Il missionario rapito nelle Filippine ha urgente bisogno di medicinali

La Chiesa chiede preghiere per la sua liberazione

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di Patricia Navas

PAGADIAN, venerdì, 16 ottobre 2009 (ZENIT.org).- Padre Michael Sinnott, irlandese della Società Missionaria di San Colombano sequestrato domenica a Pagadian (Mindanao, Filippine), ha urgente bisogno di medicinali a causa del suo precario stato di salute.

Lo ha riferito all’agenzia Fides il Vescovo di Pagadian, monsignor Emmanuele Cabajar, che ha chiesto di “pregare per la sua salvezza” e ha supplicato i rapitori “perché lo rilascino subito e lo trattino con compassione”.

Il missionario, che ha 79 anni, ha due bypass ed è stato operato di recente al cuore. E’ stato sequestrato domenica sera mentre usciva di casa.

Sette uomini armati lo hanno fatto salire su un veicolo che è stato poi rinvenuto dato alle fiamme e abbandonato su una spiaggia. I rapitori l’hanno portato via su un gommone.

Il Vescovo Cabajar ha pubblicato un manifesto, “Padre Michael Sinnot, un uomo di pace”, in cui esprime il suo dolore per l’accaduto.

“La nostra priorità oggi è cercare di fargli recapitare le medicine di cui ha bisogno per la sua vita – ha affermato –. Stiamo tentando in tutti i modi di stabilire un canale con i sequestratori”.

“Speriamo sia liberato ben presto, entro una settimana, dato che il suo fisico potrebbe non resistere al lungo ed estenuante disagio in mano ai sequestratori, che spesso costringono le vittime a marce forzate”, ha aggiunto il vicario generale della Diocesi, monsignor Gilbert Hingone.

Servizio ai bambini disabili

“Attendiamo fiduciosi buone notizie, perché il religioso possa tornare presto al suo servizio pastorale, che ha sempre svolto con amore, zelo e dedizione, specialmente in favore dei bambini disabili”, ha dichiarato monsignor Cabajar.

Il missionario, nato in Irlanda, coordinava un progetto di riabilitazione per bambini disabili.

Subito dopo il suo sequestro, i leader militari della regione hanno comunicato che il sacerdote era stato avvistato nella zona di Lanao Sud.

Circa i sequestratori, padre Gilbert ha spiegato che “i sospetti vanno su bande dedite al business dei sequestri a scopo di estorsione. Vogliono denaro per finanziare la loro lotta. Ma la politica della Chiesa nelle Filippine del Sud è non cedere alle richieste di riscatto”.

Solidarietà di cattolici e musulmani

La comunità cattolica della Diocesi sta pregando per il missionario in parrocchie, scuole e associazioni.

Cattolici di tutta la regione si sono recati nella città di Pagadian per esprimere la propria solidarietà e il proprio affetto e chiedere a Dio di proteggere la vita del missionario.

Anche alcuni gruppi musulmani locali hanno fatto giungere al Vescovado dimostrazioni di solidarietà e hanno condannato il sequestro.

Padre Sinnott lavora nella zona da trent’anni ed è molto conosciuto e amato dalla popolazione locale.

Il vicario generale ha affermato che “episodi come il sequestro di p. Sinnott, per quanto dolorosi e ingiusti, non fermeranno l’azione della Chiesa a Mindanao per la riconciliazione, il dialogo interreligioso e il processo di pace”.

Secondo l’agenzia AsiaNews, dal 1993 almeno 15 sacerdoti e pastori protestanti – 8 stranieri e 7 di nazionalità filippina – sono stati sequestrati a Mindanao.

L’agenzia informativa delle Pontificie Opere Missionarie OMPress ha comunicato che padre Sinnott è il terzo sacerdote rapito nella zona di Mindanao occidentale negli ultimi 12 anni.

Nel 1991 è stato rapito padre Desmond Hartford, liberato alcuni giorni dopo. Nel 2001 padre Rufus Halley è stato assassinato per aver resistito a un tentativo di sequestro. Nel 2007, alcuni uomini armati hanno rapito il missionario italiano Giancarlo Bossi.

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ZENIT Staff

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