VITERBO, domenica, 6 settembre 2009 (ZENIT.org).- I cristiani devono dare testimonianza attraverso l’azione sociale e caritativa della Chiesa, in special modo nel campo dell’educazione. Lo ha detto questa domenica Benedetto XVI nell’omelia pronunciata durante la Messa celebratra sulla spianata della Valle Faul di Viterbo.
Nell’impegno educativo portato avanti dalla diocesi di Viterbo e definito dal Papa come “prioritario”, devono essere coinvolte “le parrocchie, le famiglie e le varie realtà associative”, così come “i catechisti e tutti gli educatori”, ma in particolare “la scuola cattolica, con l’Istituto filosofico-teologico ‘San Pietro’”.
Per questo ha invitato i presenti a trarre ispirazione da quei “modelli sempre attuali, autentici pionieri dell’educazione alla fede”, come santa Rosa Venerini (1656-1728) – che Benedetto XVI ha canonizzato tre anni fa – “vera antesignana delle scuole femminili in Italia” e santa Lucia Filippini (1672-1732), fondatrice delle “Maestre Pie”.
“Da queste sorgenti spirituali – ha aggiunto – si potrà felicemente attingere ancora per affrontare, con lucidità e coerenza, l’attuale, ineludibile e prioritaria, ‘emergenza educativa’, grande sfida per ogni comunità cristiana e per l’intera società, che è proprio un processo di effatà: di aprire gli orecchi, il nodo della lingua e anche gli occhi”.
Il Papa ha poi chiesto un maggiore impegno anche nell’azione caritativa della Chiesa alla luce delle due Encicliche “Deus caritas est” e “Caritas in veritate”.
“È in questa prospettiva che prende volto l’azione caritativa della Chiesa: le sue iniziative, le sue opere sono segni della fede e dell’amore di Dio, che è Amore”, ha spiegato.
Ricordando l’esempio di numerosi santi della diocesi, tra cui la copratrona di Viterbo, santa Rosa, il cui corpo incorrotto viene venerato nella Chiesa di Santa Maria delle Rose, il Papa ha esortato a promuovere il volontariato cristiano, “sia sul piano personale, sia su quello associativo”, in modo speciale attraverso la Caritas.
“Si succedono le stagioni della storia, cambiano i contesti sociali, ma non muta e non passa di moda la vocazione dei cristiani a vivere il Vangelo in solidarietà con la famiglia umana, al passo con i tempi”, ha osservato il Papa.
Questo, ha spiegato, è “l’impegno sociale”, “il servizio proprio dell’azione politica”, “lo sviluppo umano integrale”.
Rivolgendosi infine ai laici Benedetto XVI ha quindi detto: “non abbiate paura di vivere e testimoniare la fede nei vari ambiti della società, nelle molteplici situazioni dell’esistenza umana”.
“Come afferma il Concilio Vaticano II, il cristiano è chiamato ad essere ‘davanti al mondo un testimone della risurrezione e della vita del Signore Gesù e un segno del Dio vivo’”, ha aggiunto ricordando la figura di Mario Fani, che fu uno dei precursori di quell’esperienza del laicato in Italia da cui nascerà l’Azione Cattolica.
“Come ha fatto Gesù con il sordomuto, allo stesso modo Dio continua a rivelarci il suo progetto mediante ‘eventi e parole’ – ha concluso –. Ascoltare la sua parola e discernere i suoi segni deve essere pertanto l’impegno di ogni cristiano e di ciascuna comunità”.