di Antonio Gaspari
ROMA, martedì, 13 ottobre 2009 (ZENIT.org).- “Vi confesso subito che unico mio obiettivo, in ogni mia scelta e decisione, sarà la salus animarum”. Così il 4 ottobre lAarcivescovo Giampaolo Crepaldi si è presentato ai fedeli della sua diocesi nella cattedrale di San Giusto.
Alla cerimonia di insediamento erano presenti tra gli altri anche i Cardinali Renato Raffaello Martino, e il Patriarca di Venezia Angelo Scola.
Con la Chiesa gremita, tanto che è stato necessario allestire un maxischermo all’esterno, di fronte a diversi Vescovi del Triveneto e le massime autorità locali e regionali, monsignor Crepaldi ha spiegato che “la Chiesa di Trieste non cederà ad alcun riduzionismo ideologico”.
L’Arcivescovo di Trieste ha sostenuto che “in nome di un presunto progresso, molte persone si lasciano coinvolgere dalle tante seduzioni etico-culturali della cosiddetta postmodernità, senza accorgersi che si tratta di forme ideologiche schiavizzanti che svuotano e uccidono le anime”.
“È il riduzionismo la principale ideologia di oggi”, ha sottolineato. “Così, con la convinzione – o con la scusa – di liberarsi dalle ideologie, se ne crea un’altra, onnicomprensiva come tutte le altre, se pure per difetto piuttosto che per eccesso”.
Secondo monsignor Crepaldi il riduzionismo è ampiamente diffuso in tutti gli ambiti.
“La persona viene ridotta ai suoi geni o ai suoi neuroni, – ha rilevato – l’amore è ridotto a chimica, la famiglia viene ridotta a un accordo, i diritti vengono ridotti a desideri, la democrazia viene ridotta a procedura, la religione viene ridotta a mito, la procreazione viene ridotta a produzione in laboratorio”.
Ed ancora “il sapere viene ridotto a scienza e la scienza viene ridotta a esperimento, i valori morali vengono ridotti a scelte, le culture vengono ridotte a opinioni, la verità è ridotta a sensazione, l’autenticità viene ridotta a coerenza con la propria autoaffermazione. Sono i tanti riduzionismi del nostro tempo, che tolgono ossigeno alle nostre anime”.
“La Chiesa di Trieste – ha affermato l’Arcivescovo – non cederà ad alcun riduzionismo ideologico; lo saprà combattere, spendendosi tutta in quel programma, impegnativo e luminoso, dettato dal nostro Santo Padre che è quello non di restringere, ma di allargare gli orizzonti”.
In merito agli impegni della diocesi, monsignor Crepaldi ha detto: “dedicheremo le nostre migliori energie alla cura delle anime e a questa cura si ispirerà ogni nostra opera e iniziativa di catechesi, di formazione, di assistenza caritativa. Soprattutto coltiveremo l’ascolto della Parola, la celebrazione dei Sacramenti, la preghiera e l’orientamento spirituale”.
“Quando le anime stanno in salute – ha aggiunto -, si può guardare con serena fiducia al futuro, senza paura e senza scoramenti”. Saremo così capaci di proporre ai nostri giovani “una più attenta riflessione sui valori essenziali della vita, che trovano la loro sintesi risolutiva nella risposta che ciascuno è invitato a dare alla chiamata di Dio, specialmente quando questa sollecita la donazione totale di sé e delle proprie energie alla causa del Regno”.
A questo proposito l’Arcivescovo di Trieste ha ricordato le dieci “A” del Servo di Dio Cardinale François-Xavier Van Thuân.
Per illuminare percorsi chiari e praticabili da parte di tutti noi nella ricerca di beni essenziali quali il bisogno di amore e di gioia, monsignor Crepaldi ha indicato le cinque “A” del fuoco interiore: adorare, amare, ascoltare, abbandonarsi, accettare, e le cinque “A” del fuoco esteriore, dell’impegno pratico: agire, animare, appassionarsi, avventurarsi, allietarsi.
Monsignor Crepaldi ha concluso affidando a Maria la Chiesa e la comunità di Trieste “affinché la conservi unita e operosa”.