Appello di sacerdoti testimoni del massacro di cristiani in Pakistan

I padri domenicani Pascal Paulus e Iftikhar Moon

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ROMA, venerdì, 4 settembre 2009 (ZENIT.org).- Pubblichiamo l’appello lanciato questo giovedì al Centro Russia Ecumenica di Roma da due sacerdoti domenicani della Diocesi di Faisalabad, testimoni oculari della morte di 8 cristiani e dell’incendio di 70 case nella città di Gojra il 1° agosto scorso. I sacerdoti, invitati dall’Associazione Salvaimonasteri, sono padre Pascal Paulus o.p. e padre Iftikhar Moon o.p.

 

* * *

Nella Repubblica Islamica del Pakistan, la comunità cristiana e altri gruppi religiosi minoritari rappresentano il 3 per cento di una popolazione complessiva di 117 milioni. 

I cristiani del Pakistan sono conosciuti e rispettati per la loro onestà, lealtà, laboriosità. 

Nonostante siano una minoranza, hanno un ruolo importante nel miglioramento e nello sviluppo del Paese, specialmente nel campo dell’educazione e della sanità.  

La maggior parte dei professionisti e dei dirigenti pachistani si sono diplomati e laureati negli istituti e nelle università cristiane. 

Disgraziatamente nel 1991 sono state istituite le leggi contro la blasfemia, che sono ancora in vigore e che purtroppo vengono utilizzate specialmente contro i cristiani. I musulmani attaccano i cristiani e danneggiano le loro proprietà, accusandoli di aver profanato il santo Corano o il santo Profeta.  

Le leggi sulla blasfemia 295 articolo A, B, C nei Paesi a maggioranza musulmana stabiliscono che un qualsiasi insulto al santo Corano è un’offesa punibile con la prigione a vita, mentre è prevista la pena di morte per i condannati per aver insultato il Profeta Maometto. 

Riepiloghiamo gli incidenti più gravi avvenuti recentemente, nel giro di un solo mese: 

1- A giugno del 2009, 57 case sono state distrutte e completamente ridotte in cenere a Bammi Wala, Kasur (vicino Lahore). 

2- Il 30 luglio, la violenza si è manifestata con una folla di fanatici musulmani inferociti e armati che hanno attaccato dallo stesso luogo e dai villaggi vicini la colonia cristiana chiamata Koriaan, nei pressi della cittadina di Gojra, e hanno distrutto le case dopo averle saccheggiate.  

3- Dopo due giorni, il 1° agosto, 8 cristiani sono stati bruciati vivi. È successo che la folla di musulmani ha attaccato vandalicamente un gruppo di cristiani che comprendeva tre bambini, tre donne e due uomini. Venivano saccheggiate e poi bruciate 70 case cristiane, mentre due chiese venivano profanate nella cittadina di Gojra. 

Nell’attacco contro Gojra, i bambini hanno cercato di fuggire per salvarsi mentre le case venivano incendiate con benzina, cherosene, sostanze chimiche. La folla inferocita ha saccheggiato le case, fatto a pezzi le Bibbie e altri libri sacri, distrutto le Croci, devastato e dato fuoco a tutto. I cristiani che hanno avuto le case bruciate sono rimasti senza niente. 

Dobbiamo sottolineare che la polizia di Gojra e altre forze dell’ordine non hanno agito per prevenire questi incidenti e non hanno prestato attenzione all’annuncio contro i cristiani che era stato pronunciato nelle moschee.  

Poliziotti e forze dell’ordine sono intervenuti quando ormai era tutto finito ed era troppo tardi. 

È anche molto triste che il Governo si sia occupato di un evento così grave solo 72 ore dopo, quando i cristiani hanno inscenato una protesta sui binari della ferrovia. 

In seguito, il Presidente del Pakistan, Asif Ali Zardari, il Primo Ministro, Yousaf  Raza Gallani, il Ministro a capo del Punjab, Shahbaz Shrif, e il governatore del Punjab, Sulman Taseer, hanno condannato gli spietati attacchi.  

Il Governo ha annunciato che sarà devoluto un indennizzo per ricostruire le case di questi poveri cristiani. 

Padre James Channan, o.p., Vice provinciale della provincia dei Figli di Maria, ha sollevato la seguente questione: “Ai cristiani potranno essere restituiti l’onore e il senso della libertà religiosa? Se ne ha abbastanza”. “I cristiani del Pakistan chiedono la totale abrogazione delle leggi 295 B e 295 C. Il Governo del Pakistan dovrebbe accertare le cause alla base di questi incidenti. Si fa appello alle organizzazioni umanitarie mondiali perché prestino attenzione a quanto avvenuto e si rivolgano al nostro Governo perché abroghi le leggi contro la blasfemia e dia protezione alle comunità cristiane”. 

Noi facciamo appello anche ai promotori della pace e della giustizia perché intervengano in questa grave questione e premano sul nostro Governo, in modo che le persecuzioni dei cristiani e gli attacchi fanatici contro le minoranze vengano impediti e sia fatta giustizia.  

Noi cristiani del Pakistan chiediamo l’abrogazione delle leggi che discriminano le minoranze. Ci appelliamo alle Organizzazioni Mondiali dei Diritti Umani perché prendano atto degli incidenti avvenuti e intervengano sul nostro Governo per la protezione dei cristiani e delle altre minoranze. 

Perché noi, cristiani del Pakistan, non ci sentiamo sicuri nel nostro Paese. 

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ZENIT Staff

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