La Chiesa e la riconciliazione a 70 anni dalla Seconda Guerra Mondiale

La riflessione del portavoce vaticano, padre Federico Lombardi

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CITTA’ DEL VATICANO, domenica, 6 settembre 2009 (ZENIT.org).- A settant’anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, il compito della Chiesa continua ad essere quello di fare tutto il possibile affinché questa immane tragedia non si ripeta nuovamente, ha detto il portavoce vaticano.

Nell’editoriale dell’ultimo numero di “Octava Dies”, il rotocalco informativo del Centro Televisivo Vaticano, padre Federico Lombardi S.I., Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, ha ricordato in particolare il contributo offerto da Giovanni Paolo II e da Benedetto XVI nel sanare le ferite dell’umanità uscita provata da questa grave prova.

Il sacerdote gesuita ha ricordato allinizio le parole pronunciate dall’attuale Pontefice in occasione dell’anniversario del secondo conflitto mondiale: “Nella memoria dei popoli rimangono le umane tragedie e l’assurdità della guerra. Chiediamo a Dio che lo spirito del perdono, della pace e della riconciliazione pervada i cuori degli uomini”.

“Ormai le generazioni dei testimoni diretti dell’immane tragedia si vanno assottigliando, ed anche quelle di chi ha avuto il coraggio di pronunciare parole di pentimento e di perdono e di fondare nuovi rapporti di pace fra i popoli – ha detto padre Lombardi –. E’ giusto quindi che anche la Chiesa dia il suo contributo specifico alla memoria storica”.

“Gli ultimi due Papi hanno un’autorità personale particolare per farlo – ha poi osservato –. Come diceva Benedetto XVI il 19 maggio 2005, ‘entrambi questi Papi in gioventù – seppure su fronti avversi e in situazioni differenti – hanno dovuto conoscere la barbarie della Seconda Guerra Mondiale e dell’insensata violenza di uomini contro altri uomini, di popoli contro altri popoli'”.

“Entrambi questi Papi si sono recati ad Auschwitz affermando: ‘Non potevo non venire qui’ – ha ricordato Lombardi –. E giustamente i Vescovi polacchi e tedeschi hanno riaffermato insieme pochi giorni fa: ‘La riconciliazione fra i nostri popoli è un dono che possiamo portare nella storia dell’Europa unita’”.

“Quando ricordano l’assurdità dell’odio, i credenti ricordano allo stesso tempo sempre la necessità e l’impegno del perdono e della riconciliazione – ha infine concluso –. Solo così si può costruire la pace e dire con convinzione: ‘Mai più la guerra!'”.

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ZENIT Staff

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