di Carmen Elena Villa
ROMA, giovedì, 10 settembre 2009 (ZENIT.org).- Fare della famiglia il “soggetto dell’evangelizzazione” è l’obiettivo dichiarato presentato dal Pontificio Consiglio per la Famiglia al seminario internazionale che ha inaugurato questo giovedì a Roma.
Secondo il Cardinale Ennio Antonelli, presidente del dicastero vaticano, l’incontro serve per porre le basi per la preparazione del VII Incontro Mondiale delle Famiglie, che si svolgerà a Milano nel 2012. L’edizione precedente si è celebrata a Città del Messico nel gennaio scorso.
Il Cardinale ha presentato due progetti che si stanno realizzando in questo contesto: il primo vuole promuovere in vari Paesi una ricerca psicologica, sia descrittiva che applicativa, sul bene che fanno le famiglie stabili ai loro figli e alla società.
Il secondo progetto, ha aggiunto, consiste nel promuovere la famiglia come “soggetto di evangelizzazione”.
Famiglie, “evangelizzate!”
Il porporato ha quindi segnalato quanto sia importante rafforzare la missione pastorale della famiglia, perché “come destinataria di evangelizzazione è già molto presente all’attenzione degli operatori pastorali”, mentre “come soggetto di evangelizzazione è da valorizzare molto di più, risvegliando la sua responsabilità missionaria al servizio di tutti gli uomini e di tutto l’ umano”.
Il presidente del dicastero vaticano ha aggiunto che “sono i credenti che evangelizzano con la loro spiritualità, la loro testimonianza, la loro attività, il loro annuncio, la loro professione di fede. O meglio ancora, è Cristo stesso che evangelizza attraverso di loro”.
“Nella misura in cui vivono la comunione con Cristo, i cristiani condividono il suo amore appassionato per tutti gli uomini, diventano suoi cooperatori per lo sviluppo umano nella storia e per la salvezza eterna oltre la storia”.
Attraverso le famiglie praticanti, “vogliamo raggiungere le altre famiglie e il più gran numero possibile di persone”, ha sottolineato.
Il porporato ha quindi ricordato l’ampio campo di evangelizzazione delle famiglie, al quale altri agenti pastorali non sempre possono arrivare, come “la propria casa, l’ambiente, la scuola, la parrocchia, le associazioni ecclesiastiche e civili”.