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Signori Cardinali,
cari Fratelli nell’Episcopato e nel Sacerdozio,
distinte Autorità,
cari amici!
Ci ritroviamo questa sera per un altro concerto, anche questo di notevole livello artistico e di alto valore storico, a breve distanza da quello tenutosi la scorsa settimana nell’Auditorium di Via della Conciliazione. Rivolgo a ciascuno di voi il mio cordiale saluto: ai Signori Cardinali, ai Vescovi e ai Prelati, alle Autorità, ai graditi ospiti e a tutti i presenti. Un saluto particolare desidero indirizzare ai Padri Sinodali, che hanno voluto condividere insieme anche questo momento di serena distensione.
A nome di tutti esprimo un cordiale ringraziamento all’Accademia Pianistica Internazionale “Incontri con il maestro” di Imola. Vorrei ringraziare e manifestare sentimenti di vivo apprezzamento soprattutto al maestro Franco Scala, che vent’anni fa ha fondato tale benemerita istituzione musicale e continua a dirigerla con passione e talento. A lui va la mia gratitudine pure per le parole con le quali, all’inizio della serata, ha voluto interpretare i comuni sentimenti dei presenti. Un cortese ringraziamento dirigo alla pianista, Jin Ju, che ci ha fatto assaporare le potenzialità espressive del fortepiano e del pianoforte, e la carica emotiva delle musiche che ha eseguito. Mi preme, infine, salutare e ringraziare tutti coloro che, in diversi modi, hanno cooperato alla realizzazione del concerto.
Cari amici, questa sera siamo stati accompagnati in un avvincente ed ideale iter storico e artistico che ha ripercorso l’evoluzione del fortepiano, poi pianoforte, uno fra gli strumenti musicali maggiormente conosciuti e prediletti dai compositori più famosi, strumento capace di offrire una non piccola gamma di sfumature musicali armoniche. I sette strumenti utilizzati, provenienti dall’importante collezione di Imola che ne annovera più di cento, costituiscono di per sé un patrimonio estetico, artistico e storico, sia perché emettono quei suoni che hanno ascoltato gli uomini del passato, sia perché testimoniano il progresso dell’artigianato del pianoforte, rivelando le intuizioni e i successivi perfezionamenti di abili e impareggiabili costruttori.
Questo concerto ci ha permesso, ancora una volta, di gustare la bellezza della musica, linguaggio spirituale e quindi universale, veicolo quanto mai adatto alla comprensione e all’unione tra le persone e i popoli. La musica fa parte di tutte le culture e, potremmo dire, accompagna ogni esperienza umana, dal dolore al piacere, dall’odio all’amore, dalla tristezza alla gioia, dalla morte alla vita. Vediamo come, nel corso dei secoli e dei millenni, la musica è sempre stata utilizzata per dare forma a quello che non si riesce a fare con le parole, perché suscita emozioni altrimenti difficili da comunicare. Non è pertanto un caso se ogni civiltà ha dato importanza e valore alla musica nelle sue varie forme ed espressioni.
La musica, la grande musica, distende lo spirito, suscita sentimenti profondi ed invita quasi naturalmente ad elevare la mente e il cuore a Dio in ogni situazione, sia gioiosa che triste, dell’esistenza umana. La musica può diventare preghiera. Grazie ancora a coloro che hanno organizzato questa bella serata. Tutti, cari amici, vi benedico di cuore.
[© Copyright 2009 – Libreria Editrice Vaticana]