Nella casa di Maria

Padre Giuseppe Santarelli spiega la “Casa della Madonna” a Loreto

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di Renzo Allegri

ROMA, domenica, 13 settembre 2009 (ZENIT.org).- L’8 settembre la Chiesa ha celebrato la festa liturgica della Natività di Maria. In Italia, la festa prende particolare significato al Santuario di Loreto, in provincia di Ancona,  dove si trova la “Casa della Madonna”, cioè una piccola costruzione che, secondo la tradizione, sarebbe stata l’abitazione, a Nazaret,  in Palestina, dei genitori di Maria, nella quale quindi la Vergine  Santissima sarebbe nata e cresciuta.

Quella casetta, oggetto di grandissima venerazione fin dall’inizio della storia cristiana, nel 1291 scomparve all’improvviso da Nazaret per apparire, alcuni anni dopo, sulle colline di Loreto, dove ancora si trova.

Il fatto suscitò naturalmente stupore. Si verificarono subito prodigi di ogni genere, miracoli, guarigioni, conversioni, che fecero pensare come quella piccola e misteriosa costruzione avesse poteri soprannaturali.  In seguito si seppe che quella casetta un tempo era a Nazaret.

Non trovando spiegazioni di come potesse essere arrivata a Loreto,  si pensò che fosse stata trasportata dagli Angeli. Comunque, la devozione divenne subito grandissima.

Per proteggere la casetta venne costruito un santuario meraviglioso, che divenne uno dei più celebri d’Europa, visitato da innumerevoli devoti. Nel corso dei secoli, perfino  13 Papi si recarono in pellegrinaggio a Loreto, ultimo Benedetto XVI nel 2007. Giovanni Paolo II vi si recò quattro volte.

Negli annali del Santuario si ricordano i nomi di  parecchie persone che in vita furono pellegrine a Loreto e che,  dopo la loro morte,  vennero proclamate sante.

Figurano anche i nomi di innumerevoli celebrità laiche, quali Cristoforo Colombo, Galileo Galilei, Vittorio Alfieri, Torquato Tasso, Mozart, Goldoni, Giosuè Carducci, D’Annunzio. Michel Montaigne, il filosofo e politico francese,  si recò in pellegrinaggio a Loreto nel 1580 per ringraziare la Madonna di una grazia che aveva ricevuto per sua figlia Eleonora. Cartesio, il filosofo francese del “Cogito ergo sum”, vi andò per sciogliere un voto e fece la strada a piedi da Venezia a Loreto.

Grande, quindi, fu sempre la devozione della gente per questo Santuario nel quale si conserva la “Casa natale della Madre Dio”.

Ma questa espressione “casa natale della Madre di Dio”, quale valore ha?  E’ frutto solo di una “pia tradizione”, di una “fede popolare”, o  poggia su ragioni più concrete, su documentazioni scientifiche?

E’ un interrogativo che si presenta spontaneo, soprattutto all’uomo d’oggi, imbevuto di scetticismo. Interrogativo, però, che da parte degli studiosi riceve   risposte scientifiche incredibilmente sconcertanti.

“La storia racconta che la casa apparve all’improvviso in questo luogo la notte tra il 9 e il 10 dicembre 1294”, dice padre Giuseppe Santarelli,  direttore dell’ente che ha lo scopo di diffondere il culto mariano e di curare la promozione e il decoro artistico del Santuario.

“Che sia stata trasportata dagli Angeli non lo possiamo dimostrare scientificamente. Invece, oggi, dopo anni di studi, di analisi, di ricerche archeologiche compiute con i mezzi più sofisticati, siamo in grado di affermare categoricamente che questa  casetta è proprio quella che fino verso la fine del tredicesimo secolo era venerata a Nazaret come la Casa della Madonna”.

Padre Giuseppe Santarelli è un religioso cappuccino, ma  è anche un famoso uomo di scienza. Storico e archeologo di fama internazionale, ha dedicato gran parte della sua vita a organizzare, in collaborazione con altri celebri scienziati, ricerche sull’origine della misteriosa casetta.  Le sue numerose pubblicazioni sull’argomento fanno storia.

E i dati scientifici che fornisce sono veramente impressionanti e fanno capire come la fede “semplice” dei nostri avi riguardo “la casa della Madonna” poggiasse su basi  granitiche..

Siamo stati all’interno del grande Santuario di Loreto. La casetta della Madonna è lì di fronte a noi. Povere pareti, di sassi e mattoni, annerite dal tempo, fragili per gli anni, con mille rattoppi e  interventi eseguiti lungo il corso dei secoli che testimoniano l’amore e la devozione dei fedeli.

“Per noi credenti, questa è la reliquia più straordinaria”, dice ancor Padre Santarelli. “Per questo la chiamiamo la  ‘Santa Casa’. Tra queste povere mura nacque e visse la Madonna, cioè la madre di Dio, la creatura più santa che mai sia esistita sulla terra. Qui, Maria ebbe l’Annunciazione dell’Angelo e qui si realizzò il più grande evento dell’universo, l’incarnazione di Dio”.

Il religioso parla sottovoce, per non disturbare i pellegrini  che, inginocchiati, sono raccolti in preghiera.

“Vede quella scritta in latino che sta sulla parete di fondo all’altezza del tabernacolo?”, mi dice ancora padre Santarelli. “E’ scritto: ‘Hic, verbum caro factum est‘. Cioè, ‘qui, in questo luogo, Dio si è fatto carne'”.

“Cerchi di pensare al significato concreto di questa frase. Dio, il creatore dell’Universo, in questo luogo, di fronte a queste pietre, si è fatto uomo. Queste pietre hanno assistito all’evento degli eventi. Per un credente, c’è da impazzire a pensare a una cosa del genere. Ecco perché questa piccola casa costituisce un patrimonio spirituale immenso”.

“Perché è stata trasportata da Nazaret in Italia?”, chiedo.

“Per essere salvata dalla distruzione”, dice padre Santarelli.  “Nella seconda metà del secolo tredicesimo in Palestina era in atto una violenta invasione musulmana, con la distruzione sistematica dei luoghi santi cristiani. Qualcuno, uomini, o Angeli, o uomini con l’aiuto certamente del soprannaturale, riuscì a salvare questa casetta portandola in Italia”.

“Ma perché proprio in Italia e non in un altro luogo?”

“Non lo sappiamo. Gli antichi storici, credenti naturalmente, dicevano che ‘per provvidenziale disegno, la Casa della Madonna  era passata dalla  terra di Cristo, alla terra del vicario di Cristo'”. Loreto allora faceva parte dello Stato del Vaticano.

“Prima però di fermarsi in Italia, la Casa fece trappa altrove. Dalle ricerche storiche risulta che nel maggio 1291 fu trovata da alcuni boscaioli in una radura vicino a Tersatto, nella Dalmazia. E lì vi rimase tre anni e  mezzo, e avvennero molti prodigi”.

“Poi, improvvisamente com’era arrivata, scomparve. La seconda tappa fu una località nei pressi della stazione ferroviaria di Loreto, che allora era un bosco, e si fermò lì alcuni mesi. Passò poi sul colle di Loreto, in un campo di proprietà di due fratelli, i quali litigavano continuamente per dividersi le offerte che facevano i pellegrini. E la casa, dopo un po’, se ne andò da qual campo e si fermò in mezzo a una strada, di proprietà del comune, proprio dove si trova ancora. Da lì non si è più mossa”.

“Quali ricerche sono state fatte per stabilire che questa casetta è proprio quella che un tempo esisteva a Nazaret?”

“Sono state fatte ricerche di ogni genere. Ricerche di tipo storico e di tipo archeologico, eseguite da celebri studiosi, sia a Loreto, come anche a Nazaret dove la Santa Casa un tempo si trovava. Tutte le ricerche hanno sempre dimostrato che il racconto della tradizione è autentico, e cioè che  la casa di Loreto è quella che un tempo era a Nazaret”.   

“Naturalmente le ricerche più importanti sono quelle fatte in tempi moderni. Soprattutto quelle eseguite a Nazaret tra il 1955 e il 1960 sotto la direzione di Padre  Bellarmino Bagatti, uno dei più illustri archeologi del Ventesimo secolo,  e quelle eseguite a Loreto dall’architetto Nerio Alfieri,  professore di archeologia a Bologna”.

“Le ricerche del professor Alfieri hanno dimostrato che questa costruzione è piena di assurde anomalie, in netto contrasto con le costruzioni della zona e anche con le regole urbanistiche vigenti nel tredicesimo secolo. La Casa non ha fondamenta proprie, e poggia veramente su una strada. E’ costitui
ta da sole tre pareti, le quali,  per un’altezza di circa tre metri, sono fatte di pietre,  e si sa che nella zona marchigiana non esistono cave di pietre e tutte le costruzioni a quel tempo erano fatta in laterizi”.   

“E’ anomalo che l’unica porta, quella originaria, si trovi al centro della parete lunga, e non in quella breve, come è in tutte le chiese e cappelle del tempo, e che sia collocata a nord esposta a forti e frequenti intemperie, contro ogni uso edilizio locale. E’ anomalo ancora che l’unica finestra sia orientata a ovest e quindi aperta a una ridotta illuminazione, anche qui contro ogni regola edilizia del tempo”.

“Ma tutte queste anomalie svaniscono se si confrontano con i risultati delle ricerche archeologiche fatte a Nazaret. La casa di Loreto non ha fondamenta perché le sue fondamenta sono rimaste a Nazaret, dove un tempo si trovava. Ha solo tre pareti perché era appoggiata a una grotta scavata nella roccia, con la quale costituiva un solo blocco abitativo”.

Uno studio straordinario compiuto dall’architetto  Nanni Monelli nel 1982, quando anch’io ero a Loreto, ha dimostrato che se si potesse ritrasportare la casa di Loreto a Nazaret, combacerebbe perfettamente con ciò che laggiù è stato trovato.

Le misure della casetta di Loreto e anche lo spessore delle tre pareti corrispondono perfettamente alle misure delle fondamenta che si trovano a Nazaret. Le pietre con le quali le pareti sono state costruite sono quelle tipiche della Palestina e anche i tipi di muratura usati.

“Nanni Monelli ha fatto delle ricerche approfondite sulle pietre, trovando che sono lavorate con una tecnica specifica di quei luoghi palestinesi, propria della cultura nabatea, cioè di un popolo semita che esisteva in quelle zone”. 

Si trattava di una lavorazione a bulino realizzata con un utensile detto ferrotondo e tondino,  e di un’altra lavorazione, sempre di tradizione nabatea, realizzata con tratti vicini e poco profondi, attuati con una subbia a punta. Queste tecniche sono assolutamente sconosciute nell’area italiana e in specie marchigiana.

“Io poi ho fatto uno studio specifico sui graffiti ancora leggibili su diverse delle pietre della Santa Casa di Loreto. Ne ho identificati una cinquantina e sono segni che si richiamano a quelli dei giudei cristiani della Terra Santa e in particolare a  quelli trovati a Nazaret. Ho anche decifrato una scritta in caratteri greci sincopati, che tradotta dice: ‘O Gesù Cristo, figlio di Dio’, frase iniziale di una preghiera che si trova scritta, nella grotta che era accanto alla casa di Maria a Nazaret”.

“Questi e tantissimi altri particolari inducono a una sola conclusione: la Casa di Loreto è proprio quella che fino al 1291 si trovava in Palestina e che da 1300 anni era venerata come la Casa della Madonna”.

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ZENIT Staff

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