Conferenze Episcopali presenti in Europa, rappresentate di diritto dai loro presidenti, dagli Arcivescovi del Lussemburgo e del Principato di Monaco e dal Vescovo di Chişinău.

Il Consiglio è presieduto dal Cardinale Péter Erdő, Arcivescovo di Esztergom-Budapest, Primate d’Ungheria; i Vicepresidenti sono il Cardinale Josip Bozanić, Arcivescovo di Zagabria, e il Cardinale Jean-Pierre Ricard, Arcivescovo di Bordeaux. Segretario generale del CCEE è padre Duarte da Cunha. La sede del Segretariato è a St. Gallen (Svizzera).