LONDRA, venerdì, 4 settembre 2009 (ZENIT.org).- Un frammento del testo biblico considerato il più antico del mondo, il Codex Sinaiticus, è stato trovato per caso alcuni giorni fa nel Monastero di Santa Caterina, ai piedi del Monte Sinai (Egitto).
La notizia è stata riportata due giorni fa dai britannici The Independent e Daily Telegraph e ha avuto grandi ripercussioni nel mondo ortodosso.
L'autore del ritrovamento, lo studente greco Nikolas Sarris, di 30 anni, ha rinvenuto il frammento mentre effettuava delle ricerche nel Monastero per i suoi studi di dottorato, su manoscritti del XVIII secolo.
Si dà il caso che Sarris sia stato uno degli incaricati dell'edizione on-line del Codex Sinaiticus, avviata nel luglio scorso per iniziativa della Biblioteca Britannica, della Biblioteca Universitaria di Lipsia e della Biblioteca Nazionale di Russia, così come dell'Arcivescovo ortodosso del Sinai, Damianos, abate del Monastero di Santa Caterina.
Questo gli ha permesso di riconoscere subito l'origine del frammento, per il tipo di lettere e l'altezza delle colonne. La parte rinvenuta corrisponderebbe all'inizio del libro di Giosuè. Il ritrovamento è stato confermato da padre Justin, bibliotecario del Monastero.
Il frammento è stato trovato nella rilegatura di un volume, e secondo quanto ha rivelato padre Justin a The Art Newspaper è possibile che ce ne siano altri, anche se al momento il Monastero non ha i mezzi tecnologici necessari per effettuare le ricerche.
Il Codex è una Bibbia manoscritta realizzata tra il 330 e il 350, secondo la tradizione, su richiesta dell'imperatore Costantino. E' considerato il secondo testo più antico del mondo, dopo il Codex Vaticanus.
I suoi frammenti sono divisi in varie biblioteche del mondo, dopo che il teologo tedesco Constantin Von Tischendorf potrò via dal Monastero un frammento di 43 pagine, poi distribuito tra Londra, San Pietroburgo e Lipsia.