A Brescia si riparte dalla difesa della vita

Esempio di collaborazione tra amministrazione Centro di Aiuto alla Vita

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di Elisabetta Pittino

ROMA, martedì, 13 ottobre 2009 (ZENIT.org).- Il Comune di Brescia “promuove la tutela delle persone e delle famiglie, assicurando sostegno (…) e concorre a garantire il diritto alla vita, predisponendo provvidenze e servizi, atti ad assicurare ad ogni persona, dal concepimento alla morte naturale, accoglienza e protezione” (Statuto, art. 2 c. 2).

Il 17 settembre è stato approvato con delibera un Accordo tra il Comune e il Centro di Aiuto alla Vita di Brescia per le gestanti in difficoltà, con riferimento allo Statuto cittadino. Tale accordo ha durata annuale (1 ottobre 2009- 30 settembre 2010) ed è rinnovabile: è il frutto di un anno di lavoro e di collaborazione tra l’Assessorato per i Servizi alla Famiglia e alla Persona del Comune, i Servizi Sociali e il C.A.V. di Brescia.

L’accordo – voluto dall’avv. Giorgio Maione, Assessore ai servizi sociali e alle politiche per la famiglia, dal dr. Gabriele Zanola, Presidente del C.A.V. di Brescia, dalla dott.ssa Irene Marchina, Responsabile del settore Servizi Sociali, da don Maurizio Funazzi, Direttore Ufficio Pastorale Salute della Diocesi di Brescia – è innovativo. Brescia è il primo Comune in Italia ad approvare una delibera del genere.

Quali sono le novità? Primo: il riconoscimento ufficiale pubblico del ruolo fondamentale delle Associazioni di volontariato rispetto allo stato e quindi agli enti pubblici. Le associazioni di volontariato coprono le lacune, ovvie, dell’Ente Pubblico.

C’è un fiorire di associazioni di volontariato, soprattutto in Lombardia, che lavorano instancabilmente, professionalmente e che aiutano il funzionamento della società stessa.

L’accordo riconosce il ruolo delle associazioni di volontariato in generale ed in particolare riconosce il lavoro ultra trentennale dei Centri di Aiuto alla Vita, della loro opera a sostegno della maternità, della donna e del bambino. Un sostegno concreto, professionale, che richiede una formazione continua, sforzi e passione.

Secondo: la notevole cifra stanziata, 100mila euro. La cifra non è una “beneficenza una tantum”, ma è il riconoscimento di un servizio svolto a favore del Comune e dei suoi abitanti.

Terzo: il sostegno è per le madri in difficoltà che altrimenti sarebbero costrette a scegliere l’aborto. Si applica dunque la Legge 194/78, legge iniqua, che prevede (artt. 1,2,5) tuttavia che alla donna siano date alternative concrete affinché possa portare a termine la sua gravidanza. Norme spesso gravemente disapplicate: le donne non ricevono aiuto né indicazioni relative ad associazioni o a sostegni specifici sul territorio.

Il ruolo di quest’accordo è anche di prevenzione dell’aborto, a tutela della donna, della famiglia e della società.

Quarto: l’interazione tra Servizi Sociali e C.A.V. Ci sarà uno scambio di informazioni e un coordinamento tra S.S. e C.A.V. che migliorerà il servizio alle gestanti, prevenendone gli abusi.

La cifra stanziata dal Comune servirà per formare personale (psicologi, terapeuti etc.), offrire aiuti economici, psicologici, provvedere ai generi di prima necessità (pappe, pannolini per i neonati, baby-sitter…), educare alla maternità e alla paternità: per attivare, in sostanza, una serie di percorsi che consentono alla mamma in attesa di non sentirsi sola. Sono state 1.883 le mamme assistite dal 1988 alla fine del 2008. Nel solo anno 2008, 55 le donne supportate con varie forme di aiuto e 129 le gestanti; 68 i bambini che hanno visto la luce grazie a queste forme di solidarietà.

Il gruppo del C.A.V. sta crescendo e sta anche cercando nuove forme di sinergia, fra cui quella con l’Asl. «In tempo di crisi aumenta il fabbisogno delle famiglie – rileva il Presidente del C.A.V. di Brescia – ed anche il disagio delle donne in attesa. Sono circa 200 le donne che ogni anno ricorrono a noi: un numero però in aumento. La collaborazione con il Comune ci consente di avere una figura professionale part-time che faccia da coordinamento e di guardare con maggiore fiducia al futuro».

Chi volesse rivolgersi al Centro di Aiuto alla Vita, può recarsi in vicolo S. Clemente 25 (telefono 030-44512) o in via Tosio 1 (tel. 030-44340).  

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ZENIT Staff

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