Cile: cappelle temporanee per ricostruire la speranza

Aiuto alla Chiesa che Soffre assume l’onere finanziario dell’iniziativa

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ROMA, giovedì, 18 marzo 2010 (ZENIT.org).- Grazie al sostegno economico dell’associazione caritativa internazionale Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS), i fedeli delle zone del Cile devastate dal terremoto del 27 febbraio scorso potranno pregare in cappelle temporanee.

ACS sta infatti provvedendo alla sistemazione di 15 strutture nelle Diocesi più colpite – come Rancagua, Talca, Linares, Chillán, Concepción e Los Angeles -, in cui il 70-90% delle chiese è inutilizzabile.

Lo tsunami seguito al terremoto ha provocato ulteriore distruzione, spazzando via villaggi e cittadine sulla costa.

La Chiesa stima che le vittime siano quasi 500.

In base ad alcuni rapporti ricevuti da ACS, il mese scorso la regione è stata colpita da circa 270 scosse, metà delle quali almeno di magnitudo 5.0 della scala Richter. Alcune di queste sono state seguite da tsunami.

ACS ha donato per le cappelle temporanee più di 211.000 euro, ha riferito Ulrich Kny, coordinatore dei progetti per l’America Latina.

Ogni cappella potrà ospitare un massimo di 100 persone. Kny spera che queste strutture aiutino a ravvivare la vita ecclesiale in Cile.

L’iniziativa, ha aggiunto, è coordinata dal Vescovo Alejandro Goic Karmelic di Rancagua, presidente della Conferenza Episcopale Cilena.

Nella maggior parte delle zone colpite dai terremoti, ha sottolineato Kny, le Messe sono celebrate all’aperto, ma tra poche settimane arriverà l’inverno, con temperature molto basse e forti piogge.

“La gente vive nella paura per la possibilità di nuove scosse e tsunami”, ha confessato.

“L’unica cosa che dà speranza è la fede. La costruzione delle cappelle è molto importante perché permette alle persone di esprimere la propria fede e di ricostruire la speranza. Molti hanno perso tutto”.

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ZENIT Staff

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