Ortodossi in Italia

Intervista al Metropolita della Sacra Arcidiocesi Ortodossa d’Italia e Malta

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di Giovanni Patriarca

ROMA, giovedì, 24 settembre 2009 (ZENIT.org).- La Sacra Arcidiocesi Ortodossa d’Italia e Malta ha un ruolo privilegiato nei rapporti tra cattolici e ortodossi e, come spiega in questa intervista concessa a ZENIT il suo Metropolita, Gennadios Zervos, negli ultimi anni le relazioni si sono approfondite ulteriormente.

In questa conversazione il Metropolita offre un panorama privilegiato della realtà ortodossa in Italia.

La Chiesa greco-ortodossa vanta una storia secolare in Italia sia per la presenza di antiche comunità sia per le salde relazioni che hanno legato le due terre nel corso degli anni. La fondazione della Sacra Arcidiocesi d’Italia e Malta nel 1991 ha dato nuova linfa alla cospicua comunità greco-italiana. Quale bilancio può essere tratto da questi anni e quali prospettive si aprono all’orizzonte?

Gennadios Zervos: Quando parliamo di Chiesa greca in Italia dal punto di vista ecclesiastico e spirituale è bene chiarire innanzitutto che si sta parlando di parrocchie e confraternite, da lunghi secoli presenti nella penisola Italiana con il loro contributo alla conservazione delle tradizioni e costumi ellenici, dipendenti canonicamente non dalla locale Chiesa ortodossa di Grecia, con cui pure siamo in comunione, bensì dal Patriarcato ecumenico di Costantinopoli, al quale appartenevano anche le antiche diocesi ed i famosi monasteri, veri tesori spirituali, che hanno contribuito alla diffusione dei messaggi di libertà, giustizia, diritti umani e pace.

Dal punto di vista culturale, le comunità fondate dai greci ortodossi, (Napoli, Venezia, Trieste, Livorno, Messina, Barletta ed altre), hanno tentato di costituire salde relazioni con le autorità religiose e politiche, non riuscendoci quando ha prevalso il fanatismo e la superstizione religiosa, con grave danno per il loro progresso morale e civile.   

Il Patriarcato ecumenico di Costantinopoli, la Chiesa ortodossa Protothronos, attraverso di loro, ha dato il proprio contributo alla realizzazione del Rinascimento ed alla conquista della libertà non solo in Italia, ma anche in tutta l’Europa. Il Patriarcato ecumenico, la Madre delle Chiese ortodosse locali, costituisce una Chiesa storica di tradizione, nota in Italia non solo per le sue diocesi, monasteri e comunità, ma anche per la sua opera di civilizzazione, per la sua viva spiritualità e tradizione patristica e conciliare.   

La Sacra Arcidiocesi Ortodossa d’Italia e Malta ed Esarcato per l’Europa Meridionale, creata nel 1991 su iniziativa di Sua Santità il Patriarca ecumenico Bartolomeo, continua questa nobile tradizione e contemporaneamente costituisce una novità. Il suo Metropolita, su proposta dell’indimenticabile Patriarca Atenagora, fu eletto Vescovo ausiliare il 26 novembre 1970, dopo che era mancato in Italia un Vescovo ortodosso da ben 257 anni, e fu consacrato a Napoli il 17 gennaio 1971 nella storica Chiesa della Confraternita dei Santi Apostoli Pietro e Paolo dei Nazionali Greci, per la prima volta consacrato sul territorio della Penisola Italiana, in quanto i precedenti erano consacrati a Costantinopoli.  

Egli, con la sua attiva presenza, tesse i rapporti con le autorità religiose e civili, nel centro del cattolicesimo romano, e soprattutto col popolo, costruendo ponti di carità, di riconciliazione, di fratellanza, di speranza e rafforzando il “dialogo dell’amore”, contribuendo a preparare le coscienze alla fiducia ed al rispetto reciproco, fugando dubbi, superbia e superstizione religiosa e lottando per cambiare la mentalità, e collabora per la realizzazione della volontà di Dio: “che tutti siano una cosa sola”.   

La Sacra Arcidiocesi Ortodossa d’Italia e Malta ha aperto le strade di fratellanza e carità a tutte le altre Chiese ortodosse locali ed ha preparato il terreno affinché fossero accolte con pace, serenità, spirito di collaborazione ed affetto fraterno. E’ divenuta messaggero dell’ideale ecumenico ed ha vissuto, tramite il suo attuale Metropolita, la commozione e la gioia immensa del reincontro tra la Chiesa di Costantinopoli e la Chiesa di Roma.   

Essa ha ottenuto il riconoscimento della personalità giuridica il 16 luglio 1998 ed oggi gode di prestigio ecclesiastico, spirituale e sociale.   

Dopo notevoli sforzi è giunta alla fase conclusiva la trattativa per la stipula dell’Intesa con lo Stato italiano, che aiuterà a svolgere meglio la sua missione.  

La mia richiesta al Pontificio Consiglio per la promozione dell’Unita dei Cristiani – accompagnata da ripetuti tentativi, continua attenzione e stretta collaborazione – è stata coronata da un grande successo con la concessione da parte della Chiesa cattolica romana della storica Chiesa di San Teodoro Tirone (VI sec.) per il cui restauro ho trovato anche un generosissimo benefattore nella persona della signora Fotini G. Livanou.  

Il bilancio è oggi estremamente positivo in quanto l’Arcidiocesi ortodossa da 7 parrocchie può contare oggi su 70 e da 6 sacerdoti su 55 ed otto candidati.  

Essa è impegnata a diffondere in questo Paese la realtà della “ecumenicità” del Patriarcato ecumenico, particolarmente nel cuore del popolo, perché ne diventi coscienza. Questo impegno principale si concretizza innanzitutto nel corso dei nostri incontri e convegni, feste e manifestazioni, tramite le nostre visite alle autorità religiose e politiche, nonché con le nostre visite pastorali. Essa non si occupa solo della integrazione tra ortodossi e cattolici, e del servizio pastorale ai greci, ma anche, come affermato nel suo titolo “Sacra Arcidiocesi Ortodossa d’Italia e Malta”, si occupa di servire tutti i fedeli ortodossi, quale sia la loro origine, accogliendo in modo fraterno tutti, non come “clienti”, ed offrendo il suo contributo al progresso spirituale, civile e materiale sia dei fedeli che del paese. Tutti i fedeli ortodossi possono frequentare le nostre chiese, trovandovi pace, serenità, affetto ed accoglienza. Ha svolto una difficile e delicata opera per contribuire alla rinascita della Ortodossia in Italia, ha ravvivato la presenza ortodossa in Magna Grecia, con la fondazione di parrocchie e  monasteri, scuole di lingua greca, con l’opera di catechesi, con la costruzione di chiese o la loro concessione da parte della chiesa Cattolica o della locali autorità civili, ordinando sacerdoti, rafforzando la presenza ed il prestigio non solo della stessa Arcidiocesi, ma anche del Patriarcato ecumenico.   

Particolare importanza rivestono le recenti decisioni assunte dalle Chiese ortodosse locali riguardo la diaspora ortodossa.   

I recenti cambiamenti geo-politici con i nuovi flussi migratori dall’Europa centro-orientale hanno aperto le porte a nuove comunità che proprio nella Chiesa ortodossa trovano quell’accoglienza e sollecitudine in tempi di difficoltà e sacrifici. Quali interventi attua la Chiesa ortodossa con premurosa cura nei confronti di queste nuove realtà?

Gennadios Zervos: Sull’esempio di San Paolo, come  già affermato, la Sacra Arcidiocesi Ortodossa d’Italia e Malta, prima che fossero presenti Vescovi di altre Chiese ortodosse locali, ma addirittura, prima che ci fossero anche le parrocchie, si è occupata di venire incontro alle necessità religiose di tutti i fedeli ortodossi senza distinzione di provenienza etnica o razza, fondando parrocchie e ordinando sacerdoti. Tali fedeli continuano a frequentare le nostre chiese, dove trovano serena accoglienza, celebrandovi matrimoni, battesimi ed altre funzioni. Non  facciamo distinzioni tra greci, romeni, russi, bulgari, georgiani o altri, come purtroppo fa il Vescovo Siluan della Chiesa romena. Le nostre parrocchie ed i nostri monasteri, aprono le porte a tutti ed accolgono tutti, facendovi trovare oasi di spiritualità. Il nostro dovere è di accogliere tutti, combattendo il “filetismo” (nazionalismo) perché distrugge la Chiesa “Una, Santa, Cattolica ed Ap
ostolica”.

Le parrocchie ed i monasteri sono fondati rispettando l’origine dei fedeli, seguiti da un proprio sacerdote, permettendo loro di seguire le proprie tradizioni secondo usi e costumi propri, conservando anche la lingua.   

Quest’opera è molto importante per potere contrastare anche presenze anticanoniche ed eretiche in Italia. 

Tutto ciò che avviene in Italia è opera divina. Dio è grande! 

L’Italia, con i suoi centri universitari e culturali, è stata da sempre un punto di riferimento per la gioventù greca che l’ha scelta come patria adottiva per la propria istruzione. In che modo la Chiesa ortodossa si interessa all’educazione religiosa e alla formazione integrale dei giovani studenti in un ambiente apparentemente distratto e indifferente alle esigenze spirituali? 

Gennadios Zervos: A differenza di quanto accadeva nel 1961, oggi, con l’apertura di nuove sedi universitarie in Grecia, ci sono molti meno studenti greci in Italia. Essi, negli anni scorsi hanno trovato nelle nostre chiese un importante punto di riferimento ed io stesso ne ho seguito da vicino centinaia. La Sacra Arcidiocesi Ortodossa continua ad interessarsi in modo instancabile di loro, istituendo scuole di catechesi e lingua per il loro aiuto spirituale e sociale. Molti di essi sono rimasti in Italia con le famiglie che hanno costituito e continuano a mantenere i contatti con la Chiesa ortodossa e così anche i loro figli, che frequentano le università. Essa cerca di venire incontro alle loro difficoltà e di risolvere i loro problemi. Si occupa di mantenere i contatti partecipando o organizzando convegni ed incontri accademici. Si prende cura in modo particolare dei giovani, che costituiscono il futuro ed un elemento fondamentale per la presenza ortodossa in Italia e nel mondo.

In generale possiamo in verità affermare che la “gioventù ortodossa” in Italia è un tema che sta molto a cuore all’Arcidiocesi ortodossa. Essi sono il futuro, la speranza, il suo nuovo orizzonte, che presuppone nuove tappe e nuovi tempi per il progresso spirituale e la sua prosperità sociale.   

La Chiesa ortodossa d’Italia è molto impegnata nella valorizzazione del proprio patrimonio culturale e architettonico. Questo mirabile servizio è, in primo luogo, una riscoperta nel sentiero della spiritualità. Quali sono i prossimi obiettivi e impegni?

Gennadios Zervos: Il patrimonio culturale e architettonico non appartiene all’Arcidiocesi Ortodossa d’Italia e Malta, ma tuttavia essa si occupa di tutelarlo e valorizzarlo, insieme a quello più generalmente artistico, liturgico e spirituale, promuovendo, aderendo e organizzando convegni, incontri che ne diffondano la conoscenza, promuovendo la costruzione di nuovi edifici sacri come a Seminara accanto all’antico Monastero di Sant’Elia il Nuovo e San Filareto l’Ortolano. Recente è il convegno “I Santi Padri della Magna Grecia simbolo dell’Amore, Pace, Unità e Speranza per la vita del mondo”.

Diversi convegni sono già stati organizzati o lo saranno in futuro per far conoscere il meraviglioso e ricchissimo patrimonio di tesori dell’iconografia ortodossa e della spiritualità patristica non solo tra i fedeli, ma anche nel grande pubblico.  

Così, la conoscenza reciproca e la preghiera comune, la venerazione degli stessi santi, la Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani, l’invito ai convegni, alle riunioni, l’amicizia fraterna e la parentela spirituale aiutano tutti a vivere un nuovo periodo di amore, di pace e di speranza, fortificano i nostri legami fraterni che, grazie ad essi, possono rafforzarsi sempre più.  

La presenza in Italia di Sua Santità il Patriarca Ecumenico Bartolomeo ed i suoi incontri con Sua Santità il Papa di Roma Benedetto XVI sono per la nostra Arcidiocesi un vero dono ed una benedizione dall’Alto.   

L’Arcidiocesi, fra tutte le Metropoli del Patriarcato la più vicina al centro del Cattolicesimo Romano, ne esprime lo spirito, l’attenzione, come anche le sue intenzioni ed i suoi meravigliosi disegni, utili e preziosi per l’uomo, la società e l’umanità.    

I rapporti tra la Chiesa ortodossa e la Chiesa cattolica sono di comune comprensione e grande rispetto. La Sacra Arcidiocesi di Italia e Malta, per evidenti ragioni geografiche, ha senza dubbio un rapporto privilegiato con la Santa Sede. In che modo sono cresciuti e si sono fortificati i già saldi legami nel cammino verso l’unità dei cristiani?

Gennadios Zervos: Sono particolarmente fiero e ritengo una grazia celeste avere avuto il privilegio di essere testimone di eventi storici come la riconciliazione tra le Chiese sorelle di Costantinopoli e Roma, alla presenza del grande e saggio Metropolita di Eliopoli e Theiron Melitone e del Cardinale Bea, di gloriosa memoria, nel primo incontro a Roma tra il Patriarca Atenagora ed il Papa Paolo VI, gli altri incontri di Papi e Patriarchi, e quello, in occasione dell’apertura dell’Anno Paolino, del Patriarca Bartolomeo col Papa Benedetto XVI, che costituiscono una benedizione per la Sacra Arcidiocesi Ortodossa d’Italia e Malta, così come l’inaugurazione della Chiesa di San Teodoro Tirone a Roma da parte del Patriarca Bartolomeo il 1 luglio 2004, in occasione del 40° anniversario dello storico Incontro a Gerusalemme nel 1964 tra il Patriarca Atenagoras ed il Papa Paolo VI.

Essa, come Arcidiocesi ortodossa, cosciente della sua delicata e privilegiata posizione di presenza e testimonianza, in quanto dal punto di vista geografico riguardo i due centri, Fanar e Vaticano, ultima dal centro dell’ortodossia e la più vicina al centro del cattolicesimo romano, non cessa di essere attenta, responsabile, fedele e di onorare la propria posizione ecclesiastica, come anche la propria realtà di essere una giurisdizione, posta tra i maggiori centri storici della civiltà e cultura classica.  

Cosciente di tale missione, collabora fattivamente alla realizzazione della volontà di Dio “che essi siano una cosa sola”, creando ponti di pace, partecipando a riunioni ed assemblee ecclesiali e collaborando con i Vescovi cattolici, e con gli altri cristiani, come anche con ogni uomo di buona volontà per cui Cristo nostro Signore è crocifisso e risorto dai morti per la nostra salvezza.    

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ZENIT Staff

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