Il Papa auspica la ricollocazione della statua di Monte Mario

Il maltempo ha fatto cadere l’immagine della Madonna modellata da uno scultore ebreo

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di Antonio Gaspari

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ROMA, giovedì, 15 ottobre 2009 (ZENIT.org).- Il Papa ha espresso “vicinanza” e auspicato la “pronta ricollocazione” per la madonnina del Don Orione, crollata nei giorni scorsi a causa del maltempo che ha colpito Roma.

“Il Santo Padre – si legge in un messaggio inviato a don Flavio Peloso, superiore generale degli Orionini – , appresa la notizia, assicura la Sua vicinanza spirituale a questa famiglia religiosa e, mentre auspica che la Statua venga quanto prima ricollocata a devozione di tutti i romani, di cuore imparte a lei e a quanti vivono e operano nel Centro di Monte Mario una speciale benedizione apostolica”.

La statua dorata della Madonna di Monte Mario, alta 9 metri e posta su una torretta di 19 metri, è caduta il 13 ottobre, in seguito ad una tempesta di vento e acqua.

Nel messaggio a firma dell’assessore mons. Peter B.Wells, la Madonnina del Centro Don Orione di Monte Mario è definita “uno dei simboli religiosi più importanti e significativi di Roma”.

In effetti oltre ad essere posta su uno dei monti più alti della città capitolina la statua di “Maria Salus Populi Romani” ha una storia particolare perchè modellata da un artista ebreo.

Il famoso scultore ebreo Arrigo Minerbi fu salvato assieme alla sua famiglia dall’Opera di Don Orione. Come ha raccontato lui stesso: “Sotto un diluvio d’acqua fui  scaricato da un auto di fortuna  a Roma il 7 dicembre del 1943”.

Fuggiasco con il  nome falso di Arrigo della Porta venne accolto nell’Istituto di S. Filippo. Mentre i tedeschi rastrellavano Roma, Arrigo Minerbi insieme ad altri correligionari, militari ed antifascisti vennero celati dall’opera di carità di quei sacerdoti che rischiavano la vita.

C’erano nell’istituto professori e maestri in soprannumero: erano perseguitati nascosti. Una magnifica discrezione vietava a tutti, laici, religiosi e seminaristi anche la più larvata richiesta di informazioni. Solo il direttore sapeva e vegliava su tutti.

“La mia ammirazione aumentava nel vedere i sacerdoti che non avevano riposo – ha ricordato Minerbi -, nessuna comodità, né riposo di piume, di tutto si privavano senza rammarico,a un cenno del Superiore, nessun mestiere, nessuna mansione anche più vile, respingevano”.

Per ringraziare quanto l’Opera Don Orione aveva fatto per lui lo scultore Arrigo Minerbi forgiò “Il Don Orione morente” e la più famosa “Maria Salus Populi Romani” una statua situata a Monte Mario in uno dei punti più elevati della città.

Una copia di questa Madonna “The Queen of the Universe” è stata collocata a Boston (USA).

Così lo scultore ebreo è autore di due statue di Maria che sono oggetto di una grande devozione popolare.

L’idea di dedicare una statua a Maria nacque da un gruppo di “amici di don Orione” che riuniti in una casa privata fecero un voto: qualora la città di Roma fosse stata preservata dalle atrocità della guerra e dalle violenze delle bombe avrebbero trovato il modo di elevare un monumento alla Vergine.

Il voto fu fatto conoscere ad altre persone e in poco tempo raccolse l’adesione di oltre un milione di fedeli. Alla fine della guerra tutti i giovani del Don Orione e le persone che avevano aderito al voto si misero ad ammassare rottami di rame.

Il bozzetto venne effettuato dal Minerbi che trasse le sembianze della Vergine dalla Sacra Sindone con l’idea che il volto della Vergine dovesse avere in qualche modo i lineamenti di Gesù. Il lavoro di traduzione dal modello originale scolpito da Minerbi al modello in gesso e alla successiva esecuzione in rame sbalzato venne eseguito da una ditta di Milano, la stessa che aveva realizzato la porta orientale del Duomo, modellata dallo stesso Minerbi.

La statua fusa a Milano giunse a Roma nell’aprile del 1953, fu accolta dall’entusiasmo dei romani e dalle ire della Massoneria che la indicò come gesto di sfida alla statua di Giuseppe Garibaldi posta al Gianicolo.

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ZENIT Staff

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