La Cina, tra le grandi sfide degli Agostiniani

Afferma padre Francisco Javier Jiménez, priore provinciale

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MADRID, venerdì, 31 luglio 2009 (ZENIT.org).- Il priore della provincia di San Nicola da Tolentino dell’Ordine degli Agostiniani Recolletti, padre Francisco Javier Jiménez, eletto recentemente, ha dichiarato che una delle grandi sfide di questa famiglia religiosa è la Cina.

In alcune dichiarazioni pubblicate sulla pagina web dell’Ordine, padre Jiménez dichiara che tra le necessità più urgenti c’è quella di “continuare a consolidare le comunità perché si possano rafforzare la vita fraterna e la missione condivisa; poter assistere come meritano e necessitano i nostri ministeri, soprattutto quelli missionari; perseverare nell’impegno per la formazione permanente; continuare a pregare e a lavorare per le vocazioni; curare con affetto e impegno i nostri religiosi anziani e malati; aprire e condividere con i laici il nostro carisma, la nostra spiritualità, la nostra missione”.

Una delle grandi sfide della provincia nel prossimo futuro, segnala, è la Cina, “Paese immenso e aperto alla speranza”.

“Ci sono segnali incoraggianti – ha riconosciuto –: l’arrivo di alcuni frati per formarsi meglio in Spagna, le vocazioni che continuano a fiorire, il maggior contatto e la più profonda relazione che possiamo avere con loro, la maggiore libertà che si nota a poco a poco”.

Ad ogni modo, ha ammesso padre Jiménez, “le difficoltà persistono e non è un compito facile”. “Se abbiamo fiducia è perché lo Spirito di Dio sta agendo fin dall’inizio nella missione, mantenendo, promuovendo, suscitando, sorprendendo”.

“Il Capitolo – ha aggiunto – ha ordinato di creare un’équipe di consultori che possano aiutarci ad assistere con maggiore precisione ed efficacia le esigenze mutevoli e crescenti della nostra missione. Bisognerà costituirlo a breve, per seguire attentamente la situazione dei nostri religiosi in Cina. Non in modo immediato, ma bisognerà iniziare a preparare anche alcuni frati in lingua cinese, perché il futuro non ci sorprenda a mani vuote”.

L’attenzione ai migranti

Un altro dei punti forti della provincia è il lavoro con i migranti. “E’ certo che siamo sempre più a contatto”, ha osservato padre Jiménez, “anche se non so se sia stato qualcosa di pensato o pianificato o sia andato sorgendo a poco a poco, spontaneamente”.

“Dedichiamo loro un’attenzione speciale nel Centro Guadalupe in New Jersey e nelle parrocchie degli Stati Uniti, nella Cappellania Latinoamericana a Londra, nelle parrocchie di Almería, di Madrid… E’ un segno dei tempi”.

“E’ una delle nuove povertà, in cui la vita religiosa deve essere presente – ha aggiunto –. La nostra provincia non può isolarsi, né sentirsi indifferente di fronte a questa realtà esigente. Vogliamo farvi fronte, perché Dio cammina e vive tra i poveri”.

Vita fraterna e missione condivisa”

Circa il recente Capitolo provinciale, il nuovo padre priore sottolinea un obiettivo prioritario: “vita fraterna e missione condivisa”.

“Dobbiamo concentrarci su questo, impegnare i nostri occhi e la nostra dedizione per continuare ad assicurare, mantenere e potenziare la vita fraterna dei frati e per renderci più capaci di condividere la nostra missione con i laici”.

Allo stesso modo, ha ricordato la cura dei malati e degli anziani. “Forse ha richiamato l’attenzione
l’invito a contribuire con lo 0,7 % delle nostre entrate a favore dei più sfortunati, che vuole sottolineare il nostro impegno per i poveri, la nostra opzione per loro”.

Le sfide della provincia sono “quelle della vita religiosa in tutto il mondo”, ha proseguito il priore: “come offrire oggi una testimonianza valida, attraente, chiara, coraggiosa e decisa della sequela di Gesù; come continuare non solo a mantenere, ma a incrementare, aggiornare con creatività e coraggio la testimonianza missionaria e l’assistenza pastorale, ora che siamo meno, più anziani, più stanchi; vedere quali devono essere le priorità per concentrare su di esse i nostri sforzi e la nostra attenzione; continuare il compito del rinnovamento, della conversione, della formazione permanente”.

Quanto ai laici, padre Jiménez pensa che ci sia “un deficit o un notevole ritardo in questo campo”. “Non abbiamo bisogno di chierichetti. Servono collaboratori, abbiamo bisogno di fidarci, di lasciar fare, di sostenere, dare responsabilità e protagonismo ai laici che vogliono e possono aiutarci”.

Gli Agostiniani Recolletti sono un Ordine religioso formato oggi da circa 1.200 membri, che vivono i voti di povertà, castità e obbedienza secondo il carisma di Sant’Agostino (354-430) e l’intensità propria della Recollezione, movimento di interiorità e radicalità evangelica.

L’Ordine è formato da religiosi sacerdoti e religiosi fratelli. Tutti vivono la vocazione, condividono la vita fraterna in comunità e hanno una missione da svolgere.

Le 205 comunità dell’Ordine sono distribuite in 19 Nazioni: Spagna (39), Brasile (28), Colombia (21), Messico (18), Stati Uniti (15), Filippine (14), Venezuela (14), Perù (9), Panama (8), Argentina (7), Costa Rica (6), Regno Unito (6), Repubblica Dominicana (4), Guatemala (4), Italia (3), Taiwan (3), Cile (2), Cina (2) e Sierra Leone (2).

L’Ordine è composto dalla Curia Generale, con sede a Roma, e da otto province, una delle quali è quella di San Nicola da Tolentino.

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ZENIT Staff

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