di Nieves San Martín
NUOVA DELHI, lunedì, 28 settembre 2009 (ZENIT.org).- Padre Davis Chiramel, dello Stato indiano del Kerala, si è offerto di donare un rene a Gopinath, un padre di famiglia induista di 46 anni che viene sottoposto a dialisi, che non conosce.
Il sacerdote ha spiegato il suo gesto, ispirato dall’Anno Sacerdotale, dicendo: “Per me donare un organo è un’occasione unica e privilegiata per partecipare alle sofferenze di Cristo”.
Padre Chiramel, parroco di San Francesco Saverio a Vadanapally, è segretario generale della “Accident Care and Transport Services” (ACTS) di Thrissur.
Il 15 febbraio scorso, i volontari che lavorano nell’organizzazione si sono riuniti nella chiesa del sacerdote per parlare del loro lavoro. Hanno spiegato che c’era un uomo povero, induista, di nome Gopinath, ex elettricista, padre di due bambini, che aveva un’insufficienza renale cronica.
L’uomo era rimasto vittima di un incidente ed era sottoposto a dialisi. Aveva bisogno di un trapianto e i volontari dicevano che sarebbe stato necessario almeno un milione di rupie (più di 14.000 euro), ma soprattutto bisognava trovare un donatore. In India i donatori di organi sono solo uno su un milione.
Padre Chiramel, che aveva ascoltato il dialogo, si era inquietato: “Mi sono reso conto che stavano parlando di raccogliere del denaro per trovare qualcuno da cui comprare un rene”.
L’India, con il Pakistan e il Nepal, è uno dei Paesi asiatici in cui il traffico di organi – e soprattutto di reni – è più diffuso. Le autorità non riescono a controllare questo commercio, che trova da un lato poveri disposti a donare organi per guadagnare un po’ di soldi, dall’altra ricchi malati che non si fanno scrupoli a pagare a peso d’oro la propria salute.
Padre Chiramel ha quindi deciso di offrirsi come donatore e ha iniziato le analisi per verificare la sua compatibilità. Il sacerdote ha dichiarato ad AsiaNews: “Donare un rene per me è una grazia. Tutto è iniziato a febbraio ma solo il 19 giugno ho capito cosa stavo facendo. Quel giorno il Papa ha inaugurato l’Anno Sacerdotale e io ero in ospedale per una delle analisi. Mi sono subito reso conto del fatto che mi era stata donata la grazia di offrire il mio corpo per salvare un uomo”.
Il presbitero ha utilizzato parole come “gioia”, “dono” e “tesoro” per descrivere ciò che è avvenuto. “Cristo è la fonte e l’origine di ogni buona azione, ed è Lui che ci dà la forza e il coraggio di agire – ha affermato –. Non avrei mai immaginato di donare un rene, e men che meno a un estraneo”.
Il 30 settembre, Gopinath e padre Chiramel si conosceranno. Per quel giorno è programmato il trapianto all’Ospedale Lakeshore di Kochi.
“Cristo dona se stesso per la salvezza del mondo e ogni giorno, nella Messa, i sacerdoti offrono il sacrificio del suo Corpo e del suo Sangue, ma lo fanno senza condividere le pene e le sofferenze di nostro Signore – ha concluso padre Chiramel –. Per me la possibilità di donare un organo a una persona che non conosco è diventata l’occasione unica e privilegiata di partecipare alle sofferenze di Cristo”.
[Traduzione dallo spagnolo di Roberta Sciamplicotti]