ROMA, martedì, 27 ottobre 2009 (ZENIT.org).- “E’ questo un grande momento per la città di Loreto”, ma anche “per tutti coloro che condividono il progetto che Chiara Lubich aveva in cuore: legare le istituzioni e la politica alla spiritualità”. Queste le prime battute con cui il sindaco della città, Moreno Pieroni, ha aperto, domenica 25 ottobre, la cerimonia per il conferimento della cittadinanza benemerita in memoria della fondatrice del Movimento dei Focolari, nelle mani dell’attuale presidente Maria Voce.
Al Palacongressi – fa sapere in una nota il Movimento dei Focolari –, davanti ad autorità religiose e civili, tra cui numerosi sindaci della regione, e ad un pubblico locale e internazionale, per la partecipazione dei dirigenti dei Focolari, il sindaco ha ricordato l’attualità e la profondità del “messaggio spirituale, culturale e operativo” di Chiara Lubich, “la sua opera incentrata sull’ideale della fraternità, l’impulso da lei dato al rinnovamento della politica, dell’economia, della pedagogia e dei diversi ambiti della società, al dialogo da lei aperto con l’umanità, superando le differenze tra razze, religioni e culture”. Ed ha auspicato che “sia di esempio soprattutto per coloro che operano nel mondo politico”.
Il riconoscimento – come evidenziato nella motivazione – cade “nella ricorrenza del 70° della prima venuta nella santa casa lauretana” di Chiara Lubich, dove “ebbe la prima intuizione di una nuova strada nella Chiesa: il focolare”, definito, “cuore di una spiritualità comunitaria, la spiritualità dell’unità, ora diffusa nei 5 continenti”.
La forte esperienza spirituale che Chiara, 19enne, aveva vissuto in quella “casa” – che secondo la tradizione ha accolto la straordinaria famiglia di Nazaret – è risuonata nel Palacongressi, attraverso le sue stesse parole, espresse in un intenso momento artistico.
“L’intuizione di Chiara appare un intervento di Dio, che precede i tempi e che non dà spiegazioni razionali”, osserva Maria Voce. “Quando irrompe il divino nella storia, non viene con lo squillare delle trombe, ma sommessamente, come a Nazaret”.
Un’esperienza che si incastona nella storia ed “accomuna semplici fedeli e santi che tra quelle pareti hanno avuto la rivelazione del progetto di Dio sulla loro vita e lì hanno pronunciato il loro “Eccomi”.
“Tra quelle pietre che sono state testimoni dell’Incarnazione del Figlio di Dio – come ha evidenziato l’Arcivescovo di Loreto, mons. Giovanni Tonucci – nasce in Chiara quell’intuizione da cui si apriranno orizzonti infiniti”, che attendono di essere ampliati e realizzati da tutti coloro che hanno raccolto la sua eredità.
La Presidente del Focolari ha ricordato che è proprio sulla famiglia di Nazaret che si è modellata la nuova famiglia spirituale nata nella Chiesa, il Movimento dei Focolari. La nuova via di cui Chiara ebbe l’intuizione a Loreto è quell’ “amore reciproco che ha la misura del dono totale di sé”, la legge del Cielo portata da Gesù, e “che ha il primo riflesso in terra proprio in quella straordinaria famiglia di Nazaret”.
Ed Eli Folonari, che ha vissuto con Chiara per più di 50 anni, ne ha mostrato i frutti: “Questo rapporto nuovo che si crea tra le persone fa sperimentare la presenza del divino”. E proprio questa esperienza “richiama la presenza di Gesù nella casa di Loreto”, come da lui promesso nel Vangelo: ‘dove sono due o tre uniti nel mio nome, lì sono Io in mezzo a loro’. “Un altro modo in cui Gesù si rende presente nel tempo di oggi”.
Due esempi della forza di rinnovamento che scaturiscono da queste radici spirituali sono stati presentati da un economista e da un politologo, docenti universitari: Luigino Bruni e Antonio Maria Baggio.
In campo economico, per contribuire a sanare il profondo divario tra ricchi e poveri – ha detto il prof. Bruni – Chiara “non ha attivato fondi di solidarietà, ma ha puntato a cambiare il cuore stesso del sistema economico”: le imprese di produzione, secondo un progetto preciso, l’economia di comunione.
In campo politico, il prof. Baggio ha evidenziato come la fraternità universale assunta come categoria politica, immette fiducia nel tessuto sociale lacerato, ricostruendolo. Un’esperienza, iniziata anche a Loreto due anni fa, come ha ricordato ancora il sindaco Pieroni, quando la città ha aderito ad una rete che lega Comuni di varie città italiane, impegnati a dar vita ad iniziative “per la pace, i diritti umani, la giustizia sociale e la fraternità universale”. Progetto che va col nome di “Città per la fraternità”.